Due anni di lavoro intenso (la data di indizione risale al 24 novembre 2013) hanno portato la Chiesa di Mantova a celebrare l’ultima sessione del sinodo diocesano. Gli orientamenti indicati dalle 15 commissioni di studio erano confluiti in 18 proposizioni (ora diventate 19). L’ampia consultazione sulle 19 proposizioni ha coinvolto circa 6.000 persone. Il vescovo, Roberto Busti, ha chiesto la preghiera della comunità in vista della preparazione e della pubblicazione del Liber sinodalis. Egli dovrà, infatti, indicare alle comunità «i passi da compiere, le risorse da mettere in campo e le pratiche da abbandonare perché non più sostenibili o non più “utili” all’annuncio del Vangelo» (dall’editoriale apparso sul settimanale diocesano la Cittadella del 22/01/2016 p. 1). Le proposizioni votate – si legge ancora nell’editoriale – offrono il volto di una Chiesa «che non teme il cambiamento epocale e avverte la necessità di una riforma che non può se non partire da una rinnovata scelta di fede e di discepolato di Gesù» e descrivono un cristianesimo «che non cerca posizioni di potere o di incidenza sociale, che non è preoccupato anzitutto di una ristrutturazione esteriore, ma di essere un segno credibile di un amore destinato a tutti, il cui volto è quello di Gesù risorto».
Le 19 proposizioni toccano i punti fondamentali della vita della Chiesa: la liturgia, la carità, l’evangelizzazione, il ruolo dei laici, la presenza dei presbiteri, l’assetto delle unità pastorali, l’attenzione ai poveri, la riconversione delle strutture, i problemi familiari… Tutto per costruire una Chiesa che si definisce (è il titolo del sinodo) “comunità che accompagnano a vedere Gesù”.