Il presidente di Pax Christi tedesca Heiner Wilmer, vescovo dehoniano di Hildesheim, ha definito l’invasione militare russa dell’Ucraina “un vulnus eclatante del diritto internazionale e un attacco al progetto europeo. L’invasione ha come scopo di distruggere l’indipendenza dell’Ucraina e di sottoporre il paese all’influenza della Russia. Si tratta chiaramente di un grave atto criminale”.
Secondo mons. Wilmer è importante comprendere rapidamente “che non si tratta solo di un conflitto regionale, ma un segmento di un confronto decisivo rispetto al futuro dell’Europa. Anche se le azioni militari e la fase più incandescente della guerra dovessero finire in tempi relativamente brevi, rimane il conflitto di fondo. Il progetto europeo – libertà, democrazia, diritti dell’uomo e un mercato attento alla dimensione sociale –, per il quale ha deciso una larga maggioranza dei cittadini ucraini, rappresenta un contro-modello al regime autoritario di Putin. In questo momento si pone per le società europee, ma anche per l’Occidente nel suo complesso, il compito di prendere parte a questo conflitto di visioni e andare avanti con convinzione senza retrocedere”.
In questo momento, a partire dalla visione del progetto europeo, questo significa mettere mano a “forti sanzioni” nei confronti della Russia quale chiaro segno di “solidarietà con l’Ucraina” – ma anche come confessione comunitaria del quadro di valori intorno ai quali si costruisce il progetto europeo: “molto dipenderà dal fatto che all’Europa e all’Occidente riesca di essere uniti, coesi e fermi” nel confronto con la Russia.
Altrettanto urgente, davanti all’altamente probabile crisi di rifugiati ucraini, è la necessità di mostrare “la solidarietà europea” – non solo necessaria nell’ora presente, ma anche dovuta.