Parlare di violenza in questi giorni è parlare di donne.
Specie se parliamo di quella violenza che si insinua insidiosa nel quotidiano e quella più inaspettata di chi dice di amarci. I rapporti tra i sessi sembrano sempre più una guerra per conquistare e usurpare un territorio, umiliare e dominare una nemica o difendersi da un nemico.
Atteggiamenti e linguaggi violenti, oggi sdoganati sia nel pubblico che nel privato, ci derivano da secoli di storia, da consuetudini e leggi per controllare poteri, denaro, territori, per mantenere in vita tossici equilibri sociali, lavorativi, famigliari, culturali e, ahimè, con non poche complicità di religioni e istituzioni religiose.
Oggi, che dovremmo esserci evoluti dall’età della pietra, della clava e dei roghi, sembriamo non riuscire a porre freno agli istinti più riprovevoli, indulgiamo in comportamenti offensivi e mortificanti, o fingiamo di non vedere, e chi ne paga il prezzo sono sempre i più fragili, gli inermi, le minoranze e le donne, ancora prigioniere di pregiudizi, situazioni quotidiane e relazioni da cui è difficile evadere e impossibile risolvere. Troppo è accaduto, ma tanto si può ancora evitare.
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Siamo prossimi al Natale. Mi viene da pensare a cosa sarebbe potuto accadere due millenni fa a una ragazza rimasta incinta per misteriosi motivi, promessa sposa a un uomo che in una notte di tormento avrà pur pensato a come “risolvere il problema”. Considerati i tempi, cosa avrebbe potuto rischiare la nostra Maria?
Come minimo l’abbandono del promesso sposo, il disonore per sé e per la propria famiglia, l’allontanamento, la prostituzione per poter sopravvivere, un parto difficile e forse mortale, sempre che la gravidanza giungesse al termine. Nel peggiore dei casi il suo sposo avrebbe potuto infierire su di lei, picchiarla facendosi “giustizia” da solo o consegnarla per la lapidazione.
Cosa gli sarà passato per la testa quando la povera Maria gli ha comunicato la “brutta” notizia? Quale la sua prima reazione se fosse vissuto ai tempi nostri? Cosa lo trattenne dalla violenza, dalla ritorsione, dalla fuga?
Le letture ci dicono che in quella notte un angelo gli fosse apparso.
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Ultimamente gli angeli sembrano essere latitanti, come pure il buon senso, la fiducia, la tenerezza, la capacità di rinuncia, sembrano sentimenti svilenti. Tutto ciò che potrebbe frenarci, sfiorare il nostro cuore, la nostra mente, il nostro spirito, resta inascoltato.
Tutto ciò che ci offende nei sentimenti o nell’orgoglio invece ci emerge dentro come una lama pronta a colpire. Come sempre l’altro, l’altra, vengono dopo di noi, dopo le nostre intenzioni, i nostri pensieri, le nostre opinioni, i nostri diritti, persino dopo il nostro “amore” che si trasforma in una minaccia, in un’arma. L’amore non è una moneta di scambio che a un certo punto mi deve essere restituita.
L’amore non mi “appartiene” perché lo traggo da una fonte inesauribile di immenso, da cui sono lontano anni luce, da cui attingo giusto qualche goccia con la capacità, miracolosa e momentanea, di abbeverare chi dico di amare e di lasciarmene abbeverare, senza pretese.
Nell’epoca e alla latitudine in cui viviamo, in cui una donna si autodetermina, le coppie non sono più a tenuta stagna, i giovani si relazionano in modi diversi, i generi sono fluidi e molte altre dinamiche complesse sono entrate in gioco, l’amore va riscoperto e vivificato proprio grazie ai tanti elementi nuovi e nascenti che possono sembrare destabilizzanti rispetto a un passato che li ignorava.
Una società complessa di persone che “sanno amare” diventa necessariamente una società migliore. L’amore ha un potere rivoluzionario e liberatorio, non va temuto né brandito. Il rispetto dell’altro e dell’altra è la prova del fuoco dell’amore.
Un amore, se ristagna nei cuori, può persino risultare tossico. Va fatto circolare dentro di sé e all’interno dei rapporti, come l’aria in una casa che richiede che ogni tanto le finestre si aprano ed entri anche tanta luce. Non chiudete la porta a doppia mandata sul vostro amore, perché un giorno possano entrare, anche nelle vostre vite e nei momenti più bui, degli angeli.
Non capisco , non mi piace tanto. Mi pare un articolo che passa senza lasciare segno. Se Lei la pensa così , io rispetto la sua opinione ma non la condivido.