Nei Paesi sempre più scristianizzati del Nord Europa una grande quantità di chiese vengono chiuse e vendute, oppure anche demolite. Il paese dove il fenomeno, oggi, è particolarmente acuto è l’Olanda, per il fatto che il numero di coloro che frequentano le chiese, sia cattoliche sia protestanti, è in forte drammatica diminuzione. Basti pensare che nel 1960, per stare solo ai cattolici, coloro che partecipavano alla messa festiva erano il 90%, la quota più alta in assoluto dell’Europa; ora, a distanza di meno di una sessantina d’anni, la percentuale è precipitata al 10% e mentre nel 1958 i cattolici erano il 42%, nel 2013 erano scesi al 26%. Questa è la ragione per cui le chiese sono rimaste vuote e vengono vendute.
Ogni settimana, in media, sono due quelle che chiudono e che vengono messe in vendita, per diventare hotels, centri sanitari, scuole e persino strutture sportive. Negli ultimi 25 anni ne sono state vendute circa 900. Attualmente possono essere comperate persino in Internet.
Sono chiamate “chiese morte”, perché nessuno più le frequenta. E una sorte simile è riservata anche a diversi conventi rimasti ormai disabitati.
Quanto costano queste chiese? Il prezzo dipende da vari fattori: dal fatto, per esempio, se l’edificio servirà per scopi religiosi o di altro genere; oppure se si trova in città o in campagna. Sono naturalmente più costose le chiese considerate monumenti nazionali e molto elevato è anche il prezzo della loro ristrutturazione.
Per portare degli esempi: la chiesa neogotica di San Vittore, del sec. XIX, ad Afferden, nei pressi di Nimega, è stata venduta per 615.000 euro a dei buddhisti thailandesi, a cui si aggiungerà un altro milione e mezzo per la sua ristrutturazione.
Una cappella a Haaren, a nord di Tilburg, è valutata a 250.000 euro, mentre il chiostro di Elsendael, a Boxmeer, risalente al 1642, ha un costo che si aggira sui 3.085 milioni di euro.
Agenzie per la vendita
Del fenomeno della vendita delle chiese ha parlato in un servizio dell’8 giugno scorso, anche l’agenzia cattolica tedesca KNA riportando una conversazione avuta con la signora Mickey Bosschert, titolare dell’agenzia immobiliare Reliplan. Ormai sessantottenne, la signora conosce quasi tutte le chiese dell’Olanda perché sono 24 anni che con suo marito ha cominciato a catalogarle, raccogliendole inizialmente in un album fotografico e successivamente postandole in Internet dove è facile ora visionarle.
L’Olanda – ha affermato la Bosschert – costituisce oggi uno dei mercati più fiorenti della vendita delle chiese. Non passa giorno, ha detto, che non arrivino sulla sua scrivania progetti di grandi chiese messe in vendita. A informarsi vengono perfino dei cinesi per cercare di comperarle.
Nel centro di Amsterdam sorge il ristorante Bazar, che un tempo era una chiesa cristiana. E nella città di Womerveer, situata a nord di Amsterdam, una chiesa protestante, è stata ristrutturata per ricavarne 16 abitazioni. Nel corridoio d’ingresso è stata conservata una parte dell’organo, e sulle pareti sono rimaste due finestre della chiesa che ricordano il passato.
Mentre parlava, era seduta su uno degli ultimi banchi della chiesa del piccolo villaggio Deest, di soli 1.500 abitanti, appartenente al comune di Druten, distante una ventina di chilometri da Nimega. In questo comune, ha affermato, quattro delle cinque chiese esistenti saranno messe in vendita. La ragione non è solo perché sono rimaste vuote, ma anche perché loro manutenzione è molto costosa e in Olanda non ci sono sovvenzioni statali a questo scopo, ma tutto è a carico della comunità.
La Bosschert ha parlato anche di un progetto a lei particolarmente caro. Si tratta di un antico convento di suore di santa Caterina da Siena, situato a Nord di Amsterdam, su un’area pari a un ettaro di terreno: oggi è sede, tra l’altro, di una casa per la maternità dell’Esercito della salvezza; ospita anche un centro di attività sociale e presto anche una scuola. La chiesa limitrofa, invece, era già stata affittata a un’agenzia internazionale di musica, poi divenne una biblioteca. Attualmente l’edificio, risalente al 1924, è stato trasformato in un hotel.
La Chiesa olandese, ha concluso la signora Bosschert, è ormai un organismo “leblos”, senza vita. Guardando al crocifisso in legno appeso in fondo alla navata, alle sue spalle ha commentato: «La Chiesa in Olanda è come il corpo di Cristo senza vita appeso a questa croce. È freddo».
La sua preoccupazione, in quanto proprietaria di un’agenzia immobiliare, è almeno di cercare di vendere queste chiese a persone che le adibiscano poi a scopi umanitari. Anche perché, ha affermato, se arrivassero delle comunità di altre religioni, sarebbe un fatto doloroso per gli abitanti del luogo.