Gli attentati di Nizza, dopo l’assassinio di p. Jacques Hamel durante la messa il 23 luglio, hanno condotto a segni contraddittori tanto nella Chiesa come nella società francese.
Un’inchiesta dell’inizio agosto, dunque giusto dopo quegli avvenimenti, evidenzia un aumento dell’anti islamismo nei cattolici e più ancora nei cattolici praticanti che si mobilitano su un’ipotesi di voto a favore di Marine Le Pen alle elezioni presidenziali del 2017. Bene inteso occorre relativizzare una prima reazione, emozionale e a caldo dopo questi attentati. Ma in tendenza s’intravvede un coagulo a destra per non dire estrema destra del voto cattolico e soprattutto dei praticanti.
La società francese stessa è presa in questo movimento di protesta e di paura relative alla pubblica sicurezza. Senza sorpresa, Nicolas Sarkozy ha annunciato la sua candidatura; tuttavia è più sorprendente che questo indichi ormai un indurimento della laicità alla francese che mirerebbe a interdire ogni segno religioso nelle università e nei luoghi di lavoro. La visita in Laterano, le radici cristiane dell’Europa, la menzione della laicità “positiva”, che avevano segnato il suo mandato di presidente della Repubblica, non sono più menzionati. Una tensione accresciuta.
Si può sorridere dell’interdizione del velo o delle magliette troppo attillate sulle spiagge, eccesso di zelo da parte di certi rigoristi, e dire che si sono dimenticati i costumi da bagno dell’inizio del XX sec., quando le amanti dell’eleganza si facevano portare nella cabina dei bagni e discendevano molto vestite… Più gravemente si può pensare che una società che intende escludere tutti i segni religiosi nello spazio pubblico si priva dell’opportunità di affrontare interrogativi spirituali. Solo i manifesti potrebbero essere affissi. Ma il dibattito spirituale non può essere tra Coca-Cola e Pepsi-Cola o tra Nike e Adidas. Il mercato avrebbe allora vinto per scacciare ogni spiritualità dallo spazio pubblico.
Altri segni emergono a contraddire i primi.
Numerose testimonianze di amici musulmani hanno messo in luce che pregavano per il p. Hamel. Sono venuti musulmani nelle chiese per incontrare cristiani; hanno osato gesti simili quando certuni – all’interno della loro stessa confessione – volevano loro proibire anche semplicemente di entrare in questi edifici. L’islam è attraversato da un dibattito pubblico al proprio interno, circa la sua posizione nelle società laiche e pluraliste. Questi segni sono fragili, ma illuminano le coscienze e contribuiscono a orientarle positivamente. A Calais un giudice ha impedito la chiusura degli esercizi commerciali abusivi ma delicati in termini sanitari all’interno del campo La giungla. Il diritto dei poveri a nutrirsi è più grande di certe direttive.
François Hollande, recandosi in Vaticano, ha tenuto a ringraziare papa Francesco per il suo messaggio alla Francia in questi tempi tormentati dal terrorismo. Il gesto è anche politico in periodo elettorale. Ma, al di là di questo, riconosce una certa forma di umanesimo offerto dalle religioni. Francesco, rifiutando di assimilare l’islam al terrorismo, fa la stessa cosa. È il terreno della nostra comune umanità, quello dei dialoghi possibili tra religioni e con gli atei o gli agnostici. Questo terreno non può che essere un terreno pubblico che attraversa la vita intellettuale e la vita quotidiana dei cittadini.
(Testo raccolto da Francesco Strazzari)