La mascherina

di:

Coronavirus

Nelle notti insonni ho pensato alla mascherina e, dopo molte insistenze, mi ha parlato.

«Non sono nulla di speciale; sono un pezzetto di stoffa da mettere davanti alla bocca e al naso con dei lacci intorno alla testa, per tenermi ferma.

Non sono nata ieri; sono usata per i lavori che producono polvere o residui di sostanze chimiche. La usano falegnami, saldatori, carrozzieri. Per la verità sono utile anche contro le polveri delle tempeste del deserto e per nascondere le bellezze di donne che non dovrebbero – secondo alcuni – essere ammirate. In realtà, impedisce che sostanze esterne entrino nel mio corpo, ma impedisce pure di relazionarmi liberamente con chi mi è accanto.

Ora mi avete cercato e stentate a trovarmi. Un virus cattivo sta invadendo i vostri polmoni; questo virus nuovo, con dei spuntoni si attacca alla gola fino ad impedire all’ossigeno di farvi vivere; troppi tra voi sono morti e rischiano di morire.

Eppure, non faccio parte della natura; sono un piccolo strumento scoperto da voi recentemente; talmente necessario da essere introvabile.

Vorrei non esistere, perché significherebbe che potreste vivere liberi, come natura vi ha fatti.

Se sono utile, la colpa è un po’ vostra. Non vi siete regolati. Avete inquinato, siete irrefrenabili, sprecate tempo senza necessità; mangiate come assassini; bevete smoderatamente.

Io vi aiuto, ma non sono la soluzione. Ricorrete a me, ma il problema è più grave. La natura ha le sue leggi e il suo equilibrio; non parla, ma registra, non dimentica e non perdona. I milioni di tonnellate di rifiuti inquinanti stanno rovinando i vostri mari. L’atmosfera sta impazzendo: inverni senza freddo, tempeste, uragani. Né potete lamentarvi. Avete una sola strada: usate il vostro cervello e il vostro cuore.

Potreste essere felici; avete inventato mille cose belle. I bambini neonati muoiono di meno, la durata della vita si è allungata, gli ospedali funzionano, le case hanno luce e riscaldamento, con acqua calda e fredda; potete muovervi a piedi, con le biciclette, con le auto, i treni, gli aerei. Vi divertite, andate in vacanza. Ma che cercate di più?

Una cosa la natura non sopporta: aver ridotto tutto a potere e denaro. Il castello costruito sulle ricchezze e sulle speculazioni non regge. L’equilibrio tra impegno e profitto deve essere proporzionato; rischiate di tornare poveri. Non fate i furbi, perché il virus non guarda in faccia a nessuno. Spero arrivi il momento che anch’io non serva più a nulla.

Vi voglio bene e voglio aiutarvi: datemi una mano anche voi. Il giorno che scomparirò, significherà che l’umanità è felice».

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