Esaminando la condizione della Chiesa occidentale (Europa e Nord America), una serie di vicende hanno recentemente coinvolto la vita dei cristiani per tre grandi eventi: il Covid, la guerra in Ucraina e, prima ancora, lo scandalo della pedofilia.
Dopo la pandemia, ad un iniziale allontanamento dalla frequenza religiosa, con il trascorrere del tempo (e della paura) la presenza fedeli è ritornata al normale trend. C’è stata tensione, al tempo delle restrizioni, perché le chiese rimasero chiuse: di fatto, sono stati i fedeli a regolarsi sulla partecipazione alle liturgie.
Sulla guerra, ad un primo coinvolgimento emotivo a favore dell’Ucraina, sono seguiti i “distinguo”, sicuramente a causa delle sanzioni, con i conseguenti effetti dell’inflazione, del maggior costo dei prezzi del gas e dell’elettricità, quasi a dire: l’Ucraina conceda un pezzo di territorio, così sarà possibile il cessate il fuoco. La discussione sull’invio delle armi è ancora aperta, né la differenza tra armi di difesa e armi di offesa sta pacificando gli schieramenti. Il pacifismo di marca cristiana ha coinvolto pochi elementi di opinione, nonostante gli accorati appelli di papa Francesco.
Lo scandalo della pedofilia ha coinvolto la struttura della Chiesa nei suoi apici di governo e di sacralità. Il mondo dei chierici non si reso conto delle offese e dello scandalo.
Il Sinodo
Sul versante strettamente ecclesiale, l’indizione del Sinodo annunciato da papa Francesco, dal tema “comunione, partecipazione, missione”, ha indubbiamente smosso la discussione all’interno della Chiesa. Con la pubblicazione del Documento sulla tappa continentale della Segreteria generale del Sinodo (24 ottobre 2022), si è conclusa la prima fase della complessa articolazione dell’evento, a cui seguirà l’Instrumentum laboris, prima delle sessioni vere e proprie del Sinodo (4-29 ottobre 2023/ ottobre 2024).
Il Documento riassuntivo delle sette aree continentali (Nord America-America Latina-Europa-Africa-Medio Oriente- Asia-Oceania) dopo l’Introduzione, è suddiviso in quattro parti, articolate in 109 punti.
Leggendolo attentamente, è evidente l’andamento di questa prima parte, dedicata all’ascolto, che evidenzia la lettura dello status quo della vita della Chiesa.
I partecipanti sono chierici, religiosi/e, fedeli che frequentano costantemente. Si potrebbe parlare di una “lettura tra noi”. I temi affrontati si riferiscono alla vita interna della Chiesa. Per usare lo schema del Concilio, i temi della Lumen gentium.
La proposta dell’ascolto è stata accolta con soddisfazione, colmando una lacuna presente nella Chiesa.
I temi messi in discussione dal gruppo europeo e nordamericano riguardano i contenuti di fedeli borghesi (gestione del potere, forme liturgiche, abusi, omosessualità, valorizzazione delle donne, formazione del clero, accesso al sacerdozio per viri probati). Nelle Chiese di terre non occidentali i temi sono ben diversi (guerre, povertà, colonialismo, istruzione, sviluppo).
Solo in un secondo momento, dopo la stesura dell’Instrumentum laboris, saranno fissati i punti salienti della discussione nelle assemblee vere e proprie del Sinodo.
La Chiesa dei borghesi
Il titolo “borghese” può destare allarme, perché richiama schemi e letture utilizzati in altri contesti: da quelli della fine del Medioevo (alta, media e bassa borghesia) fino allo schema marxista, che distingueva tra borghesi e proletari.
In epoca recente, “borghese” può essere definito chi è tutelato (risorse abbondanti, comunque sufficienti e stabili, con una propria casa, istruzione medio-alta, famiglia regolare, rete di conoscenze e di amicizie importanti) a fronte di chi è in precarietà.
Questi ultimi sono stati chiamati, con parola dolce, “fragili”; in realtà sono in condizioni disastrate. L’elenco è lungo: poveri, sfrattati, disoccupati, giovani in cerca di lavoro, soci di cooperative sottoposte a bandi, anziani non autosufficienti, donne sole, minori abbandonati, tossicodipendenti, carcerati, disabili, malati psichiatrici. Sono milioni di persone: 14 milioni qualcuno azzarda.
La religiosità di costoro è ignorata dalle grandi assisi ecclesiastiche: non partecipano, non hanno cultura e potere sufficienti; “non hanno voce” (parola cara alla pastorale della carità, aggiornata a “scarti”, richiamo appassionato da papa Francesco). Sono soggetti all’elemosina, in termini civili (reddito di inclusione, reddito di cittadinanza, bonus…) o a pasti caldi, borse di cibo, aiuto al pagamento delle bollette dell’elettricità e del gas da parte dei Comuni e della Caritas.
Lasciare separati i due comparti, come oggi avviene, è un enorme errore, perché significherebbe tradire il messaggio cristiano, rivolto a tutti.
Andamento della fede
Ci si meraviglia perché le nostre chiese sono sempre più vuote, i seminari non hanno vocazioni, i sacramenti, quando sono richiesti, si riducono a eventi di tradizione.
Paolo Ricca, pastore della Chiesa valdese, in un recente libro[1] ha esaminato l’origine e il rifiuto di Dio nell’età moderna.
Ha sintetizzato questo rifiuto in quattro grandi nuclei: Dio è inutile, Dio è una fiaba, Dio è una proiezione, Dio è una droga. In questo esame si descrive la cultura che ha lentamente allontanato dalla fede le classi agiate della società europea, a cominciare dal XVII secolo.
A questo esame teorico si possono aggiungere i cambiamenti economici e sociali dell’occidente, teorizzati recentemente da uno storico (A. Graziosi)[2] che ha individuato i tre grandi fenomeni di cambiamenti in atto nell’Occidente: spinta al benessere senza limiti, invecchiamento della popolazione e denatalità, rifiuto dell’immigrazione e della conseguente integrazione.
Non è qui il luogo dell’analisi dettagliata dei cambiamenti nella società europea. È possibile, invece, analizzare i comportamenti dell’azione della Chiesa di fronte ai cambiamenti.
Facendo riferimento ad una recente intervista del card. Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea e vicepresidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa e anche Relatore generale del Sinodo sulla sinodalità,[3] è pertinente il suo allarme: «Rischiamo di parlare a un uomo che non c’è più».
Sono noti i dati sulla frequenza regolare ai riti religiosi in Italia (11%), meno in Germania (-10%), scendono in Olanda al 2,7%, in Belgio al 2,5%,[4] con cancellazioni significative dai registri parrocchiali. In Italia i matrimoni civili rappresentano (dato 2019) il 52,6%, comprese le seconde nozze e quelle con stranieri/e.
Di fronte a tali dati fenomeni rimangono interrogativi senza risposte.
A livello strutturale, le chiese abbondano; solo in minima parte sono officiate, e nemmeno si apre la discussione su che cosa prevedere per il futuro. I seminari si sono svuotati; le ordinazioni sacerdotali diminuiscono di anno in anno. L’età media del clero è in forte aumento. Ad aggravare la situazione, gli scandali particolarmente odiosi, quali la pedofilia e la gestione opaca dell’economia nella Chiesa.
Date queste circostanze, colpisce il tenore della ricerca teologica, biblica e liturgica.
Gli schemi teorici sono ancorati a studi, approcci, linguaggi, destinati a cerchie di persone sempre più ristrette: fedeli benestanti, già avanti in età, con riferimenti alla metafisica aristotelica e tommasea, compresi i rigurgiti di antiche prassi liturgiche.[5] La pastorale tenta disperatamente di rincorrere il nuovo. Articoli e riflessioni ridondanti per l’istituzione del lettorato, accolitato e catechesi aperto alle donne!
Gli atteggiamenti morali sono sintetizzati in coscienze personali, compresi i fedeli osservanti. Per l’andamento dei problemi del mondo, le encicliche di papa Francesco sono ricordate con fastidio.
Umiltà, povertà, castità
Sembrerà strano appellare ai tre voti religiosi da proporre a tutti i credenti in Cristo, per offrire novità alla Chiesa e al mondo. La sinodalità, senza radici, non cresce.
I tre capisaldi del futuro sono più articolati di quanto si possa credere.
L’umiltà esige l’abbandono del metodo magistrale di indottrinare: significa ascolto, dialogo, proposta. Il cristianesimo è una possibilità religiosa. Non è obbligatoria; chi la segue ha alcune certezze e non “la verità”. I riferimenti sono alla parola di Dio, all’incontro con Cristo che, proprio per la sua umanità, ha posto limiti alla conoscenza.
Non ci sono risposte per tutti e per tutto: meglio seguire quanto le primitive comunità hanno lasciato scritto nei Vangeli e nelle Lettere dei discepoli, commentati dai padri della Chiesa e dalle sue guide.
La regola d’oro dell’amore di Dio e del prossimo come se stessi è la direttrice. Di Dio si hanno tracce di conoscenza, compresi dubbi e misteri. Può essere lodato in assemblee di credenti, presiedute da persone scelte per fare da guida, con riti religiosi, offrendo la vita reale. Ne derivano la vita, chiedendo perdono per le incongruenze.
Per vivere, è sufficiente quanto basta per un’esistenza dignitosa, rinunciando a sfarzi, pomposità e vanagloria. Senza arricchirsi, con l’astensione allo stile godereccio, perché tutto è vacuo.
Le attenzioni non si limitano a chi si vuol bene, ma a tutti, in quanto sono fratelli e sorelle dell’unico Padre che è nei cieli. Il futuro offre fiducia: una vita sana, frugale, rispettosa della natura fa essere liberi e felici.
Per tutti questi motivi speriamo che dal Sinodo escano indicazioni chiare e concrete:
- sia abbandonato, anche nel linguaggio, ogni riferimento a poteri e autorità, interpretando la guida come servizio
- il popolo tutto di Dio sia partecipe della vita della Chiesa, con ambiti e responsabilità diverse
- le celebrazioni di lode nella Messa e nei sacramenti siano espressione attiva di tutti i credenti
- le riflessioni e gli studi siano utili e comprensibili per la vita dell’anima e non orgoglio per iniziati
- il mondo cammini verso la pace e la giustizia
- sia concesso perdono a quanti destano scandalo
Proclamiamo, con tutto il cuore, la lode a Dio Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
P.S. – Perché questi auspici non siano vaga speranza, è giunto il momento di mettere mano alle regole che attualmente sono in vigore con le leggi e gli statuti della Chiesa. Ciò che non è possibile per ispirazione, lo si accompagni come dovere.
[1] P. Ricca, Dio – Apologia, Claudiana, Torino, 2022.
[2] A. Graziosi, Occidenti e modernità, Il Mulino, Bologna, 2023.
[3] In Vaticannews del 24.10 2022.
[4] Cf. S Numico, il Regno, n. 1380, 15 dicembre 2022, p. 689.
[5] È utile, per chi ha competenze e tenacia, rileggere J. Danielou, Messaggio evangelico e cultura ellenistica, EDB, Bologna (ristampa), 2010.
Ho l’impressione che la frequenza alla Messa domenicale sia diminuita dopo il Covid, così come domande di battesimo degli infanti e del catechismo dei bambini. Per il resto condivido molto dell’analisi di don Vinicio.
Diciamo che la pandemia ha siglato l'”inutilità” di una certa idea di Dio. In occidente non eravamo più abituati a simili eventi e ci siamo resi conti che Dio non serve a tutelarci. Anche io ho avvertito questo abbandono. Ma poi ho capito che era la mia idea di Dio che non era corretta. In un certo senso la pandemia è stato un evento purificatore della fede per chi ha voluto capire. Per altri lo scandalo del male trionfante è stato travolgente e ha fatto perdere la fede.
Grazie don Vinicio. Ancora un bel contributo alla riflessione su “come essere,
Chiesa, fare Chiesa” in questo tempo che ci è dato di vivere. Vedere la realtà, coglierne ì segni di bene presenti, servire e prendersi cura del prossimo, privilegiando i poveri (categoria evangelica), lasciare che i morti seppelliscano i loro morti (querelle ridicola e antistorica sulla Messa in latino), radici nel Concilio e sguardo profondo verso il futuro. Chiesa segno di salvezza, il fine rimane il Regno di Dio.
Il commento è che mi sorprende e mi addolora sempre più chiaramente e fortemente la situazione di RUPNIK che a quanto sento e leggo DOVREBBE ESSERE ESPULSO DEFINITIVAMENTE DALLO STATO RELIGIOSO E SACERDOTALE, ridotto come minimo allo STATO LAICALE. Mi addolora anche il silenzio di Papa Francesco, in questo momento che tutti ne parlano……..
Premesso che sarebbe carino che ogni tanto chi scrive questi articoli rispondesse alle domande dei commentatori, perché i blog di impostazione cristiana sono fermi al Guin alino parrocchiale. Non c’è vera interazione tra chi legge e chi scrive.
Non ho capito bene cosa voglia dire Vinicio. Ij primo luogo non è vero che la frequenza sia tornata ai livelli ore Covid, in realtà in molte realtà è drasticamente diminuita. La pandemia ha rappresentato una forte cesura che ha ulteriormente allontanato gli abiti dinari è gli indecisi. Rimane solo chi è profondamente convinti.
In secondo luogo non capisco bene cosa dovrebbero fare i frequentatori “borghesi” nei confronti delle altre categorie. Già i frequentatori sono una minoranza, sono spesso in età avanzata e per tal motivo a loro volta fragili. Sono oggetto da anni di continue rampone e ramanzine come fossimo ancora fermi agli anni ’50 e al conformismo religioso borghese.
Non comprendo lo scopo di questi articoli, cosa si propone nei fatti, cosa si vuole fare?
Gentilissima,
l’interazione su questo blog è elevata e continua. I commenti, a meno di turpiloquio o nullo contenuto, sono regolarmente approvati. In relazione al fatto che l’articolista debba rispondere al commentatore mi perdoni se dico che non è nella logica di strumenti analoghi; chi conosce detti strumenti professionalmente non può che condividerlo. L’autore, semmai, raccolte sollecitazioni, suggerimenti, spunti di riflessione, può produrre un nuovo contenuto che contribuisca a chiarificare il proprio pensiero e ad aprire nuovamente il dialogo.
L’assimilazione al giornalino parrocchiale mi pare abbastanza riduttiva; ve ne fossero sui generis sarebbe gentilissima nel segnalarceli.
Cordialità.
Cosa c’è di più borghese “ztl” dell’agenda sinodale tedesca?
I primi cristiani, quelli che fra mille persecuzioni, nel IIe IIi secolo d.c.avevano abbracciato la fede cristiana,erano proprio i piu’ poveri e senza speranza nella societa’ dell’ epoca : schiavi ,poveri, sfrattati, disoccupati, giovani in cerca di lavoro, anziani non autosufficienti, donne sole, minori abbandonati, carcerati. Forse la fede cristiana offriva loro la speranza di un riscatto sociale ,di una rivoluzione ? No aderivano al cristianesimo perche’ dava loro un SENSO all’esistenza che altrimenti ,senza senso, sarebbe stata solo.dolore. Il cristianesimo e’ una religione soteriologica cioe’ offre la salvezza.
Al giorno d’ oggi invece la salvezza ,così come concepita dai primi cristiani, non interessa piu’ . Caduta la fede bella vita oltre la morte, si vuole una vita migliore qui su questa terra . Si vuole una salvezza terrena : sociale. La Chiesa cattolica non e’ in grado di cambiare le regole sociali-economiche. Puo’ offrite la speranza di una salvezza spirituale ,una salvezza dell’ anima . Che non interessa piu’ ne’ ai poveri, ne’ ai giovani .
A forza di escludere i malati a messa vanno solo i sani. Il moralismo borghese ha vinto. Non era questo che voleva Gesù.
È vero la Chiesa fa fatica ad essere inclusiva e solo chi è secondo una schema può stare dentro. La parabola del Buon Samaritano è molto attuale per la Chiesa di oggi. Un sacerdote e il suo aiutante passano oltre di fronte ad un mezzo morto ed un eretico, un Samaritano, invece, soccorre. La chiesa deve superare gli schemi attuali per essere fedele al Vangelo ed essere vicino e eventualmente soccorrere le donne e gli uomini contemporanei.
Mi sembra una favoletta auto consolatoria: non ci sono fedeli perché la Chiesa non è accogliente. Fosse così sarebbe facile.
In realtà (come ha ben chiarito Ricca nel suo bellissimo saggio) non ci sono fedeli perché non si sente necessità di Dio, che è un problema ben più radicale.
Non si ha più bisogno di un certo Dio, il Dio tappabuchi. Ma chi può vivere senza amore?
Gesù, vero Dio e vero uomo, ci ha insegnato che l’amore a Dio è inscindibile dall’amore al prossimo. “Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date” (Matteo 10,8).
Vorrei capire perche’ negli articoli si parli solo di pedofilia, mentre la norma parla anche di adulti vulnerabili.Inoltre vorrei capire se per il diritto canonico tutti gli adulti sono vulnerabili oppure se quelli che frequentano le strutture religiose sono sempre vulnerabili. E’ evidente che la cronaca non parli solo di pedofilia.
Don Vinicio mi colpisce quasi sempre per la sua lucidità, chiarezza e visione. Il nostro cattolicesimo è un cattolicesimo borghese (https://iltuttonelframmento.blogspot.com/search?q=cattolicesimo+borghese) con tutto il carico dei paradossi che ne segue. “Poveri, sfrattati, disoccupati, giovani in cerca di lavoro, soci di cooperative sottoposte a bandi, anziani non autosufficienti, donne sole, minori abbandonati, tossicodipendenti, carcerati, disabili, malati psichiatrici” (cito, anche se mancano per esempio omosessuali) non frequentano le nostre chiese. Chi frequenta le nostre chiese sono perlopiù borghesi, più o meno benestanti, e, dunque, il nostro cattolicesimo è di sua natura borghese. Non siamo di fronte ad una Chiesa povera per i poveri (slogan che andava di moda tempo fa).