Alla fine prevalse la paura per noi, l’umiliazione e il senso di sconfitta, e lo abbandonammo al suo destino. Lui, che ci aveva cercati e voluti presso di sé, morì senza di noi, senza il conforto della prossimità di coloro che aveva chiamato amici.
Quando già esitavamo, quando aveva già sentito la nostra lontananza da lui, ci protesse e si consegnò alle mani che l’avrebbero ucciso. Fu un attimo di tenerezza inaudita, che raramente avevamo sentito verso di noi. Un attimo che ora ci lascia l’amaro in bocca per non essere stati capaci di accompagnarlo fino alla fine.
Dove mancammo noi le donne presero il nostro posto – con quella tenacia di cui solo l’amore materno è capace. Loro non lo abbandonarono, ma noi per secoli non capimmo cosa significava questo. Le pensammo subalterne, dimenticando che non ci sarebbero stati gli inizi senza di loro.
Nel tempo ci siamo impossessati della loro prossimità al Maestro e ci siamo dimenticati del nostro abbandono di lui. Abbiamo riempito tutti gli spazi, occupato tutti i posti, ci siamo impossessati della memoria di lui. E l’abbiamo gestita come se fosse nostra esclusiva proprietà.
Dopo millenni, non riusciamo più neanche a sentire un fievole rimorso per averlo abbandonato al suo destino – che ha salvato anche noi, nonostante la nostra paura via via trasformata in senso di onnipotenza e dominio.
Ma oggi ritorna la memoria del giorno in cui egli terminò la sua vita sul legno della croce. Scritture che non vorremmo ascoltare ricordano ai nostri fratelli e sorelle che noi, quelli che lui chiamava apostoli, sotto quel legno non c’eravamo. Tenendoci bene a distanza dal prezzo del suo amore per ogni essere umano.
Scritture che fanno tentennare il nostro potere ricordano che, da quel giorno in avanti, la nostra comunità non si sbriciolò sotto il peso del destino di lui solo grazie alle donne. Furono loro le traghettatrici dei suoi e di lui, tra il tempo in cui fu con noi e quello che venne dopo di lui.
Ma noi continuiamo a fare come se si trattasse di un solo giorno, di un’eccezione da seppellire sotto una coltre di oblio. Senza renderci conto che così lo abbandoniamo di nuovo al suo destino, perdendo la trama tessuta da mani di donna che ci unisce a lui.
Nei secoli abbiamo creato una teologia della nostra giustificazione davanti alla croce di lui, all’abbandono a cui lo consegnammo. E di esso non riusciamo a essere all’altezza neanche oggi – anzi, pretendiamo addirittura di agire in nome di lui laddove noi con lui proprio non c’eravamo.
Se non ci fossero Scritture che disturbano il nostro agio, nessuno si aggrapperebbe a esse per mettere in discussione la nostra pretesa di avere l’ultima parola sul suo destino e la sua destinazione tra noi. Ecco perché abbiamo cercato di seppellirle sotto le nostre parole, e abbiamo dissimulato un ascolto ossequioso che non porta da nessuna parte.
Rimozione e oblio, così ancora oggi noi lo abbandoniamo al suo destino – senza sentire alcun peso, alcun rimorso, alcuna lontananza da lui.
Carissimo Sandro, carissima redazione,
Ho invidiato le donne che nelle giornate fredde entravano in chiesa col capo ben coperto mentre noi uomini dovevamo mettere via il cappello e stare a capo scoperto in chiesa senza riscaldamento.
Poi il significato è molto più intrigante. San Paolo ha dato il la e l’intonazione è andata avanti per millenni. Ricordo negli anni 50 che le donne prima di entrare in chiesa si premuravano di coprirsi la testa con un foulard. Oggi entrano a capo scoperto e se fa freddo indossano un bel cappello di lana. Dico che le “deboli” donne sono le protagoniste misconosciute della storia, indomabili sul fronte dell’Amore sono presenti su questo fronte là dove i cosiddetti “forti” uomini non sanno che fare, fanno solo danni, arretrano o si eclissato. Quest’articolo della Redazione è molto chiaro e profetico: senza il riconoscimento della totale complementarietà della donna nella comunità umana e soprattutto ecclesiale il procedere a compimento della Storia continuerà ad essere sotto freno.
Tutti noi senza paura dobbiamo affidarci a Gesù unico essere vivente capace di offrire se stesso per renderci coraggiosi nella vita che ognuno percorre… Gesù non è stato capito perché era puro e sano, ma soprattutto amava e non giudicava perché Lui era ed è la nostra speranza di vivere veramente… JHS Gesù Salvatore degli Uomini.
Oggi ho voluto rivedere la basilica di San Petronio. Mi ero dimenticato il cappello in testa. Subito, quasi sulla porta, una signora di servizio mi ha ricordato che dovevo scoprirmi la testa. Mi sono detto: giusto, solo le donne dovrebbero coprirsi.
C’era l’altare della reposizione. Gli ho detto: che tristezza!
Grazie di vero cuore!
Sandro