Forse lo Spirito Santo ha voluto evitare uno scisma, ma le legittime aspettative delle Chiesa dell’Amazzonia sono andate deluse.
Così piena di aspettative (la pubblicazione dell’esortazione postsinodale Querida Amazonia) che sembravano ovvie e necessarie e si sono arenate nel cammino confuso della Curia. Molte domande e una certezza ci assalgono. Le domande sono lamentele verso Dio, che è anche un modo di parlare con il Signore.
Quindi, lo Spirito Santo non ha parlato per mezzo della voce unanime dei popoli originari e dei Padri sinodali? Non era un’opportunità per esercitare la sinodalità dei pastori, degli indigeni con il successore di Pietro? Perché la voce autorevole e apprezzata dei Padri sinodali si è spezzata?
Credo nello Spirito Santo e non può non essere un irresponsabile chi crede che lo Spirito Santo abbia già detto tutto. Forse lo Spirito Santo ha evitato uno scisma. Non ha voluto che la comunione venisse rotta.
Siamo immersi nell’universo di Dio, che avvolge, guida e modella la Chiesa, che è mistero di Dio e popolo di Dio.
Accetto con gioia che siano rimandati l’imposizione delle mani sui viri probati e l’esercizio del diaconato da parte delle donne, come nella Chiesa primitiva. Sono figlio dell’obbedienza, della comunione, e non della sottomissione e, soprattutto, che non si rompa la comunione nella fraternità.
Non mancano i segni profetici: la denuncia del “peccato ecologico”, l’annuncio e l’impegno per l’ecologia integrale, passando dalle parole ai fatti, in favore della casa comune.
Ma nell’oscurità della fede molte cose mi fanno male, che dobbiamo condividere.
L’eucaristia fa la comunità. Non c’è comunità senza l’eucaristia. E 20.000 comunità indigene sulle rive del Rio delle Amazzoni, da molto tempo si vedono private dell’eucaristia domenicale. Una legge tardiva, un canone del Concilio Lateranense (1139), priva i popoli originari del diritto divino di celebrare e partecipare all’eucaristia domenicale.
Quando nella Chiesa la donna sarà messa su un piano di uguaglianza con l’uomo? Si dica quello che si vuole, la donna continua ad essere emarginata nella Chiesa. Non ha il diritto di partecipare al processo decisionale. Cattolici e musulmani discriminano la donna nel XXI secolo. Quanto siamo lontani dal comportamento di Gesù, che non ha mai rimproverato nessuna donna; anzi, le donne facevano parte del movimento dei seguaci di Gesù.
In questi giorni si insiste sulla necessità di uno statuto del papa emerito. Il vescovo di Roma, il successore di Pietro, è uno solo.
Non si trattava di sopprimere il celibato, che è un dono, una grazia e per me necessaria ed essenziale, ma di consentire alcune eccezioni. C’è ancora molta strada da fare, non perdiamo la speranza.
* Nicolás Castellanos è vescovo emerito di Palencia
Articolo pubblicato nella pagina dell’autore in Religión Digital. Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli.