Piasco, il mio paese natale, comune da qualche cosa meno di 3.000 abitanti, mondialmente conosciuto per l’atelier artigianale di produzione delle arpe, si trova catapultato per qualche ora al centro del mondo della mediatizzazione planetaria, attraverso la storia di Carla, una mamma 48enne deceduta sulla Promenade des Anglais di Nizza, nella tragica notte del 14 luglio scorso. Concelebro con il vescovo di Saluzzo mons. Giuseppe Guerini le esequie volute dalla famiglia in forma strettamente privata (ovvero senza televisioni e rappresentanze istituzionali in forma ufficiale, magari pronte a lucrare due voti con due slogan ben piazzati), ma che richiamano forse 1.000 persone, in parte frutto già di quell’esposizione mediatica che costruisce e brucia emotività, in genere effimera…
Tuttavia, non ci pare superficiale il clima sobrio di preghiera che viviamo, impregnato dal messaggio evangelico sapientemente proclamato da mons. Giuseppe. Molti scoprono una Carla, capace di dare gratuitamente del suo tempo per gli altri come fiera volontaria della Croce Rossa, oltre che donatrice di sangue di lunga data. E allora mi dico, se davvero fossimo capaci di lasciar penetrare questo spirito di accoglienza, di costruzione dal basso di società inclusive, dove si prende in prima persona l’iniziativa per la collettività, prima di esigere di essere serviti dalla cosa pubblica… sicuramente inizieremo a scardinare queste nostre società immerse spesso in un individualismo mortale! La capacità di “cum-sentire” la sofferenza, ma anche le aspirazioni e i sogni dell’altro, sono uno dei primi segnali di una cultura che cambia…
Tornando a casa, la mediatizzazione globale mi raggiunge con una nuova notizia raccapricciante: 80 morti ed oltre 200 feriti a Kabul, nel martoriato Afganistan. Gente semplice e povera, che manifestava per chiedere il mantenimento di un progetto di trasmissione dell’energia elettrica (bene da noi assolutamente primario) nella provincia di Bamyan, quella mondialmente conosciuta per i Buddha fatti saltare in aria dai talebani nell’ormai lontano marzo 2001. Mi viene da pensare che Carla sarebbe stata felice che un fiore, un solo fiore del ricordo, potesse essere preso dai cuscini a lei offerti, per queste nuove vittime innocenti che probabilmente non raduneranno neppure 10 persone, né a Piasco né altrove, per una pietosa preghiera di affidamento al Dio della vita. Non rendiamo effimera la commozione, perché è un illusione quella di pensare di star meglio fino a che tutti non staranno un po’ meglio!