Migliaia e migliaia di persone, soprattutto giovani, soli o in gruppo, hanno percorso i vari “cammini” di Santiago: il cammino inglese, il cammino del nord, il cammino primitivo, il cammino francese, il cammino d’inverno, il cammino dell’argento, il cammino portoghese, il cammino di Finisterre e Muxia. Gente da ogni dove. Cattedrale avvolta nel silenzio o coinvolta in canti e preghiere. Affollate le cappelle laterali per le confessioni nelle varie lingue. Il “fenomeno Santiago” non conosce sosta. Abbiamo chiesto a Miguel Angel Malavia, scrittore, redattore del settimanale Vida Nueva, di darne una valutazione (Francesco Strazzari).
Storicamente, i tempi di convulsione nell’umanità hanno portato con sé, oltre a tanta sofferenza, un tempo eccezionale, che è stato sfruttato da molte persone per porsi le grandi domande esistenziali. Nel nostro presente, segnato da una pandemia che ha scombussolato tutti i nostri schemi di sicurezza, una guerra nel seno dell’Europa e una crisi economica galoppante, molti in Occidente interrompono il ritmo della vita e guardano in alto.
Un buon esempio è ciò che si vive nel Cammino di Santiago, sicuramente il pellegrinaggio con più rilevanza in Europa.
Dopo la sosta forzata a motivo del Covid-19, facciamo i conti con una sorprendente realtà: il 2022 è l’anno nel quale più persone hanno pellegrinato per abbracciare il Santo Apostolo in Santiago de Compostela.
Si è superata la soglia il 21 settembre, quando si sono raggiunte le 347.578 “compostellane” firmate. Fino ad allora, il 2019, prima della pandemia, era stato l’anno dei record.
Una spiegazione è che l’Anno Santo Giacobeo si è prolungato di un anno per le difficoltà di pellegrinare a causa delle restrizioni sanitarie. Però è l’ultima spiegazione… La prima, con tutta certezza, è che la sensibilità per la trascendenza ha trovato spazio in un contesto segnato dall’incertezza.
È molto umano questo atteggiamento di afferrarsi alle radici di ciò che siamo quando sembra che tutto vada a catafascio.
Alcune ore, una settimana, dieci giorni o un mese, percorrendo paesaggi bellissimi, facendo conoscenza di persone di ogni condizione con le quali condividere un sogno e affrontando un’immersione nel silenzio e nello sforzo, lasciando da parte il cellulare che ci tormenta, è un’offerta vitale che non si dimentica. Soprattutto, se si approfitta per mantenere un atteggiamento di apertura al soprannaturale. L’invisibile che ci interpella.
Sia camminando, sia correndo, in bicicletta o a cavallo, se si approfitta dell’opportunità che ci offre il Cammino di Santiago per andare in profondità della spiritualità che ognuno ha e che molte volte è nascosta nella nostra intimità senza saperlo, con una naturalezza che sgorga dall’anima e senza condizionamenti di nessun tipo, genuinamente liberi, autenticamente sé stessi, possiamo avvicinarci ad una intuizione accattivante: la figura di Gesù di Nazaret. Il Dio che si fece uomo per ridere e piangere per e con noi.
Sia benvenuta un’opportunità unica!