Negli ultimi tempi due eventi, pur di portata molto diversa, mi hanno convinto a scrivere queste righe per commentare il messaggio di Papa Francesco nella giornata di Terra Madre, del settembre scorso, al quale i media hanno dato ben poco rilievo.
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Il primo evento, con un risvolto molto personale, è stata l’esondazione del torrente Ravone e l’alluvione di Bologna. Quando ero bambino, il Ravone lambiva il giardino della casa dove abito dalla nascita e ci andavo a caccia di salamandre.
Poi la città si è allargata, il torrente è stato tombato, e dopo l’alluvione in via Saffi dello scorso anno, è esploso nei giorni scorsi all’incrocio con via Saragozza. L’acqua ha inondato una serie di garage e cantine sotterranee di due palazzi che hanno funzionato da cassa di laminazione, proteggendo casa mia, ma mi ha messo davanti agli occhi il dramma dei ricordi perduti per tante persone che conosco: effetti e affetti ammassati in strada per essere smaltiti.
Ancor peggio è andata agli abitanti di Botteghino di Zocca e della val di Zena, luogo mitico per tanti passaggi in bicicletta con i compagni del mio circolo sportivo.
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A distanza di pochi giorni il secondo evento, l’apocalisse di Valencia ed i suoi tanti morti, con immagini che stanno ancora facendo il giro del mondo.
In questi anni ho imparato dai miei amici di Energia per l’Italia che la Spagna è al vertice dei Paesi europei che maggiormente si sono attrezzati per produrre energia da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) e per abbattere le emissioni di CO2. Ma tutto questo non serve se non si entra nella logica della Terra quale casa comune!
Le parole di Papa Francesco nella giornata di Terra Madre non lasciano adito a dubbi: «mi rivolgo anche a tutte quelle donne e quegli uomini che hanno a cuore il bene di questo Pianeta: tutto quello che ci circonda è un dono e noi tutti abbiamo il dovere di rispettarlo e preservarlo. Per questo, il ruolo di custodi della casa comune assume ancor più significato».
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Prima della pensione, come esperto di alimentazione, ero attento a realizzare diete personalizzate ed un’educazione alimentare favorevole alla salute. Oggi è divenuto prioritario prestare attenzione non solo alla salute individuale, ma alla salute del pianeta, messa a rischio da un’agricoltura e da un allevamento di carattere intensivo, che non sono una piccola causa dei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo.
La produzione del cibo è responsabile di circa il 25% della produzione totale di CO2, valore simile a quanto prodotto da tutte le auto ed i camion in circolazione! È stato stimato che passare dal consumo quotidiano di carne al consumo di carne limitato a 2 giorni a settimana farebbe diminuire la produzione di CO2 del 39%, il consumo di acqua del 28%, l’impronta ecologica (consumo di suolo) del 35%. Il vantaggio di un’alimentazione totalmente vegetariana sarebbe ovviamente ancora maggiore (rispettivamente del 55%, del 39% e del 48%).
Il primo pensiero di Papa Francesco ai partecipanti a Terra Madre è stato proprio «per quelle persone, donne e uomini, che hanno un ruolo primario nella produzione e trasformazione del cibo». «Il vostro lavoro – ha scritto il papa – ricopre un’importanza enorme nella salvaguardia del pianeta», quali sentinelle del creato che portano avanti “la coltura e la cultura del cibo nel pieno rispetto della natura» ed «i primi a patire gli effetti disastrosi della crisi climatica: sto parlando della siccità, della desertificazione, di fenomeni atmosferici sempre più violenti»: conseguenze del cambiamento climatico.
La dieta Mediterranea – patrimonio immateriale dell’umanità che riduce il rischio di malattia metabolica e cardiovascolare – è fondata sull’uso di prodotti locali, sul rispetto delle tradizioni e dell’arte culinaria e sulla condivisione che riduce i consumi e gli sprechi.
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Lo spreco alimentare è un insulto ai doni a Madre Terra! Circa un quarto del cibo prodotto viene sprecato, e manca sulla tavola di almeno 800 milioni di persone, alle quali viene negato il diritto al cibo, mentre oltre il doppio muoiono di obesità! Siamo ben lontani dai primi due Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile 2030 (sconfiggere la povertà e sconfiggere la fame), ratificati da tutti i 193 Stati membri dell’ONU nel settembre 2015!
Abbiamo invece trasformato il cibo da bene comune a prodotto di consumo, soggetto alle logiche di mercato, senza tener conto degli impatti ambientali, mentre i raccolti dipendono in misura sempre maggiore dai concimi azotati prodotti a partire da combustibili fossili. Papa Francesco ammonisce che «l’agricoltura viene strumentalizzata dalla logica del profitto, diventando quindi un mezzo per inquinare la terra, sfruttare i lavoratori e impoverire la biodiversità».
Anche in agricoltura esistono nuove tecnologie che possono indirettamente ridurre i cambiamenti climatici, che andrebbero favorite da una politica attenta al futuro delle nuove generazioni. I sistemi produttivi che combinano le coltivazioni agricole con la produzione di energia rinnovabile sono possibili senza impattare sulla produzione di cibo.
Per alcune colture è stato documentato che la copertura dei terreni coltivati con pannelli fotovoltaici (agrivoltaico) può anche favorire la crescita e la produzione, proteggendo al tempo stesso le piante da eventi estremi: questi sistemi aggiungono il reddito della produzione di energia al reddito agricolo e possono evitare l’abbandono dei terreni meno produttivi per rilanciare l’agricoltura in aree deprivate.
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Il messaggio di Papa Francesco va poi oltre la produzione di cibo e la sostenibilità ambientale, chiamando in causa tutta l’umanità per la conservazione del creato, che non può che essere coniugata con la fratellanza e la comunione. «La fratellanza universale è ciò che dobbiamo perseguire, un concetto che trascende le barriere culturali, religiose e sociali. Solo così potremo riconoscere la nostra umanità come elemento comune, abbracciando le diversità e concependole come un arricchimento, piuttosto che motivi di divisione».
Come giungere alla salvaguardia del pianeta Terra sin tanto che continuiamo a lanciare missili da un paese all’altro incrementando le spese militari!? Per aggredire o difenderci, non fa differenza: siamo tutti sulla stessa astronave Terra! E ancora: sin tanto che continuiamo a sfruttare le risorse non rinnovabili, accaparrandoci combustibili fossili con uno stile di vita irrispettoso della Terra e dei suoi abitanti!?
L’evento di Valencia è la “cartina di tornasole”: come per il COVID, conferma che «non ci si salva da soli», come ha detto ripetutamente Francesco. In questo caso non esiste un vaccino che ci possa proteggere individualmente. Gli scienziati avvertono, da oltre 50 anni, che il cambiamento climatico comporterà scenari impossibili per la vita dell’uomo sulla Terra, se non troviamo un accordo per abbandonare l’uso dei combustibili fossili e limitare l’aumento della temperatura.
Il protocollo di Kyoto (1997) sembrava l’inizio di una volontà comune alla quale riesce oggi difficile dare un seguito. Sotto l’impero dell’economia, si discute oggi se spostare i traguardi che il Green Deal dell’Unione Europea si era già data. Entro la fine del secolo, 3 miliardi di persone potrebbero essere costrette a muoversi dai Paesi d’origine per effetto della desertificazione delle aree interne e l’aumento dei livelli del mare che sommergerà le aree costiere. Le alluvioni di questo mese non sono da considerarsi eventi eccezionali e irripetibili, perché saranno la normalità climatica dei prossimi anni.
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Così, nel suo messaggio, si avvia a concludere Papa Francesco: «È bene avere coscienza che, nella complessità del mondo moderno, in cui crisi climatica e crisi sociale viaggiano di pari passo, difendere la biodiversità, interrompere la deforestazione, eliminare gli sprechi, e passare velocemente a risorse rinnovabili vuol anche dire perseguire la strada della Pace, vera urgenza di questo periodo storico».
Ricordiamo che il nostro pianeta continuerà a girare intorno al Sole, indifferente al fatto che esistano uomini poveri o ricchi sulla sua superficie, che siano molti o pochi e con la pelle di qualsiasi colore. Facciamo in modo che la Terra, pur sempre nostra Madre, non rinneghi i suoi figli!
- Giulio Marchesini è professore di dietistica (Università di Bologna).