La devozione al Sacro Cuore di Gesù appare senza dubbio un luogo privilegiato per esplorare i temi della corporeità e della memoria. Che si tratti di una devozione eminentemente corporea appare chiaro a più livelli. Anzitutto, in senso più radicale, perché ha a che fare con il corpo di Cristo e con un organo corporeo, il cuore, che assume la funzione simbolica di centro più intimo della persona di Cristo e del suo amore verso l’umanità.
Proprio in quanto organo corporeo, esso può essere riprodotto, rappresentato mediante supporti concreti, che siano semplici immaginette devozionali o sontuose raffigurazioni pittoriche, scapolari da indossare o stendardi da portare in processione.
Da qui – dall’iconografia, ma anche dalle pratiche rituali o dalle narrazioni – si istituisce la possibilità di produrre una memoria che, da un lato, richiede di essere stabilizzata per poter essere riconoscibile e condivisa e, dall’altro, subisce inevitabili trasformazioni in un processo creativo senza posa.
Inscritta in questa codificazione dinamica, la devozione al Sacro Cuore si presta a una serie di studi in cui si intrecciano la riflessione teologica e lo studio dell’iconografia, l’attenzione alla spiritualità e la ricerca storica.
In questa prospettiva si inserisce il volume curato da Franziska Metzge e da Stefan Tertünte, che raccoglie gli atti del colloquio Sacred Heart Devotion. Memory, Body, Image, Text – Continuities and Discontinuities («Devozione al Sacro Cuore. Memoria, corpo, immagine, testo: continuità e discontinuità»), tenutosi a Roma l’8-9 novembre 2019, frutto di un’inedita e feconda collaborazione fra la Congregazione dei Sacerdoti del S. Cuore (Dehoniani) e l’Università pedagogica di Lucerna in Svizzera.
L’originalità del testo consiste nell’aver privilegiato un approccio multidisciplinare che cerca di riflettere su come la devozione al Sacro Cuore sia all’origine di un processo di creazione e di incessante trasformazione e ridefinizione di uno spazio di memoria in cui le istanze teologico-spirituali sono veicolate mediante rappresentazioni (corporee) che, in qualche modo, cercano di “cristallizzare” una devozione che interessa sia la dimensione interiore del rapporto del singolo con Dio sia lo spazio pubblico del sociale e del politico.
Non meraviglia, allora, che nel testo trovino spazio contributi che analizzano rispettivamente il rapporto fra memoria, corpo e devozione da un punto di vista teorico-sistematico (parte I: «Memory, Body and Devotion: Conceptual Reflections for a Trans-disciplinary Approach»), le trasformazioni (iconografiche, narrative, rituali) conosciute dalla devozione al sacro Cuore dal Medioevo ad oggi, nella prospettiva storiografica della longue durée (parte II: «Transformations and Trans-cultural Dimensions of Sacred Heart Devotion from the Middle Age to the 20th Century») e i fondamenti teologici della devozione (parte III: «Memory, Imagination, Experience: Theological Reflections»).
Se diversi appaiono gli approcci disciplinari, così come i contesti analizzati (dall’Italia settentrionale del Cinquecento alla Svizzera del XVIII secolo, dai risvolti politici della devozione nella Francia postrivoluzionaria al tentativo di inculturazione dell’immagine del Sacro Cuore in ambito giavanese), il fil rouge del volume è costituito dal tentativo di cogliere le potenzialità dell’analisi di una devozione, come quella al Sacro Cuore, che consente di riflettere sui nessi (e sulle reciproche delimitazioni) fra immagine e narrazione, fra memoria e trasformazione, fra interiorità ed esteriorità, fra privato e politico, fra esperienza singolare e codificazione normativa, solo per citarne alcuni.
La spiritualità del Cuore di Cristo, anche proprio grazie alla storia complessa e in qualche modo conflittuale che l’ha caratterizzata, diventa un luogo decisivo per la riflessione teologica, non da ultimo nel suo ripensarsi e nel suo comunicarsi nell’“età secolare”.
- Franziska Metzger – Stefan Tertünte (edd.), Sacred Heart Devotion. Memory, Body, Image, Text – Continuities and Discontinuities, Böhlau Verlag, Wien – Köln – Weimar 2020.