Durante l’“omelia partecipata” nelle celebrazioni eucaristiche con le sezioni Penale e Femminile della Casa circondariale di Bologna, il cappellano ha benedetto i presenti con la beatitudine di coloro che non hanno visto eppure hanno creduto. Si sono aggiunte spontaneamente alcune altre beatitudini, non direttamente evangeliche, ma profondamente umane e dunque capaci di Vangelo.
Beati quelli che hanno visto eppure credono.
Beati quelli che hanno visto gli orrori della guerra, eppure credono nella Pace.
Beati quelli che hanno visto corpi piagati dalla violenza eppure continuano a credere nella mitezza.
Beati quelli che hanno visto gli scempi della belva umana eppure credono nell’uomo.
Beati quelli che hanno visto gli uomini affrontarsi da nemici eppure credono nella fratellanza.
Beati quelli che hanno visto le lacerazioni che attraversano l’umanità e perfino la Chiesa e tuttavia credono nella Chiesa una, maestra di comunione.
Beati quelli che hanno visto gli scandali di una Chiesa ipocrita eppure continuano a credere nella Chiesa santa.
Beati quelli che hanno visto barconi respinti, migranti annegati, stranieri sfruttati eppure credono nell’uguaglianza di ogni essere umano.
Beati quelli che hanno visto in faccia la paura eppure credono di non doversi arrendere.
Beati quelli che hanno visto figli abbandonati, madri ripudiate, padri lasciati soli eppure credono in un Padre che mai abbandona alcuno.
Beati quelli che hanno visto ingiustizie moltiplicate senza scandalo e tuttavia continuano a credere nella giustizia.
Beati quelli che hanno visto il proprio passato eppure credono nel futuro.
Beati quelli che hanno visto il deserto eppure credono nel giardino.
Grazie di cuore Marco