Inizialmente mi ha lasciato un po’ perplesso il fatto che dei giovani ventenni avessero deciso di scrivere un libro sul mistero del male e sugli effetti negativi che questo esercita su tante persone.
Vinta questa resistenza, ho avuto modo di apprezzare la loro fatica e vorrei, con queste righe, incoraggiarli e ringraziarli. L’argomento del libro è tra quelli che meritano di essere presi con molto equilibrio e sono contento del fatto che i due giovani autori si siano lasciati guidare dal parroco e da altri sacerdoti della diocesi; questo dice, da parte loro, grande attenzione alla Chiesa, all’interno della quale intendono camminare e a servizio della quale vogliono mettersi.
Purtroppo tanta gente – non solo giovani – si lascia suggestionare dal male e, spesso, cade nei suoi tranelli. Gesù nel Vangelo ci dice che i «figli di questo mondo (…) sono più scaltri dei figli della luce» (Lc 16,8) e a tutti chiede di essere «prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt 10,16). In questa delicata linea di confine tra la bellezza della grazia di Dio e la scaltrezza del nemico ci collochiamo tutti noi, sapendo di non combattere una battaglia da perdenti. Se ci accompagna la consapevolezza di dover lottare fino alla fine, ci consola la certezza che in Cristo «siamo più che vincitori» (Rm 8,37).
Capire, indagare, riflettere
L’argomento preso in esame da Vincenzo e Calogero richiede, da parte di tutti, estrema attenzione; il male non si deve minimizzare né, d’altro canto, si può parlare del male come l’argomento principe. Nella nostra fede il tema centrale e fondamentale, quello che regge tutti gli altri, è l’amore di Dio per noi e il fatto che, in Cristo Gesù, il Padre ci vuole tutti salvi. Parliamo di Satana e di male perché innanzitutto professiamo la vittoria che Cristo ha realizzato sulla croce.
Allora, potrebbe dire qualcuno, perché parlarne? Se ne parliamo è perché vogliamo attrezzarci in termini di prudenza e desideriamo sempre di più allontanare ciò che ci allontana dalla bellezza, da Dio fonte di ogni bellezza. E oggi assistiamo a un dilagare di fenomeni che oltraggiano la bellezza e i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. Di fronte a tutto ciò, Calogero e Vincenzo hanno deciso di non starsene con le mani in mano, ma hanno avuto il coraggio di capire, di indagare, di riflettere e, poi, di mettere nero su bianco perché altri, leggendo, inizino a stare attenti anche alle cose che potrebbero sembrare banali e imparino a puntare su ciò che davvero rende felici.
Nella preghiera del Padre nostro, Gesù ha inserito come ultima domanda «liberaci dal male». Lui che, per primo, ha vinto e in virtù del quale tutti possiamo vincere, ci ha chiesto di pregare per essere sempre attenti ai vincoli del male per sperimentare l’autentica libertà. Il libro dell’Apocalisse spiega il doloroso mistero di una battaglia, che continua oltre l’evento della Pasqua, con l’immagine di un drago che viene sconfitto in Cielo e che, una volta scaraventato sulla terra, si scaglia contro la donna, immagine della Chiesa. In questa battaglia i cristiani vincono «grazie al sangue dell’Agnello e alla loro testimonianza» (Ap 12,11).
Scegliere la bellezza e la grazia
Idealmente, vorrei dedurre un invito dal libro di Vincenzo e Calogero: imparare a stare dalla parte della bellezza e della grazia! Non lasciamoci sedurre dal male, ma lasciamoci affascinare dal bene; non lasciamoci ingannare da colui che divide e che ci divide, il diavolo, ma lasciamoci condurre da colui che crea armonia e unione. I tempi che viviamo sono pieni di insidia; ma non scambiamo ciò per una disgrazia. Per noi è una grande opportunità. Lo dice lo stesso Gesù nel Vangelo quando, prevedendo le persecuzioni che avrebbero subito i cristiani, dice loro «Avrete allora occasione di dare testimonianza» (Lc 21,13).
È tempo di una testimonianza coraggiosa su tutti i fronti! È tempo di cristiani forti che non seguono, come canne sbattute dal vento, le mode del momento ma mantengono con fermezza lo sguardo su colui «che dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12,2). Allora, mentre ringrazio ancora Vincenzo e Calogero e auguro che questa loro fatica letteraria porti buoni frutti, invito tutti a raccogliere l’invito di san Paolo: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21).
Francesco Montenegro, cardinale, è arcivescovo di Agrigento.
Il testo qui riprodotto è la Prefazione al volume Calogero Daino – Vincenzo Galifi, Gli angeli caduti. I demoni e il loro potere, Collana «Fede e vita», EDB, Bologna 2016, pp. 152, € 12.50. 9788810521243