Jannik Sinner è un grande campione dello sport. Le sue prestazioni hanno sollevato parecchio entusiasmo in Italia, pure con toni anche di vivace nazionalismo. In particolare, l’informazione non sportiva lo esalta come un’espressione di assoluta eccellenza italiana.
Ma le cose non stanno proprio così, perché semmai Jannik è l’espressione di un’assoluta eccellenza tirolese. Infatti, Jannik Sinner è figlio di Siglinde e Hanspeter Sinner, nato a San Candido, Val Pusteria, provincia di Bolzano; ha frequentato le scuole superiori all’Oberschule Walther di Bolzano.
Insomma, Jannik è un giovane tirolese originario di lingua tedesca, cittadino della Repubblica italiana in forza degli accordi De Gasperi-Gruber del settembre 1946 che riconobbero l’autonomia amministrativa, i toponimi, l’insegnamento e l’uso della lingua tedesca agli abitanti del Süd Tirol/Alto Adige.
È l’articolo 6 della nostra Costituzione ad attribuire, fra i compiti della Repubblica, quello della tutela, con apposite norme, delle minoranze linguistiche che vivono sul territorio italiano: non solo tirolesi di lingua tedesca, ma anche ladini, francofoni – come la maggioranza degli abitanti della Valle d’Aosta – o gli occitani, sloveni, croati, albanesi, grecanici, friulani, catalani di Alghero, sardi.
La disposizione della Costituzione non è casuale perché tutte queste minoranze furono vessate negli anni del fascismo, impedite di usare la loro lingua nelle scuole, nelle relazioni con la pubblica amministrazione e la giustizia. I toponimi, ossia i nomi dei luoghi dove abitavano, furono storpiati e italianizzati.
Secondo il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, per “Nazione” si intende una «Unità etnica cosciente di una propria peculiarità ed autonomia culturale» e per “Nazionalità” «l’appartenenza ad una nazione come entità etnica o politica».
Jannik Sinner è quindi un cittadino italiano che appartiene a una minoranza linguistica ed etnica riconosciuta e tutelata dal nostro Stato.
Attualmente risiede a Montecarlo dove ha trasferito il domicilio fiscale.
Non capisco tutto questo clamore. Un’osservazione: gli stessi che tacciano di non italianità Paola Egonu, non si pronunciano per Sinner. C’è un tratto razziale di matrice “Vannacciana”, in tutto questo. Il colore della pella sembra un forte discrimine tra ciò che è italico e ciò che non lo è, ovvero per alcuni Sinner è “nostro”, mentre Balotelli, Egonu, etc.. no.
Vorrei ricordare ad i tanti commentatori che in tutto il mondo, lungo le zone di confine, si hanno per forza di cose provenienze etniche e costumi differenti che devono in qualche modo convivere; pensiamo al civilissimo Belgio, ad esempio, dove fiamminghi e valloni, pru nelle difficoltà, pare riescano a ben sopportarsi. In molte situazioni, come in Alto Adige, queste differenti provenienze e costumi sono ottimamente armonizzate permettendo una proficua convivenza. Quello altoatesino è peraltro un modello studiato perché ritenuto esportabile per la soluzione di situazioni analoghe.
Per me Sinner è italianissimo, semplicemente è nato in una zona di confine e quindi di commistione etnica. Quello che di Sinner non ho apprezzato è stata la presta decisione di stabilire la sua residenza a Montecarlo, nel migliore stile di coloro che cercano la fuga fiscale. Comprendo che il nostro fisco sia assai aggressivo, tanto percui chi si accinge a guadagni stellari come Sinner abbia fatto due calcoli, ma questi calcoli non li fanno tutti. Molti dei nostri sportivi, così come altri ricchi “parvenu”, non optano per questa scelta. Sinner, quindi, per me non è un non italiano, ma semmai un cattivo italiano, perché non contribuisce alle strade, agli ospedali, al welfare del nostro paese, pensando esclusivamente al vantaggio personale, scelte che campioni come Alcaraz, ad esempio, non hanno fatto.
Ma come si fa a definire Italiano uno che si chiama Jannik Sinner ed ha i genitori che si chiamano Sieglinde e Hanspeter?!! E come se non bastasse ha frequentato scuole di lingua tedesca? (Infatti parla un italiano con tonalità teutoniche).Non prendiamoci in giro e non siate ipocriti il fatto è che , essendo un grande campione,fa comodo farlo gareggiare sotto il vessillo italiano per portare un po’ di prestigio al nostro tennis che era ormai morto dai tempi di Panatta.Ecco…..quello si che era un grande CAMPIONE ITALIANO!
Io i confini italiani li ho studiati alle elementari…quindi non prendiamoci in giro, il problema è che l’invidia è una brutta bestia
In Italia nessuno è italiano…. Le regioni sono veri e propri stati diversi tra loro. Come la ex yugoslavia
Come diceva Costanzo , la mamma dei cretini è sempre incinta . Personalmente , sarei stato tifoso di Sinner , anche se fosse nato in qualsiasi Paese , lo apprezzo non solo come atleta, ma anche come persona , qualità riconosciute in tutto il mondo . In quanto al fatto , che ognuno si senta più italiano di altri , è una stupidata , si può essere orgogliosi per un senso di appartenenza , certo tutti ci si commuove quando ascoltiamo l’ inno nazionale , ma nessuno , senza un passato può avere un futuro , e Sinner senza dubbio e giustamente , avrà nel suo bagaglio culturale la storia della sua famiglia , come ognuno di noi , ma il suo senso di appartenenza , non è mai venuto a mancare ……riflettete gente……riflettete
È un problema senza sostanza. Il signor Sinner ha la nazionalità italiana. Appartiene alla popolazione tirolese, di un territorio un tempo sotto l’impero austriaco che ora fa parte della repubblica italiana.. Tutto ciò non ha nulla a che fare con il concetto di “razza” oggi non piu di rilevanza scientifica.e tantomeno di rilevanza genetica. Può darsi che alcuni italiani, che si sentono più italiani di altri, pensino di essere discendenti del mito di Romolo e Remo, ma da allora molti popoli provenienti da altri paesi, singolarmente, in gruppi o in massa, sono venuti nella nostra penisola e hanno “sparso” i loro spermatozoi e i loro ovuli. A mio avviso il concetto di nazionalità,di patria, di appartenenza è sopravvalutato. Apparteniamo tutti ad un’unica specie , quella di uomo a cui, con un po’ di presunzione, noi stessi abbiamo aggiunto l’aggettivo di sapiens. Viva Sinner!
vallo a dire all’heimatbund
Le cronache riferiscono che la premier Giorgia Meloni avrebbe salutato Jannik Sinner, incontrandolo, con le parole: «Sei l'Italia che mi piace». Di suo certamente la Meloni è molto, molto nazionalista e questo non le consente di
ricordare e riconoscere i disastri combinati dal nazionalismo italico. La gran parte dei commenti evidenzia come le vittorie, la simpatia, la giovane età, la bellezza del personaggio facciano velo sul fatto che Sinner sia un cittadino italiano appartenente alla maggioranza di lingua tedesca della Provincia di Bolzano, una popolazione i cui diritti sono tutelati dalla nostra Costituzione, a differenza di quanto accadde negli anni del Fascismo. Dovremmo essere grati a quelli che, a partire da Alcide De Gasperi si sono battuti per il diritto alla propria cultura e all'uso della propria lingua dei tirolesi che vivono ai confini settentrionali della nostra Repubblica.
Invece tutti i Vari Jorginho – Kean e altri che spacciamo per Italiani nella nazionale di calcio????? Quelli vanno bene !!!
NO!! Anche quelli non sono Italiani!
Chissà che cosa ne penserebbe Alberto Magno delle distinte riflessioni di Luigi Benevelli, se è nato poco più su del Tirolo ed è uno dei grandi Padri filosofici dell’ attuale sistema istituzionale italiano .
Articolo vagamente razzista. Se Sinner avesse avuto la pelle nera e qualcuno si fosse permesso di dire le stesse cose sarebbe successo un putiferio. Ennesima dimostrazione del fatto che il politicamente corretto funziona a senso unico.
Concordo. Articolo razzista e agghiacciante. Pensate se l’articolo fosse stato pubblicato su Ghali e impostato nello stesso modo: “Ghali: non proprio italiano”.
“Ghali Amdouni è una grande star della musica. Le sue esibizioni hanno sollevato parecchio entusiasmo in Italia, pure con toni anche di vivace nazionalismo. In particolare, l’informazione non musicale lo esalta come un’espressione di assoluta eccellenza italiana.
Ma le cose non stanno proprio così, perché semmai Ghali è l’espressione di un’assoluta eccellenza tunisina. Infatti, Ghali è figlio di Amel e di un padre tunisino, nato a Milano; ha frequentato le scuole superiori all’Istituto Professionale “Rosa Luxemburg” di Milano.”
Agghiacciante vero? Ho preso Ghali in quanto esempio di italiano di successo figlio di immigrati, provo ribrezzo per quanto ho scritto ma ho voluto farlo per mostrare quanto sia sbagliato ospitare interventi di questo tipo. Da un giornale associato a un ordine religioso cattolico mi aspetto di meglio.
Si è formato tennisticamente in Italia, mica in Austria, e questo conta moltissimo. Inoltre per la costituzione tutti i cittadini sono uguali difronte alla legge. Non è ammessa nessuna discriminazione per nessun motivo, meno che mai lingua o etnia.
Se un immigrato di seconda generazione di origini arabe avesse ottenuto un ottimo risultato e un governo di sinistra lo avesse celebrato avremmo potuto trovare un articolo dello stesso tipo su un giornale di estrema destra. Non si combatte il male con lo stesso male!
Beh immagino che avrà studiato in scuole pubbliche pagate anche da cittadini di origine italiana e si sarà curato in ospedali pagati anche da italiani. Quindi la sua vittoria è un po’ di tutti quelli che hanno contribuito alla costruzione di questo campione cioè, che piaccia o no, l’Italia, che nella sua pancia ha, fortunatamente, una ricchezza di minoranze culturali e linguistiche che la rendono ancora più bella e che fanno parte della sua identità di paese sfaccettato e complesso. l’Italia è nata da un assemblaggio più o meno forzato di stati e staterelli non sempre così uniformi dal punto di vista culturale. Il risultato è il paese più artisticamente bello del mondo.
Peccato che quelle scuole e quegli ospedali sono pagati con le nostre tasse e non le sue
Anche Mina ha la residenza in svizzera come migliaia di italiani ma nessuno dice che non è una grande cantante italiana. Mi sembra tutto molto ipocrita. Non so quando ha trasferito la residenza a Monaco ma se lo ha fatto seguendo la legge che volete?
In ogni caso, anche se Sinner si sentisse tedesco, non gli si potrebbe attribuire alcuna colpa: non hanno chiesto i Sudtirolesi di entrare a far parte dell’ente Italia, anzi: fu una forzatura tutt’altro che gradita alla popolazione locale, che andò avanti a protestare, qualche volta con piccoli attentati alle cose pubbliche (mai alle persone) fino agli anni 70. Oggi non se ne sente più parlare perchè la comunità autoctona tedesca è in via di estinzione, come in generale tutta quella del nord Italia, soppiantata prima dall’immigrazione dal sud d’Italia, ora dal sud del mondo.