Non passa lo straniero?

di:

caduti

Ricordo il 4 novembre come la festa dei caduti. Era per me il periodo delle elementari e delle medie, a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta, e, anche nei paesini, le scolaresche si recavano presso il monumento dei caduti di tutte le guerre, con incisi o scritti i nomi di coloro che avevano perso la vita nelle guerre mondiali. Risuonava l’inno del Piave e alcuni scolari recitavano poesie.

Tradizionalmente era il ricordo della conclusione vittoriosa della Grande guerra; la “quarta guerra d’indipendenza” per l’Italia, alcuni dicevano. Una guerra vittoriosa, ma con fiumi di sangue versato. Tanto che l’insegnante di Lettere, di idee socialiste, ci fece sorgere il dubbio: e se il nostro Paese avesse negoziato la neutralità? Non avrebbe strappato le stesse concessioni territoriali, completando l’unità nazionale, senza colpo ferire?

***

Un anno, poi, mi accorsi che in un altro piccolo centro, amministrato dal Pci, in quell’occasione si poneva l’accento sui caduti del secondo conflitto globale e sulla Resistenza. E non risuonava l’inno del Piave, a cui pure mi ero affezionato. Così toccai con mano concetti come la politica culturale e l’egemonia.

In effetti la partecipazione dell’Italia alla Grande guerra lacerò il quadro politico, specie a sinistra; lì iniziò e si consumò l’allontanamento di Benito Mussolini dall’Avanti! – all’inizio focosamente neutralista – e dal Psi, ad esempio. E nacque un vero e proprio filone politico-culturale: quello dell’interventismo democratico.

Animato da un’area, piuttosto elitaria, laico-socialista-riformista. Un solo nome: Carlo Rosselli, che oggi ricordiamo per il suo socialismo liberale. Assai più note sono le parole d’ordine dell’area massimalista che allora guidava il Psi, testimoniandone l’impotenza e il carattere parolaio, al quale viene associata su tutti i manuali di storia: né aderire né sabotare.

***

Vi sono infatti situazioni nelle quali si è chiamati alla decisione. Decidere è un verbo che rimanda a un altro: recidere; dare un taglio. Un passaggio ineludibile, in politica, non di rado. Non sempre è opportuno temporeggiare, come Quinto Fabio Massimo nell’antica Roma. Vi sono scelte dirimenti: si pensi alla vicenda del Kossovo, alla prima e alla seconda guerra del Golfo o, oggi, all’Ucraina e al Medio Oriente.

E, prima ancora, ai carri armati sovietici a Budapest e a Praga, al Vietnam, al golpe di Pinochet in Cile o a quello di Jaruzelski a Varsavia, e all’Afghanistan, di ieri e di oggi. Si può optare per il negoziato, naturalmente; per le trattative, per la pace e la ragionevolezza, ma sarebbe sbagliato eludere il problema.

Sono gli snodi decisivi, quelli che segnano la forza o il declino di una leadership, di un soggetto politico, di un governo, di un’area culturale. Non si può schivare il problema; occorre prendere posizione. Meglio se non da tifosi, contribuendo piuttosto alla soluzione. Ma in genere i fatti e la storia si incaricano di condannare l’ignavia, gli atteggiamenti pilateschi.

Occorrerebbe, io credo, provare ogni volta a coniugare lo spirito profetico – i profeti sono gli scambisti della storia, per dirla con André Neher –, leggendo i segni dei tempi e magari precorrendoli, e la ragionevolezza, intesa come una razionalità umanizzata e posta al servizio di una sana convivenza. Già; dobbiamo convivere, pur nelle differenze.

Print Friendly, PDF & Email
Tags: ,

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto