Churchill affermava che i regolamenti sono fatti per coloro che non sanno regolarsi da sé. Condivido e dico: viva l’anarchia per i puri di cuore.
Gandhi scientemente violava le leggi oppressive imposte dal regime coloniale britannico, accettava le conseguenti condanne impostegli, lottava senza violenza, con i suoi storici scioperi della fame muoveva le coscienze. Churchill non lo stimava e sì, l’avrebbe lasciato morire di fame perché irrispettoso delle leggi inglesi.
Mimmo Lucano è il nostro Gandhi calabrese? Matteo Salvini e Giorgia Meloni equivalgono a Churchill? Escludo la seconda ipotesi: non hanno la statura di Sir Winston.
Mimmo Lucano non s’è arricchito, non ha cercato consenso politico a livello nazionale, non ha attuato alcuno sciopero della fame, ha semplicemente aiutato i disperati che giungevano a Riace dando loro cibo ed ospitalità. È vero, così dicono: allo scopo ha speso denari pubblici vincolati per altre finalità.
Questo leggo nelle notizie del passato e soprattutto di questi giorni, dopo la durissima condanna inflittagli dal Tribunale di Locri, di cui attendiamo di leggere le motivazioni: già, perché ogni sentenza deve essere motivata con i necessari riferimenti alle leggi e ai regolamenti, quelli che servono a chi non sa regolarsi da sé, ricordava Churchill.
Intanto leggo alcuni autorevoli pensieri (Domenico Caiazza, Presidente delle Camere Penali Italiane, e Aldo Varano, giornalista de “Il dubbio”) che sanciscono: Mimmo Lucano sapeva “troppo” regolarsi da sé, aiutò “troppo” i bisognosi d’aiuto, non passò oltre lungo la via di Gerico, volle comunque soccorrere i viandanti diversamente destinati a soccombere: ma non poteva farlo senza violare le leggi allora e tuttora vigenti.
E io provo per lui simpatia ed empatia, rifiuto il motto “dura lex, sed lex”, ricordo invece “summus jus, summa iniuria” e mi rammarico di non poter far altro.