Anche in un’epoca a geometrie costantemente variabili, in cui l’opzione non è più il momento di un’eccezione che può dare una piega alla vita ma la routine di tutti i giorni che non ci fa essere in alcun luogo, alla fine quello che rimane, quello a cui possiamo aggrapparci nelle ore difficili, quello a cui ci consegniamo nella gioia, sono le relazioni.
Questa fragilissima realtà fatta di passioni, fedeltà, ferite che si è riusciti in un qualche modo a rimarginare e riconciliare, questa abilità di essere presso gli altri anche quando spazio e tempo ci separano, ecco il tessuto umano che tiene insieme la vita degli uomini e delle donne.
Le relazioni sono la sorpresa di ciò che rimane saldo nel vortice della vita quotidiana, e per essere tali chiedono fedeltà e dedizione. Non sono scontate, non si generano sullo slancio passionale di un momento, ci chiedono di mettere in gioco il meglio dei nostri affetti. E sono qualcosa che sempre ci sorprende, che sfugge alla signoria del nostro stesso impegno che abbiamo investito in esse per coltivarle e custodirle.
Senza riuscire a spiegare bene perché e come, esse sono lì: dimora su cui sappiamo di poter far sempre conto. Pronte ad accoglierci da ogni nostra fuga, debolezza, incapacità di esserne all’altezza. Le relazioni sono il tesoro che dà gusto alla vita e la rende abitabile anche nel tempo della distretta.
Costante sorpresa di sentirci ospitati in vite che non sono la nostra, in attese che sono state capaci di gettarsi oltre ogni limite della pazienza. Quello che resta saldo e familiare anche quando tutto il resto, intorno a noi, cambia e si trasforma a velocità vorticosa.
Nelle relazioni senti che nessuno ne è il padrone, l’autore, l’attore principale. Fragili e bellissime, vivono di una vita che si genera oltre il dovere che sentiamo verso di esse. Le relazioni sono la gratitudine che, semplicemente, dobbiamo alla vita e alle persone che ci è stato donato di incontrare in essa.
Le relazioni sono la benedizione sorprendente che non cessa mai di raggiungerci anche quando il cielo ha smesso di essere la dimora di Dio. L’invito a cercarlo altrove, nei non-luoghi che si ammassano nelle nostre società contemporanee. Nell’antica, e pur sempre segretamente desiderata, fedeltà dei legami che ci tengono insieme – quasi per incanto, sottratti alla forza di ogni potere, semplicemente benedizione dei giorni che passano.