Papa Francesco ha parlato spesso ai giovani dell’importanza che hanno nella società i nonni e gli anziani. Lo ha fatto dando ai giovani un compito da svolgere a casa: parlare con i nonni, ascoltare, prendere i loro sogni e trasformarli in profezia.
Il discorso del papa è decisamente controcorrente. Oggi viviamo in una società in rapido mutamento che richiede sempre nuove competenze tecniche. Una società che tende a escludere quanti sono più in là con gli anni e hanno delle difficoltà nell’uso dei nuovi mezzi di comunicazione. Con l’avvento delle nuove tecnologie gli stessi genitori, per non parlare dei nonni, spesso si considerano fuori gioco perché si sentono depositari di memorie giudicate senza importanza.
Il papa ha messo invece in evidenza che ogni anziano dovrebbe essere consapevole di possedere un sapere, un bagaglio di esperienze sulle cose fondamentali della vita quali l’amore, la fede, la sofferenza, la speranza, che va comunicato alle nuove generazioni. I giovani, senza questo, resterebbero privi di chiavi importanti per interpretare la vita stessa.
I giovani hanno bisogno di chi, narrando le proprie esperienze di vita, offra loro una diversa lettura della realtà e la possibilità di un futuro migliore indicando un’eventuale alternativa ad un’esistenza segnata dall’indifferenza, dall’incapacità di comunicare, dalla tristezza e dall’egoismo.
Siamo abituati a pensare che la soluzione dei grandi problemi sociali passi per le mani di chi ha il potere, di chi ha responsabilità dirette di governo, di chi nella società ha posizioni di rilievo. Dobbiamo convincerci che non è così. Si è vero, il passato ormai non è più in nostro possesso, il presente che stiamo vivendo è segnato dalle nostre scelte precedenti, ma riguardo al futuro noi tutti possiamo fare qualcosa per renderlo migliore.
Proprio per offrire una maggiore opportunità di futuro alle giovani generazioni, i nonni, quando sono chiamati in causa, non devono ridursi ad essere soltanto dei custodi dei nipoti affidati loro dai genitori impegnati dal lavoro.
Certamente, essi sanno essere compagni di gioco ideali dei piccoli, perché hanno pazienza e si adattano con facilità al ritmo di vita pacato dei bambini, in genere sono meno rigidi, più tolleranti e sovente anche complici. Il nipotino può avere così qualcuno che sa mettersi in ascolto ed è disponibile a chiacchierare, stare ad osservare e a dare coccole.
I nonni, chiamati in causa per ragioni del tutto pratiche, diventano importanti figure educative per i nipoti e integrano quanto fatto dai genitori contribuendo alla formazione della personalità dei bambini.
Per essere ancora educatori, essi devono mantenere giovane lo spirito e risvegliare in loro il desiderio e la capacità di donare vita non solo facendo regali, ma soprattutto comunicando la propria esperienza.
Questa capacità di dono è particolarmente importante e deve essere svolta non solo quando i nipoti sono piccoli, ma deve proseguire anche nei confronti dei grandicelli, che troveranno nei nonni dei confidenti fidati.
I nonni sono custodi delle tradizioni domestiche, possono narrare la storia della famiglia ai giovani perché sappiano situarsi in essa. Raccontando della loro gioventù, dei sogni e delle esperienze fatte nel passato, i nonni aiutano i nipoti a riscoprire il valore dell’amore, della solidarietà e dell’orgogliosa ricerca del bene laborioso per andare avanti nella vita di tutti i giorni.
I nonni, senza voler imporre soluzioni ormai superate dal tempo, devono raccontare quello che sono stati quando erano giovani, quello che hanno fatto quando erano chiamati a costruire il loro futuro, quello in cui hanno creduto e i sogni che hanno cercato in ogni modo di realizzare.
Ascoltando i racconti degli anziani, i giovani potranno rendersi conto dei sacrifici, delle rinunce affrontate con il solo scopo di portare avanti la famiglia, di far crescere e far studiare i figli, di garantire a chi veniva dopo una vita più serena.
In conclusione, i nonni, pur non sapendo molto di nuove tecnologie, con il solo raccontarsi possono aiutare i nipoti a formarsi una loro identità aperta a Dio e ai valori della vita.