Perché non riscoprire, in assenza dell’eucaristia, la recita della Liturgia delle ore? Anch’essa è celebrazione del mistero pasquale di Cristo.
In questo tempo nel quale anche la fede è messa alla prova si sottolinea molto – e si fanno a volte anche inutili polemiche (fuori luogo in questo momento) – l’impossibilità di celebrare insieme, come comunità cristiana, l’eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa (cf. LG 11; SC 10). Mi sembra, da ciò che vedo e sento, che invece si insista poco sulla possibilità di celebrare personalmente o in famiglia la Liturgia delle ore, in particolar modo le lodi mattutine e i vespri.
Eucaristia e Liturgia delle ore
Se indubbiamente la celebrazione eucaristica è il modo più alto della Chiesa per celebrare il mistero pasquale di Cristo, la Liturgia delle ore è anch’essa, nel modo che le è proprio,celebrazione del mistero pasquale di Cristo. Non è certamente la stessa cosa che celebrare l’eucaristia, ma è comunque celebrazione nel ritmo della giornata del mistero di Cristo, di morte e risurrezione che, in un momento come questo, tutti possono vivere.
I Principi e norme per la celebrazione della Liturgia delle ore affermano che la Liturgia delle ore «estende alle diverse ore del giorno le prerogative del mistero eucaristico “centro e culmine della vita della Chiesa”» (PNLO 12).
Se, in questo tempo, non possiamo celebrare insieme l’eucaristia, questa affermazione acquista un valore ancora più grande e ci dovrebbe far interrogare. Inoltre, sempre i Principi e norme per la celebrazione della Liturgia delle ore affermano che «la celebrazione dell’eucaristia viene ottimamente preparata dalla Liturgia delle ore» (PNLO 12).
Perché allora non vedere in questo tempo di necessaria e forzata astensione dalla celebrazione comunitaria dell’eucaristia un momento in cui la Liturgia delle ore acquista in pieno questa funzione di “preparazione” e di “tensione” alla celebrazione eucaristica, in attesa di poterla nuovamente celebrare insieme?
Per tutti, non solo per alcuni
La Liturgia delle ore, purtroppo, è ancora troppo intesa come l’“obbligo” dei preti (dei chierici) e dei religiosi, una preghiera riservata cioè ad alcuni nella Chiesa. Il Vaticano II e la riforma liturgica hanno invece voluto recuperare la Liturgia delle ore come celebrazione della Chiesa, che tutti i cristiani possono celebrare.
Purtroppo, in questi anni non si è fatto abbastanza perché nelle comunità cristiane si comprendesse il valore della Liturgia delle ore e la si celebrasse in modo comunitario, assegnandole il valore che ha, a volte riducendola alla versione un po’ più ricercata delle “preghierine” del mattino e della sera (basta vedere il titolo di alcuni sussidi). Ma la Liturgia delle ore non è l’equivalente della preghiera del mattino e della sera, è molto di più, è celebrazione della Chiesa, del mistero pasquale di Cristo nel ritmo del tempo.
Il linguaggio del tempo per «dire»/celebrare la Pasqua
Nella liturgia, il tempo è un linguaggio che diventa “sacramento” del mistero pasquale di Cristo. Noi conosciamo tre ritmi del tempo: quello annuale (l’anno liturgico), quello settimanale (la domenica), quello quotidiano (la liturgia delle ore).
Il ritmo del tempo basato sul giorno, che è «l’unità minima del tempo» naturale (cf. Rizzi, Il problema del senso), nella liturgia cristiana è costituito dalla Liturgia delle ore. Il modo proprio della Liturgia delle ore di celebrare il mistero di Cristo è differente sia da quello che caratterizza l’anno liturgico, sia dal ritmo ebdomadario. Se, infatti, l’anno liturgico si fonda principalmente sul variare delle stagioni che divengono “sacramento” del mistero di salvezza, la Liturgia delle ore ha come elemento di riferimento l’arco della giornata e, in modo particolare, il sorgere e il calare del sole. Proprio per la fondamentale importanza del riferimento alle ore del giorno, al sorgere e al calare della luce, il Vaticano II invita a rivedere la celebrazione della Liturgia delle ore in modo che «le diverse ore, per quanto è possibile, corrispondano al loro vero tempo» (SC 88).
A questo dato fondamentale, che riconosce al corso naturale del giorno e della notte un valore “sacramentale”, vanno ricondotti i principali elementi che formano la celebrazione della Liturgia delle ore. Lodi e vespri, ad esempio, hanno evidentemente il loro riferimento fondamentale al sorgere e al calare della luce e quindi alla risurrezione e alla passione, alla creazione e alla fine/compimento della storia. Proprio per questo loro chiaro riferimento ad una ben precisa ora del giorno lodi e vespri, che sono «il duplice cardine dell’ufficio quotidiano, devono essere ritenute le ore principali e come tali celebrate» (SC 89).
Le ore minori di terza, sesta e nona hanno, proprio per la loro collocazione temporale nell’arco della giornata, un esplicito riferimento a eventi della passione di Cristo che troviamo nei racconti evangelici e ad altri eventi.
La Settimana Santa che ci sta davanti
Perché non pensare alla Settimana Santa che ci sta davanti come ad un’occasione per riscoprire la Liturgia delle ore? Chi non è già abituato a celebrarla, potrebbe cominciare, magari proprio in questa Settimana Santa – e in particolare nel Triduo pasquale – così “strana” a celebrarla o personalmente, o, ancor meglio, in famiglia.
Si potrebbero celebrare in famiglia soprattutto lodi, vespri e, magari, anche compieta, in particolare nei giorni del Triduo. Magari alle lodi, si potrebbe sostituire alla lettura breve il Vangelo del giorno.
Il Venerdì Santo, si potrebbe celebrare l’Ufficio delle Letture alle 15.00 del pomeriggio, leggendo, dopo le letture, la Passione del Signore, secondo Giovanni.
Nella notte del Sabato Santo, quando si celebra la Veglia pasquale, si potrebbe celebrare insieme l’Ufficio delle Letture del giorno di Pasqua, concludendolo con la lettura del Vangelo della risurrezione del Signore (cf. brano evangelico della Veglia pasquale o del giorno di Pasqua).
Strumenti
Per chi non avesse a portata di mano il libro della Liturgia delle ore, i mezzi informatici ci aiutano molto oggi. Ci sono comodissime App da installare sul telefonino che mettono a diposizione la Liturgia delle ore completa di ogni giorno:
Per chi non avesse la possibilità di scaricare l’App sul telefonino, si può ricorrere ad un sito.
Viviamo questo tempo anche come opportunità
È un tempo difficile, doloroso. Un tempo in cui emergono anche le nostre povertà nell’ambito di fede ed ecclesiale. Sfruttiamolo per “crescere” e per cercare di vivere bene quegli strumenti che abbiamo a disposizione, senza perdere tempo a lamentarci di quelli che non abbiamo o non possiamo vivere. Anche questo è uno “stile cristiano” con cui vivere questi giorni difficili.
Forse allora scopriremo in modo nuovo tutta la ricchezza di fede e di preghiera che il Vaticano II ha “preparato” per la nostra vita personale e comunitaria. È come una tavola imbandita della quale forse non abbiamo approfittato fino in fondo, ma che forse è il momento di riscoprire.
- Matteo Ferrari è monaco di Camaldoli.