Vorrei… ma non posso!
Io non posso gioire per la cattura di Messina Denaro. Gioire contro di lui lo percepisco come un atto di ulteriore violenza. Gioire per la sua cattura lo vivo come un’ulteriore forma di sconfitta umana. Non posso pensare con la sua stessa logica, non posso continuare con il suo stesso agire. Io oggi non brindo! Io oggi vorrei piangere, ma anche questo non riesco a fare!
La cattura di Messina Denaro non mette fine alla violenza, alla disonestà, all’ingiustizia… Mette fine alla sua latitanza, assicura la giustizia alle sue vittime, disarma un pericoloso violento. Certo, tutto questo non è poco ma, di questo, non mi posso accontentare.
Non posso gioire, perché la mafia in tutte le sue sfaccettature non è ancora finita, la logica mafiosa non è ancora superata, lo stile di vita prepotente e spaccone ancora non è debellato, gli imbrogli e le comunelle sono ancora all’ordine del giorno.
Inoltre, come cristiano non posso gioire perché attorno a quest’uomo vedo solo fallimenti e dolori. Il fallimento di una vita dedicata al male che ha fatto, direttamente e indirettamente, soffrire tutti. Ha fatto soffrire le sue numerose vittime, i suoi concittadini che si vergognano di lui, i suoi familiari, lui stesso che ha vissuto come un topo nascosto dentro una fogna.
Adesso il tumore lo ha costretto ad arrendersi e rendersi reperibile per le forze dell’ordine e per la giustizia umana. Ci voleva il tumore per darti il coraggio di comparire davanti a tutti con la tua identità?
Matteo Messina Denaro perché non hai dato ascolto alla tua coscienza di uomo? Perché non hai fatto memoria di quanto di buono ti avevano insegnato i tuoi educatori? Perché non hai avuto orrore nel vivere con la stessa logica di caino? Perché non hai cercato aiuto in uomini onesti? Perché non si sei fidato dello Stato? Perché non ti sei lasciato aiutare dalla Chiesa? Queste domande mi tengono inquieto.
Non posso gioire, perché un altro prenderà il suo posto e continuerà a portare morte e dolore dentro la società. La sua cattura non è la fine del male, ma solo il passaggio del testimone. Io non posso gioire per la sua cattura!
Se mi fosse dato di poterlo incontrare, gli consiglierei di utilizzare questo ultimo tempo della sua vita, prima che il tumore lo consegni alla vera morte, per recuperare il male fatto, collaborando con la giustizia umana, gridando forte, in modo che tutti possano sentirlo, il suo fallimento umano. Matteo, fai un atto eroico, trova dentro di te il coraggio necessario per dire, chiaro e forte, che nella violenza non c’è futuro.
Se mi fosse dato di poterlo incontrare gli direi, inoltre, di non disperare, perché Dio è più grande del suo male e, se lui lo desidera, assumendosi tutte le sue responsabilità, può riiniziare una vita nuova… finalmente!
Matteo Messina Denaro dai spazio a quello che resta della tua umanità e convertiti, torna alla verità, alla giustizia, alla pace, a Dio. Chiedi perdono a tutti e presentati con umiltà, così come oggi ti abbiamo visto, per ritrovare un posto di “uomo vero” dentro l’umanità.
Matteo, fratello mio, fai memoria di quella fede che hai ricevuto in dono nel momento del battesimo e, rinnegando tutto il male fatto, affidati a Dio che comunque ti cerca ed è l’unico, forse, che continua a volerti bene.
grazie per questo testo in cui mi ritrovo.
lore
E finalmente, incredibilmente potremmo gioire…personalmente penso che oggi sia un tempo particolarmente favorevole perché questo succeda…lo spero tanto…
Carissimo Giuseppe,
grazie perché hai sottolineato bene come la rinuncia alla violenza e alla sopraffazione sia fondamentale alla realizzazione dell’uomo vero, dell’uomo grande, realizzazione di umanità e fraternità piena. Sui libri di storia ci hanno sovente presentato le guerre e le violenze come imprese di grandi uomini, ma per lo più sono azioni criminali e poco uomini. Bisognerebbe dire anche che la storia viene portata avanti piuttosto da tante persone semplici senza violenza, che ogni volta ricuciono nel tessuto umano i fili della tela lacerata dall’azione violenta e devastante di vari “rinoceronti”. Pultroppo i libri di storia non aiutano a capire che chiunque usi violenza di qualsiasi genere non è uomo ancora. Un Caino non è un uomo ancora, un Abele nella sua non violenza è un uomo. Questo ancora non si capisce, ancora un Abele è considerato uno sfigato e Caino un vincitore. Ma così non è. Chi veramente porta avanti la storia sono i tanti Abele e le tante persone semplici che il Padreterno trasforma in semi fecondi di umanità. Questo lo si comincia a capire e quando lo si capirà del tutto, finalmente avremo un’umanità all’altezza del suo nome Quello che tu chiedi al “fratello” Matteo Messina Denaro, lo si potrebbe chiedere al “fratello” Putin, di rinunciare alla violenza e alla sopraffazione e diventare veramente fratelli che ancora non lo sono, di
diventare veramente uomini che ancora non lo sono e diventare veramente grandi perché ogni grandezza vera è solo fuori dalla violenza e finalmente avremmo un’umanità riconciliata dove il sangue di Abele nelle vene di Caino è arrivato finalmente al ❤️ cuore.