È una pace inquieta l’unica che ci è concessa. Una pace che viene come un dono inaspettato, e immeritato, che ci raggiunge proprio dentro una vita nella quale sembrano prevalere le tenebre. Come si fa a credere nella pace, quando gli uomini e le donne pare non trovino più le ragioni per convivere? È una illusione la promessa di Dio?
E così non mi do pace. Non mi do pace di fronte a tutte le cose ingiuste che accadono, davanti alla violenza e alla morte, davanti al male che colpisce anche vite innocenti, davanti al carico di ansia che respiriamo tutti, io non mi do pace.
E così non mi do pace, ma forse è giusto anche questo.
Eppure, in questa inquietudine del cuore, può abitare il dono della pace: è la pace di essere qui, la grazia di essere qui, nel giusto della vita, come dice il poeta:
dico, prego: sia grazia essere qui,
grazia anche l’implorare a mani giunte,
stare a labbra serrate, ad occhi bassi
come chi aspetta sentenza.
Sia grazia essere qui,
nel giusto della vita,
nell’opera del mondo. Sia così. (Mario Luzi, Auguri, Dal fondo delle campagne)
Sia grazia questa sera Signore, anche l’implorare a mani giunte, davanti al Dio bambino, davanti alla grotta. Possiamo solo implorare, infatti, stare a labbra serrate e con gli occhi bassi, sapendoci colpevoli come chi attende una sentenza o meglio un perdono.
La pace giusta comincia esattamente da qui, da un perdono che tu ci concedi, da una grazia come quella che raggiunge insperata un condannato che attende la sentenza di morte e riceve invece una possibilità di vita.
C’è una grazia originaria nel semplice essere qui. La possiamo contemplare nel Dio Bambino, che dona pace semplicemente nel suo essere qui, in mezzo a noi; nel suo respiro quieto come di un piccolo che dorme sereno. Nascere, per Dio come per tutti, ha voluto dire e significa ogni giorno, semplicemente esserci, prima ancora di dire e di fare. Essere in mezzo a noi, nel giusto della vita, nell’opera del mondo. Semplicemente esserci, un figlio che per trent’anni vive la vita comune di tutti gli uomini e le donne. Per Dio c’è una giustizia in questa vita umana, c’è del bene nel mondo che nessun male può cancellare: per questo è giusto essere qui, è giusto esserci.
Così per noi c’è pace nella grazia di essere qui, stasera davanti al presepe, in ginocchio nella preghiera davanti al Dio bambino; ma più profondamente esserci nel giusto della vita, là dove la vita ci vuole, dove è giusto esserci, senza diserzioni e senza fughe, semplicemente esserci. È l’opera del mondo, più grande di noi, misteriosa ma sempre in atto, l’opera della vita contro la morte, l’opera di Dio che segretamente continua a dare vita alla vita.
C’è pace nel sapere di essere proprio dove dobbiamo stare, nel giusto della vita, nell’opera del mondo, qui ed ora.