Donne e uomini continuano ancora oggi ad essere perseguitati, minacciati e uccisi con l’accusa di essere streghe e stregoni. Missio Aachen, importante istituzione missionaria della Chiesa tedesca, denuncia violenze in 45 stati nel mondo: Africa subsahariana (28), Asia meridionale (12), America centrale e meridionale (5). Difficile dare cifre, ma secondo gli esperti dell’istituzione tedesca negli ultimi 60 anni le vittime, soprattutto donne, sarebbero superiori al numero delle vittime accusate di stregoneria nella storia europea dal 1430 al 1780: 50.000 ca.
Per questo Missio ha proposto di dedicare una giornata internazionale contro la stregoneria. La scelta del 10 di agosto è dovuta a un caso noto e molto studiato. Il 10 agosto 2012, in Papua Nuova Guinea, una donna, Christina Pakuma, fu sottoposta a efferata tortura davanti a centinaia di persone nel villaggio di Mendi. L’allarme del figlioletto permise l’arrivo di un missionario e di una suora (Gaudenzia Meier) che non poterono intervenire per le minacce (alla suora fu bruciata una mano). Christina riuscì a sopravvivere e fu presa in custodia da suor Lorena Jenal, svizzera, che da quel giorno ha dedicato la sua vita a salvare oltre 250 donne accusate di stregoneria.
Sanguma-Kumo
Missio Aachen sta mettendo in rete quanti intervengono sull’emergenza. È il caso di suor Therese Mema (Repubblica democratica del Congo) che ha detto: «Dalla pandemia del Coronavirus sempre più persone sono state accusate di stregoneria e il numero delle vittime è aumentato».
Il fenomeno è esteso anche in India. Dal 2000 si calcola che le donne uccise per stregoneria siano 2.500. Solo 6 dei 28 stati che compongono il paese hanno una legislazione per prevenire la caccia alle streghe. Il 18 gennaio scorso la Chiesa cattolica è tornata a denunciare il fenomeno dopo che 4 giorni prima una donna era stata uccisa a Rohtas (stato del Bihar).
Tornando al caso di Christina Pakuma la possibilità di sentire la vittima e di ricostruire i fatti da testimoni diretti ha permesso la pubblicazione di uno studio consistente apparso nel 2020 sul sito di Missio Aachen (missio-hilft.de).
Analizzando i fattori strutturali, le modalità concrete di aggressione e gli eventi scatenanti il testo ricostruisce come una donna (o un uomo) diventa sanguma, e cioè donna con un potere malvagio e magico utilizzato per colpire e danneggiare persone e animali. La donna sarebbe «occupata» da uno spirito, il Kumo, che può assumere forme di animali e che prende dimora nel corpo della donna. Il contesto che favorisce il fenomeno sono morti improvvise o malattie che decimano il bestiame o avverse condizioni climatiche.
Christina Pakuma fu accusata per la morte di un parente e per la malattia dei maiali allevati in paese. Il racconto di come è stata presa da alcuni uomini, portata in piazza, denudata e torturata in mille forme è raccapricciante. Non una voce di dissenso si è levata dalla folla se non dal missionario e dalla suora accorsi e violentemente respinti. Per giorni e notti ha continuato a subire violenza fino a che è riuscita a fuggire e a trovare rifugio presso suor Lorena Jenal. La polizia è rimasta inattiva. Nel paese vigeva una legge anti-stregoneria, cancellata nel 1971.
Solo recentemente è stato proposto uno specifico articolo nel Codice di diritto penale. Il peso di una tradizione atavica è contenuto e mitigato grazie all’attività delle organizzazioni non governative e delle Chiese locali.
Le «nostre» streghe
Non sorprende che la denuncia più convinta a difesa delle «nuove» streghe arrivi dalla Germania, perché l’Europa centrale e settentrionale è stata l’epicentro della caccia alle streghe all’inizio della modernità, nel XIV secolo. L’allora cambiamento climatico con gli inverni lunghi e gli scarsi raccolti favorì il gonfiarsi della superstizione popolare e la ricerca dei capri espiatori. Anzitutto fra le donne, le cosiddette «donne sagge», custodi della conoscenza segreta della riproduzione.
Anche se in Islanda e in Estonia gli stregoni presi di mira erano soprattutto uomini (rispettivamente nel 90% e nel 60% dei casi), per «le ricerche contemporanee, circa la metà delle circa 50.000 vittime si registrò nei territori del sacro romano impero della nazione germanica» (J. Bordat Katholisch.de 2 agosto 2020), in coerenza con il sentire popolare, ma non con la tradizione teologica, soprattutto cattolica.
«Per molto tempo si è erroneamente sostenuto che fosse la Chiesa a portare il peso maggiore della caccia alle streghe. Non è così. Le responsabilità erano in capo ai processi civili con i quali la Chiesa non aveva molto a che fare. La ricerca ha chiarito tutto questo» (Johannes Dillinger, Katholisch.de 21 gennaio 2023).
La possibilità di una magia dannosa è presente nella tradizione teologica da Agostino a Tommaso ed è stata regolata dal Canonico episcopi del X secolo. L’Inquisizione è stata coinvolta solo in pochi casi e nei suoi processi i tassi di assoluzione erano molto alti rispetto ai tribunali secolari. Ciò non toglie il grave peso morale della giustificazione della tortura e l’utilizzo strumentale della bolla pontificia Summis desiderantes effectibus (1484) nel testo di maggior successo a giustificazione dei processi alle streghe.
Nel 1487 il domenicano Heinrich Kramer, espulso dal vescovo di Innsbruck, pubblicò il Malleus Maleficarum (“martello delle streghe”), il manuale più diffuso nei processi in materia, che ebbe numerose edizioni e una diffusione di circa 30.000 copie (ma per alcuni non furono più di 10.000). Nonostante le critiche di Ulrich Molitor (De lamis et pythonicis mulieribus, 1489) e soprattutto del gesuita Friedlich Spee von Langenfeld (Cautio criminalis seu de processibus contra Sagas Liber, 1631), il testo di Kramer continuò a fare danni. Fino ad alimentare l’opinione pubblica nazista che, nella prima metà del Novecento, parlava di 9 milioni di vittime attribuite direttamente alla Chiesa cattolica.
La razionalità non basta
Davanti a pregiudizi interessati o di tipo complottista, o davanti a banalità semplificanti, l’argomentazione competente e razionale non era e non è particolarmente efficace. «Anche all’inizio dell’era moderna le menti libere si ribellarono alla persecuzione delle streghe, ma furono presto tacitate, perseguitate a loro volta come vicino alle streghe o etichettate come stupide. Questo accade ancora oggi. Gli oppositori politici sono talora considerati o malvagi o stupidi o ambedue. È un antagonismo che si trova ovunque nello spettro politico. Dal punto di vista scientifico si può cercare di educare e convincere con i fatti chi è indeciso o ha una mentalità aperta. Ma la tendenza a demonizzare l’avversario non si combatte solo con i fatti. Perché accada il cambiamento occorre una complessiva mutazione socio-culturale» (Johannes Dillinger).
Non tutte le streghe sono cattive