Giornata della salute mentale

di:

benevelli

Dal 1992, anno in cui è stata istituita, ogni 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale dedicata alla salute mentale.

Per dare un’idea della diffusione della sofferenza mentale, e senza parlare dell’impatto traumatico delle numerose guerre in corso sulle popolazioni coinvolte, il rapporto UNICEF del maggio scorso dedicato alla condizione dei bambini nell’Unione Europea (The state of children in the European Union) riferisce di più di 11 milioni di bambini e ragazzi con disturbi psichici, in particolare ansia e depressione. Fra le principali cause di morte, dopo gli incidenti stradali seguono i suicidi. Questo nella nostra Europa, una parte del pianeta ove ancora sono più diffusi benessere e protezione sociale.

Fra le cause sono indicati gli effetti della pandemia da Covid, che ha fatto tenere chiuse le scuole, luogo fondamentale della socialità, isolato le persone, e reso più difficile l’accesso ai presidi di supporto psicologico, dove esistenti. Senza dimenticare la trasformazione digitale delle relazioni sociali.

Anche le migrazioni sono citate nel rapporto: si pensi ai minori ucraini trasferitisi in altri paesi europei per sfuggire alla guerra e a quelli in fuga da guerre e da fame a seguito di sconvolgimenti climatici, tutti approdati ai confini dell’Unione Europea dopo terribili esperienze di viaggio e quindi, magari, respinti o rinchiusi in qualche centro di detenzione per mesi.

La situazione è molto preoccupante anche per quanto riguarda l’Italia, pur a fronte di una legislazione molto avanzata che ha portato alla chiusura dei manicomi, anche di quelli giudiziari, con l’apertura dei Dipartimenti di salute mentale – quali presidi di comunità a base territoriale – e la previsione di servizi di salute mentale nelle carceri.

Negli anni più recenti il finanziamento ai servizi di salute mentale è andato riducendosi al 3% del Fondo sanitario nazionale, contro il 5% preventivato e dovuto, mentre è crollato il numero degli operatori sanitari dedicati: medici e infermieri specialisti in psichiatria in particolare.

La Società di Epidemiologia Psichiatrica (SIEP) sottolinea l’importanza della collaborazione, anzi delle alleanze, fra i “Servizi sanitari (cure primarie, salute mentale adulti e infanzia-adolescenza, dipendenze), Servizi sociali, Terzo settore, istituzioni della comunità, contesti di formazione e Ricerca; ma anche (delle) alleanze con Magistratura e le forze dell’ordine per la cogestione di situazioni difficili quali determinate dagli utenti autori di reato”.

Da parte sua, Campagna Salute Mentale, l’associazione milanese presieduta da don Virginio Colmegna, ha in questi giorni rilanciato l’appello per scelte di politiche attive di diritto al lavoro, all’istruzione, alla casa, al benessere fisico, mentale e sociale.

Si chiede:

  • una società inclusiva i cui i Servizi mettano al centro la persona con i propri bisogni e implementino progetti personalizzati contro le vecchie e le nuove istituzionalizzazioni;
  • il potenziamento delle risorse dei territori per rompere l’isolamento delle persone più fragili, offrendo spazi di relazione;
  • il cambio di paradigma dalla sanità alla salute, modificando l’impianto dei Servizi verso un sistema di presidi integrati fra sanitario, sociale, sociosanitario e comunità locale;
  • il riconoscimento reale delle rappresentanze dei famigliari e degli utenti nei luoghi delle scelte e delle decisioni programmatiche, nella progettazione, realizzazione e valutazione dei Servizi di salute mentale.

È urgente che la nostra politica nazionale decida, scelga di rimediare al decadimento dei Servizi di salute mentale, evitando di coltivare nostalgie dei manicomi.

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