Accanto alla sepoltura in terra e alla collocazione delle urne dopo la cremazione, si profila una terza forma di sepoltura: rimettere alla terra il compostato del corpo del defunto. La sua pratica, avviata negli Stati Uniti in particolare per gli animali domestici e di compagnia, è giunta in Europa attraverso una startup tedesca che ha riformulato il processo. È chiamata Reerdigung (qui il sito ufficiale), «rimettere alla terra», che si può tradurre con «rihumazione», «tornare all’humus». Il nuovo metodo suggerisce il neologismo.
Processo innovativo e nuova parola
Il processo è innovativo. Si colloca il cadavere in un contenitore detto «bozzolo», una sorta di vasca da bagno di plastica riciclata o di acciaio. Il corpo è collocato sopra un «letto» di trifoglio, lupino, erba medica e paglia. I rifiuti verdi vengono inumiditi per sollecitare micro organismi già esistenti in natura e in parte aggiunti.
Il contenitore, «il bozzolo», viene chiuso e sigillato per 40 giorni. Un tempo sufficiente perché i tessuti molli del defunto si trasformino in terriccio, che, nella prassi della sepoltura con la bara, richiederebbe circa 20 anni. La temperatura interna è tenuta a 70 gradi.
Il «bozzolo» subisce un movimento ondulatorio dopo essere stato collocato in un «alvearium», un luogo che raccoglie diversi «bozzoli» per il tempo previsto (40 giorni) a ottenere il compostato. Rimangono però le ossa e i denti, che vengono passati attraverso un mulino per ossa. La polvere granulosa ottenuta da tale passaggio viene poi mescolata al compostato.
Il tutto, tolto dal «bozzolo», è collocato in un lenzuolo di lino che viene interrato a una profondità di poche decine di centimetri. Il suo contenuto si assimila rapidamente con il terreno che lo ospita. La scelta può cadere su un cimitero, come su una foresta o su un terreno dedicato. La rihumazione può essere utilizzata anche per i feti.
Prime sepolture e primi studi
L’intero processo non prevede il ricorso alla bara, richiede un impiego di energia molto inferiore a quello di una cremazione, riduce drasticamente le emissioni di CO2, risponde a un periodo (40 giorni) più lungo per l’elaborazione del lutto.
La piccola azienda è in capo a Paolo Metz e Max Hüsch. Essa si è data il nome Meine Erde (la mia terra), avviando una fondazione, Reerdigung. Sono già state effettuate una quindicina di rihumazioni nello Schleswig-Holstein (nel Nord della Germania), chiedendo una valutazione dei vari momenti del processo e, in particolare, della sepoltura a un laboratorio dell’università di Lipsia.
I ricercatori hanno valutato che la trasformazione del materiale organico del defunto in compostato è effettivamente avvenuta nell’arco dei 40 giorni e che, dai campioni prelevati e analizzati sul terreno, non è possibile riconoscere un DNA. Il via libera dello studio è tuttavia limitato dall’indagine avviata solo su due sepolture.
Le critiche
Molto critica è l’associazione delle imprese di pompe funebri tedesche (BDB) e di altri esperti, soprattutto nell’ambito del diritto.
Va anzitutto chiarita la trasparenza dell’intero processo perché solo allora si potrà garantire la piena dignità del defunto. I vari spostamenti e movimenti, dall’ondulazione del «bozzolo» ai viaggi del cadavere, agli spostamenti dall’alvearium al luogo della sepoltura sembrano minare il vincolo giuridico della «pace dei defunti».
Non sono ancora chiariti i rischi per gli addetti ai lavori di custodia, di spostamento e di sepoltura. Anche se l’azienda rifiuta i cadaveri di persone defunte per gravi malattie infettive (Covid, Ebola, Virus di Marburg o quello di Crimea-Congo) non si è sicuri che il compostato nel terreno non provochi effetti secondari pericolosi.
La pretesa riduzione dell’uso di energia non fa i conti con quella necessaria a mantenere la temperatura attorno ai 70 gradi del «bozzolo» nell’alvearium e a quella necessaria per far arrivare i cadaveri alla sede dei trattamenti.
Le amministrazioni e le Chiese
Divisi sono anche i giudizi dei vari stati tedeschi (Länder) che hanno la gestione dei processi e della legislazione sui morti. Se lo Schleswig-Holstein ha permesso la sperimentazione e sia Francoforte che Berlino si mostrano interessati a questo tipo di sepoltura, del tutto contrari si sono espressi la Baviera e la Renania-Vestfalia.
Divisioni che emergono anche a livello politico. Alcuni esponenti dei socialisti si sono detti convinti, ma i responsabili della CDU (democristiani) si mostrano molto freddi. Divisi anche gli esperti, che attendono i risultati di studi più ampi e convincenti. È ancora presto per definire i costi della sepoltura per rihumazione. Finora si aggirano sui 10.000 euro, di poco superiori a quelli comuni.
Sul versante delle Chiese, si registra una certa disponibilità di alcuni pastori protestanti. Il pastore evangelico luterano di Mölln, Hilke Lage – il luogo dove sono avvenute le prime sepolture – si è detto convinto della sostenibilità del processo e della sua compatibilità con le formule funebri della tradizione. Il responsabile del distretto ecclesiastico di Altholstein, Almut Witt, ha assistito all’apertura del «bozzolo» e ha riconosciuto un trattamento dignitoso e rispettoso dei corpi dei defunti.
Non vi sono ancora risposte ufficiali né da parte protestante (EKD) né da parte della Conferenza episcopale cattolica o di suoi esponenti laici. Si presume una certa simpatia per il processo da parte dell’islam e dell’induismo che non conoscono il ricorso alle bare nei loro riti funebri tradizionali.
Sepoltura adattabile
Una prima inchiesta sociologica sull’accettabilità o meno della sepoltura per rihumazione avrebbe mostrato un interesse positivo per il 27,4% dei contattati. Se l’orientamento fosse confermato, si potrebbe produrre in Germania un significativo spostamento di percentuali. Per ora la cremazione rappresenta il 78% del trattamento dei corpi dei morti. La sepoltura in terra si è molto ridotta. La nuova proposta potrebbe interessare quanti sono attenti alla salvaguardia dell’ambiente.
Porre mano ai riti funebri non è mai solo una questione tecnica di costi, efficienza e mercato. È sempre anche una questione religiosa, simbolica e di civiltà. Si mettono in fibrillazione importanti elementi antropologici, culturali, sociali e rituali.
Se confermata, la rihumazione potrebbe incrociare sia le nuove sensibilità per sepolture ambientali, anonime e interreligiose, sia l’attenzione verso i riti della tradizione cristiana e le sue formulazioni liturgiche, come anche per alcuni aspetti dei riti islamici e induisti.
I diritti dei morti
Le intollerabili violenze sui corpi registrate nella guerra russo-ucraina, nelle stragi di civili prodotte dalle truppe russe, nell’impossibilità di legame coi propri defunti frutto della migrazione forzata degli armeni dal Nagorno Karabakh, nella censurabile supponenza verso i malati e i morti delle truppe di Israele (e prima delle azioni terroristiche di Hamas), sono segnali drammatici sulla necessità di salvaguardare la dignità dei corpi morti.
Il seppellire e l’essere sepolti è un fatto antropologico di base. L’uomo è l’essere vivente che seppellisce il suo defunto e il trattamento dei morti è misura dell’umanità di una società. Anche la morte appartiene alla vita e i diritti dei viventi si allargano verso i morti e i sopravvissuti.
I cadaveri non sono mai «cose» o «materiali». Portano con sé la dignità dei vivi e, per i credenti, di quanti sono chiamati alla risurrezione. La commissione Giustizia e pace tedesca ha in elaborazione un testo sui diritti dei morti, come espansione dei diritti fondamentali riconosciuti nel 1948. L’augurio è che presto venga alla luce.
Sono favorevole. Tornare ad essere un tutt’uno con la natura dopo la morte è il mio desiderio, io non voglio né sepoltura né tomba. Ottima iniziativa, la condivido pienamente.
Prima che la Chiesa si pronunci sul versante simbolico del cadavere umano ci può venire incontro l’esperienza vissuta da conoscenti che han sempre venerato la tomba di un loro amico e che al momento dell’esumazione a trent’anni dalla morte, come previsto da molti regolamenti cimiteriali, non sanno darsi pace finché non ritrovano, sotto una croce anonima della fossa comune, il nome e la relativa salma del loro conoscente. E l’han cercata per dire una preghiera e porvi un fiore. Pensiamoci bene prima di aderire alle trovate della nuova economia ambientale.