Hanno avuto molta risonanza le parole di papa Francesco sulla sessualità. Nel mio piccolo, anni addietro, accostandomi allo studio delle pagine dedicate da Tommaso d’Aquino alla felicità, inizialmente mi chiedevo come il grande teologo e pensatore potesse, con altri, considerare secondari aspetti della vita quali, appunto, il sesso e il piacere a esso legato. Ma ben presto compresi: l’interrogativo dal quale egli (come altri prima e dopo di lui) prendeva le mosse riguardava ciò che più specificamente caratterizza l’umanità degli umani.
L’Aquinate, infatti, non misconosce affatto l’importanza di quel che è legato alla sfera istintuale o pulsionale e, più in generale, al corpo, anzi. Poi, però, prova a cogliere le peculiarità degli esseri umani, i tratti loro propri, tali da differenziarli (da differenziarci) dagli altri esseri viventi. Senza con ciò negare gli aspetti comuni.
Ecco, forse, dinanzi allo sviluppo impetuoso dell’intelligenza artificiale, si tratta (soprattutto si tratterà) di seguire quelle orme. Diversi decenni fa, quando pure alcune delle acquisizioni attuali sembravano fantascienza, il noto scrittore e biochimico Isaac Asimov ebbe a dire che le “macchine” avrebbero imparato al meglio a “plottare”, mentre noi umani avremmo continuato a “zorcare”. Sì, creò qualche neologismo; aggiungendo che sicuramente i “robot” avrebbero provato a fare anche ciò che più riesce agli umani, ma senza grandi e duraturi risultati. Come spesso capita, la realtà supera l’immaginazione e già ora le “macchine intelligenti”, guidate da raffinati algoritmi, imitano alla perfezione quel che fino a ieri sembrava “umano, troppo umano”.
Del resto, è da tanti lustri che si studiano le “reti neurali” o la combinazione di biologia ed elettronica. E comunque non pochi sottolineano come sia il particolarissimo e singolare connubio mente-corpo (o corpo-mente) a differenziarci come umani. Aree, anche estese, di sovrapposizione tra l’intelligenza artificiale e l’essere umano riguardano (e ancor di più riguarderanno) un po’ tutte le sfere dell’esistenza: dagli istinti alle relazioni. Si tratterà sempre, tuttavia, di interrogarci sullo “specifico” che ci caratterizza. Uno specifico, assai probabilmente, dai confini mutevoli. E, pur nella mutevolezza e provvisorietà (attributi che del resto ci definiscono da sempre), sarà proprio tale interrogazione di fondo ad accompagnarci come donne e come uomini.
Ma come è possibile che Tommaso potesse “considerare secondari aspetti della vita quali, appunto, il sesso e il piacere a esso legato” quando proprio Tommaso avverte -guardingo- con logica ragione che, IL MAGGIORE PIACERE
(seppur carnale) DELL’ UOMO È IL PIACERE SESSUALE, non quindi comandare, la gola etc. ma, il sesso, naturale, in se e per se, neanche l’amore ma, il sesso.
Leggersi soltanto la Felicità che ha edito Bompiani non è abbastanza per la latitudine del pensiero di Tommaso. Poi, se le ” macchine intelligenti”, guidate da raffinati algoritmi, imitano alla perfezione quel che fino a ieri sembrava “umano, troppo umano” che cosa in profondo significa ?
L’ uomo crede in Dio per la capacità di essere intelligente e di concepirlo con la mente, quindi anche l’intelligenza artificiale arriverà a credere in Dio? Quando comunque l’uomo (sempre Tommaso) ha ricevuto la ragione da Dio come le aquile hanno ricevuto gli artigli ed i leoni i denti. Di conseguenza le intelligenze artificiali riconosceranno l’autorità e l’infallibilità di un Papa in carne ed ossa, oppure come Ufo Robot si creeranno un più conveniente Papa Robot se la intelligenza la hanno ricevuta da Elon Musk ? Aggiungendosi anche loro alla schiera degli oppositori che procurano guai a Papa Francesco ?
Ancora di più questa intelligenza artificiale sarà ” materiale” e ” potenziale” con una intelligenza artificiale attiva che opera su quella passiva per produrre conoscenza etc.etc.? Quindi una intelligenza artificiale passiva sarà uguale per tutte le macchine secondo le tesi Averroiste che ;e non per caso viste le successive direzioni spirituali di quelle latitudini; sostenevano Sigieri di Bramante o Boezio di Dacia, oppure ogni macchina avrà una propria intelligenza
passiva secondo le propensioni di Tommaso ? Ci sarà da discutere.