Nonostante l’esplicita volontà dell’interessato, e del vescovo di Bressanone Ivo Muser, espressa nella «rinuncia a al diritto di ricorso gerarchico», la decisione sanzionatoria del Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica di non concedere al prof. Lintner il nulla osta per la sua nomina a preside dello Studio teologico accademico di Bressanone ha di fatto generato un caso.
E non poteva essere altrimenti, per molte ragioni. Il motivo addotto per il rifiuto del nulla osta sarebbe da trovare «nelle pubblicazioni del prof. Lintner su questioni di morale sessuale cattolica» − si può leggere nel laconico comunicato postato sul sito dello Studio teologico (a firma del vescovo e dell’attuale preside).
Ragione che sorprende lo stesso corpo accademico che lo ha eletto: «Abbiamo appreso con grande rammarico che al nostro collega il nihil obstat non è stato concesso. Non riusciamo a comprendere questa decisione e deploriamo la mancanza di trasparenza nel fornire motivazioni. Siamo disponibili ad un colloquio chiarificatore con le autorità vaticane competenti. Stimiamo molto p. Lintner come uomo e teologo e condividiamo il riconoscimento di cui gode nella comunità scientifica internazionale. Apprezziamo la sua elevata competenza nel campo della teologia morale, la sua fedeltà alla Chiesa, le sue argomentazioni moderate, il suo costante impegno orientato al sensus ecclesiae» (Dichiarazione delle professoresse e dei professori dello Studio teologico accademico di Bressanone, firmato dall’attuale preside Norbert Notdurfter).
Si deve poi tener conto della particolarità dello Studio teologico accademico di Bressanone nel contesto delle facoltà teologiche italiane. In primo luogo, per quanto riguarda la trasparenza delle procedure – essendo sostanzialmente l’unica realtà accademica in Italia che, per esempio, istituisce regolari concorsi pubblici per la nomina dei docenti. Un secondo aspetto riguarda il naturale legame con il mondo teologico di lingua tedesca – con un’auto-comprensione della teologia cattolica quale disciplina ancorata nelle università pubbliche.
Ed è infatti da queste regioni che si sono mosse le voci più preoccupate. «Dal nostro punto di vista, il rifiuto del nulla osta alla nomina a preside dello Studio teologico accademico di Bressanone è in contraddizione con quanto affermato nel proemio della costituzione apostolica Veritatis gaudium (in particolare il n. 3). Nel corpo accademico, il prof. Lintner è un collega altamente stimato, competente e rinomato. Una voce importante nel dibattito pubblico e in quello teologico-morale, che nelle sue pubblicazioni di etica relazionale cerca di sviluppare la morale sessuale cattolica così che essa possa rappresentare un contributo costruttivo, fecondo e prossimo alle situazioni di vita degli uomini e delle donne del nostro tempo» (Consiglio delle facoltà teologiche cattoliche di lingua tedesca).
«Come presidenti dell’Associazione internazionale per la teologia morale e l’etica sociale, e di entrambe le associazioni tedesche di queste discipline, esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà col prof. Martin Lintner OSM (…). Non comprendiamo il rifiuto del nulla osta per la nomina del prof. Lintner a preside dello Studio teologico accademico di Bressanone. Critichiamo l’intervento disciplinare del Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica in quanto professionalmente inadeguato e ingiustificato (…). Per questa decisione non viene offerto alcun argomento. La mancanza di trasparenza sia nella procedura sia per quanto riguarda la decisione stessa non lascia altra possibilità che quella di vedere in questo modo di procedere una dimostrazione di potere curiale».
Anche in questo caso si coglie un’evidente contraddizione tra la decisione del Dicastero vaticano e il proemio di Veritatis gaudium: «La castrazione dell’autodeterminazione istituzionale di un’istanza di docenza e di ricerca va nel senso contrario a quanto affermato nei numeri 3 e 5 di Veritatis gaudium. Il modo curiale di procedere non fa altro che danneggiare in maniera profonda il credito della disciplina teologica nel concerto dei saperi pubblici».
A tutt’oggi (29 giugno, ore 3), stando sia al suo sito sia al blog «Moralia», regna il silenzio assoluto all’interno dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM). Come silente è rimasto tutto il mondo teologico italiano, a livello di singoli e di associazioni.
Nella dichiarazione delle associazioni per la teologia morale e l’etica sociale si mette in risalto quanto questa decisione del Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica mini la libertà accademica della teologia nel contesto dei saperi pubblici. Nulla da eccepire, di fatto è proprio così.
La libertà accademica della teologica cattolica è una libertà in radice limitata, stante il suo attuale inquadramento concordatario nel contesto delle università pubbliche e di quello disciplinare in quello delle università cattoliche.
Prima di immaginare emancipazioni post-concordatarie, va però ricordato il fatto che se vi è, in alcuni paesi, una teologia cattolica nelle università pubbliche è dovuto proprio al medesimo vincolo che la limita nella sua libertà di indagine, ricerca, docenza, partecipazione al dibattito pubblico.
Interventi della curia vaticana come quello che ha colpito il prof. Lintner creano certo un vulnus rispetto alla presenza pubblica della teologia cattolica, vulnus che può avere tutte le ragioni giuridico-canoniche interne alla Chiesa cattolica, senza togliere però il fatto che esse non solo limitano la libertà accademica della teologia, ma anche non fanno bene alla Chiesa stessa.
Il potere, sostanzialmente discrezionale, di limitare la libertà della ricerca teologica, garantito anche sul piano del diritto pubblico dal regime concordatario, dovrebbe essere usato con estrema attenzione e sapienza dal magistero cattolico, e non solo per una questione di immagine.
In merito, si possono dire due cose. Nella schizofrenia di Veritatis gaudium ha vinto la parte giuridica (come era immaginabile), il proemio aggiunto in fretta e furia da papa Francesco si trova così sconfessato dal magistero più alto di un dicastero vaticano.
La decisione presa da mons. Muser, in accordo col prof. Lintner, di riunciare al ricorso gerarchico è comprensibile come forma di tutela dello Studio teologico accademico di Bressanone.
Ma anche questa decisione non fa bene né alla teologia né alla Chiesa cattolica italiana. Se si ritiene che una presa di posizione curiale contraddice sia il magistero di un vescovo locale sia la procedura sinodale di un’istituzione teologica al suo interno, non si può recedere di un passo da procedere nelle forme contemplate dallo stesso diritto canonico e dai testi giuridici ecclesiali in materia.
La remissività a protezione di quel che rimane di libertà di una Chiesa locale e di quella accademica della sua istituzione teologica rischiano di legittimare il modo di procedere che si è espresso nella decisione del Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica.
Il potere del ricatto preventivo aleggia come una minacciosa ombra oscura sulla teologia italiana, nel grande silenzio ossequioso di cui essa è splendidamente capace.
Caritas in veritate, Lutero docet! Credere o non credere questo è il problema!
La dottrina della Chiesa non è un’opinione tra le altre che il Magistero impone, ma in essa troviamo la voce di Cristo che il Magistero ha la missione e l’autorità di preservare. Nessuno e nessun teologo può abolire la costituzione divina della Chiesa perché l’autorità del Magistero è stata voluta da Cristo per liberare gli uomini mediante l’annuncio della verità (Lc 10, 16); (Giovanni 8,32). Fa bene la Santa Sede a contenere il teologo che ha abusato della libertà teologica. Agendo in tal modo, la Santa Sede annuncia a tutti che la libertà è inseparabile dalla verità.
Considerando que o Pe. Lintner publicou ideias contrárias à doutrina moral da Igreja, é completamente inaceitável qualquer reação que procure justificar seu comportamento heterodoxo a partir de uma suposta liberdade teológica ou acadêmica. Nenhuma liberdade é ilimitada e o teólogo deve usar sua liberdade de maneira responsável não apenas dentro de seus direitos, mas também dentro de seus deveres. Entre estes deveres, está o de respeitar a doutrina moral católica que não se limita a uma opinião teológica. O memorável São João Paulo II recordou que “na oposição aos ensinamentos dos Pastores, não se pode reconhecer uma legítima expressão da liberdade cristã nem da diversidade dos dons do Espírito. Neste caso, os Pastores têm o dever de agir em conformidade com a sua missão apostólica, exigindo que seja sempre respeitado o direito dos fiéis de receberem a doutrina católica na sua pureza e integridade : O teólogo, não esquecendo jamais que também ele é membro do Povo de Deus, deve nutrir-lhe respeito, e esforçar-se por dispensar-lhe um ensinamento que não venha lesar, de modo algum, a doutrina da fé” (São João Paulo II: Encíclica Veritatis splendor nº 113). A posição do Dicastério de Roma é legítima porque está prevista no artigo 161 § 5 da Constituição Apostólica Praedicate Evangelium do Papa Francisco, que diz que é da competência do Dicastério para a Cultura e Educação conceder ou não o “nihil obstat”, também em comunhão com o parecer do Dicastério para a Doutrina da Fé (72§2). Portanto, não vejo nenhuma injustiça na posição da Santa Sé que exerceu o direito e o dever de promover e tutelar a doutrina da Igreja mediante um juízo magisterial. Negar isso, seria entender mal a missão do Magistério que, aceitando a colaboração dos teólogos, exerce livremente seu ofício exclusivo de interpretar a Palavra de Deus (Concílio Vaticano II: Dei Verbum, 10 ; Catecismo da Igreja Católica nº 85). “As intervenções do Magistério servem para garantir a unidade da Igreja na verdade do Senhor. Ajudam a «permanecer na verdade», frente ao caráter arbitrário das opiniões mutáveis, e são a expressão da obediência à Palavra de Deus. Mesmo quando pode parecer que limitem a liberdade dos teólogos, elas instauram, por meio da fidelidade à fé que foi transmitida, uma liberdade mais profunda, que não pode provir senão da unidade na verdade” (Santa Sé: Instrução Donum veritatis nº 35, sobre a vocação eclesial do teólogo).
Quali sono gli scritti in cui Lintner fa delle affermazioni contrarie alla dottrina della Chiesa? Se è questa la ragione per cui è stato rifiutato il nulla osta, i dicasteri vaticani dovrebbero indicarli e argomentare le ragioni di questo eventuale allontamento dalla dottrina. Il nulla osta di cui si parla in PE al numero 161/5 e 72/2 riguarda l’insegnamento e non l’assunzione di ruoli amministrativi (come quello di preside) – inoltre il Dicastero per la dottrina della fede emette un parere che non può imporre all’educazione cattolica. Entrambi i dicasteri confermano che Lintner può continuare a insegnare, quindi la sua ipotesi che si sia espresso contro la dottrina della Chiesa viene a cadere. Stante questo, perché gli è stato rifiutato il nulla osta per assumere la carica di preside? Anche il magistero deve dare ragione del proprio pensiero, altrimenti diventa puro arbitrio.
O Bispo Dom Ivo Muser declarou que o Dicastério em Roma não concedeu o “nihil obstat” em razão de publicações do Prof. Lintner sobre questões de moralidade sexual católica. Isso já basta para rejeitar qualquer reação favorável ao teólogo, porque os católicos devem respeitar o juizo da Santa Sé Apostólica. Eu conversei com o Pe. Lintner nos últimos dias e ele me disse que o assunto está sob sigilo. Eu então comuniquei a ele que o aspecto confidencial das informações não é algo injusto, como alguns teólogos estão reclamando, mas tem como finalidade preservar a pessoa do teólogo, evitando assim despertar inúteis polêmicas. Portanto, a discrição é uma forma de caridade e respeito às pessoas envolvidas, no caso, o Pe. Lintner. e seu Bispo. Sabe-se que o Pe. Lintner foi investigado pelo Dicastério para a Doutrina da Fé em 2012 e foi absolvido. Então podemos perguntar : Considerando que muitas coisas aconteceram na Igreja depois de 2012, como o Pe. Lintner se comportou nesses últimos 11 anos ? Diante daquele Responsum do Dicastério para a Doutrina da Fé (22/02/2022) sobre a impossibilidade de abençoar casais homossexuais, como Lintner se pronunciou ? Como foi a sua interpretação pública em relação à Amoris laetitia publicada em 2016 ? Alguns sites e revistas afirmam que ele declarou ser a favor dos atos homossexuais e participou de livro sobre o assunto. Também, segundo li, alguns sites afirmam que o Sr. Lintner declarou a intenção de propor algumas mudanças no Catecismo da Igreja Católica, sobretudo no sentido de abolir o parágrafo 2384 que fala da situação “de adultério público e permanente”. Penso que o Sr. foi imprudente ao levantar estas questões definidas no Catecismo e isso obviamente deixou inseguras as autoridades da Santa Sé. Considerando que ele foi investigado pelo Dicastério para a Doutrina da Fé em 2012, ele deveria ter sido mais prudente. Os dicastérios são autônomos, mas não inseparáveis e o Dicastério para a Doutrina da Fé pode perfeitamente dialogar com o Dicastério para a Cutura e Educação no sentido de um entendimento comum. Afirmar que a liberdade teológica ou acadêmica pode permitir a oposição aos ensinamentos morais da Igreja, é falso e contrário à fé católica e à legislação canônica.
Mons. Dom Ivo Muser ha dichiarato che il Dicastero di Roma non ha concesso il “nihil obstat” al Prof. Lintner per le pubblicazioni del teologo sui temi della morale sessuale cattolica. Questa informazione è valida perché i cattolici devono rispettare il giudizio della Santa Sede. Ho parlato con p. Lintner nei giorni scorsi e mi ha detto che la questione è riservata. Ho informato Lintner che la segretezza delle informazioni non è affatto ingiusta, come affermano alcuni teologi, ma ha lo scopo di preservare la persona del teologo impedendo anche la scoperta di qualsiasi controversia. Pertanto, il segreto è una forma di carità e rispetto per le persone coinvolte. È noto che p. Lintner è stato interrogato dal Dicastero per la Dottrina della Fede nel 2012 ed è stato assolto. Quindi potremmo chiederci: considerando che molte cose sono successe nella Chiesa dopo il 2012, come ha fatto p. Lintner ha recitato negli ultimi 11 anni? Di fronte a quel Responsum del Dicastero per la Dottrina della Fede (22/02/2022) sull’impossibilità di benedire le coppie omosessuali, come si è pronunciato Lintner? Come viene pubblicata la tua interpretazione pubblica di Amoris laetitia nel 2016? Alcuni siti e riviste confermano che il teologo si è già espresso a favore degli atti omosessuali e ha già partecipato a un libro sull’argomento. Inoltre, secondo loro, alcuni siti web affermano che Mr. Lintner ha dichiarato di voler proporre alcune modifiche al Catechismo della Chiesa Cattolica, soprattutto nel senso di abolire il paragrafo 2384 che parla della situazione di “adulterio pubblico e permanente”. Penso che il teologo sia stato imprudente nel mettere in discussione queste questioni definite nel Catechismo e abbia ovviamente lasciato insicure le autorità della Santa Sede. Dato che è stato indagato dal Dicastero per la Dottrina della Fede nel 2012, dovrebbe essere più cauto. I dipartimenti sono autonomi, ma non inscindibili, e il dipartimento di Dottrina della fede può dialogare perfettamente con il dipartimento di cultura ed educazione in un’intesa comune. Affermare che la libertà teologica o accademica può consentire l’opposizione agli insegnamenti morali della Chiesa è falso e contrario alla fede cattolica e al diritto canonico.
Il contributo da lei menzionato del prof. Lintner in un volume collettaneo sulla benedizione delle coppie omosessuali è stato pubblicato prima del Responsum della Congregazione per la dottrina della fede. Inoltre, tale volume è nato all’interno, meglio su richiesta della stessa Conferenza episcopale austriaca – questo vuol dire che tutti i vescovi che ne sentivano la necessità devono essere allontanati dal loro ruolo di pastori di Chiese locali?
Un Catechismo rappresenta un livello basso di autorità magisteriale, ha la forma del raccoglitore. Aprire un dibattito su alcuni articoli del Catechismo non significa opporsi al magistero quanto piuttosto entrare in dialogo critico con esso.
La versione che lei dà del “segreto” mi sembra alquanto pericolosa, perché come lo presenta lei il segreto può essere usato benissimo per atti del tutto arbitrari che nulla hanno a che fare col magistero e la custodia della fede. Cosa successa in altri casi. I dicasteri romani devono argomentare le loro posizioni e decisioni se vogliono un magistero forte, altrimenti il magistero diventa solo una scusa per l’esercizio di un potere che nulla ha a che fare con la Scrittura e molto poco con la Tradizione.
La sua posizione sul Catechismo della Chiesa Cattolica contraddice l’alto valore dottrinale che San Giovanni Paolo II stabilisce nella Costituzione Apostolica Fidei Depositum e poi nella Lettera Apostolica Laetamur Magnopere. San Giovanni Paolo II ha voluto dedicare un capitolo a chiarire il valore dottrinale del Catechismo. Ha scritto il Papa: «La Chiesa ha ora questa nuova e autorevole esposizione dell’unica e perenne fede apostolica, che servirà da «valido e legittimo strumento a servizio della comunione ecclesiale» e da «norma sicura per l’insegnamento della fede». (St. II nella Lettera Apostolica “Laetamur Magnopere” del 15/08/1997) Il Catechismo non è stato offerto come un libro di opinioni teologiche, ma è stato promulgato dal Papa per coloro che “vogliono sapere ciò che crede la Chiesa Cattolica” (Fidei depositum nº 4). I teologi devono rispettare anche gli insegnamenti non definitivi con “religiosa sottomissione dell’intelletto e della volontà” (can. 752). Inoltre, la Santa Sede insegna che «il giudizio della coscienza soggettiva del teologo non costituisce un’istanza autonoma ed esclusiva per giudicare la verità di una dottrina» (ISTRUZIONE DONUM VERITATIS nº 28). Il divieto di benedire le coppie omosessuali era già compreso, perché la Tradizione ha sempre disapprovato gli atti omosessuali, come diceva già il Catechismo nel 1992.
* Leggete i miei articoli sulla santità della Chiesa e sul dogma dell’infallibilità (pubblicati dalla Santa Sede): sul sito Vatican News (in portoghese), digitate il mio nome e appariranno 11 testi. Prova a tradurre.
Nessun sinodo escluderà il dovere della Santa Sede di proteggere e promuovere la fede. Lo stesso Papa Francesco ha già rinnovato i documenti dei Dicasteri, rispettando il dovere di vigilanza (Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium di Papa Francesco: Art. 72 § 1, § 2; Art. 161§ 5 e Cost. Apostolica Veritatis gaudium di Papa Francesco: Art. . 18.)
Nel caso Lintner, non c’è alcuna minaccia. Vi è il rispetto della legge prevista dalla Veritatis gaudium art. 18. Se Lintner si è comportato male, non è colpa della Santa Sede, ma sua.
Nel 2021 il dott. Linter ha firmato una protesta eterodossa e irrispettosa contro il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede e questo dopo essere stato indagato dalla stessa Congregazione nel 2012. Questa lettera di protesta è disponibile su internet.
Art. 18. La nomina o almeno la conferma dei titolari dei seguenti uffici spetta alla Congregazione per l’Educazione Cattolica:
– il Rettore di un’Università ecclesiastica,
– il Preside di una Facoltà ecclesiastica sui iuris,
– il Decano di una Facoltà ecclesiastica in seno ad un’Università.
(FRANCESCO COSTITUZIONE APOSTOLICA VERITATIS GAUDIUM CIRCA LE UNIVERSITÀ
E LE FACOLTÀ ECCLESIASTICHE : Art. 18)
Nel suo commento precedente lei aveva fatto riferimento a PE, che non dice nulla in merito alle cariche amministrative. Per queste bisogna rifersi a VG come fa lei ora – e per come la presenta lei se il Dicastero per l’educazione vuole concedere il nulla osta per uno di tali incarichi deve anche avere il potere di farlo – altrimenti diventa un Dicastero ombra, senza portafoglio, che fa solo da prestanome a un altro dicastero. E non si capisce perché debba essere così.
Il Vescovo ha spiegato le motivazioni della Santa Sede e tanto è bastato. Anche il Dicastero per la Dottrina della Fede può contribuire perché la materia comporta indisciplina dottrinale. Quanto al valore dottrinale del Catechismo, l’ho spiegato nel commento precedente citando le affermazioni di san Giovanni Paolo II in Fidei Depositum e Laetamur Magnopere. Il Papa ha scritto: “La Chiesa ha ora questa nuova e autorevole esposizione dell’unica e perenne fede apostolica, che servirà come “strumento valido ed efficace al servizio della comunione ecclesiale” e come “norma sicura per l’insegnamento della fede” (Lettera Apostolica “Laetamur Magnopere” del 15.08.1997). Il Catechismo non è stato offerto come un libro di opinioni teologiche, ma è stato promulgato dal Papa per coloro che “vogliono sapere ciò che crede la Chiesa cattolica” (Deposito Fidei nº 4).
Pertanto, contraddire il Catechismo significa contraddire la dottrina della Chiesa, che il Papa presenta ufficialmente come “un servizio che il Successore di Pietro ha voluto rendere alla santa Chiesa cattolica” (Fidei depositum, 4).
La vicenda del professor Martin Lintner, non è un caso isolato, è la norma. Finché le nomine saranno ad nutum episcopi, continueremo a nuotare in un mare di ingiustizie. Nessun sinodo cambierà per il momento questa realtà violenta e dittatoriale. Camminare insieme, fraternità, inclusività, empatia, chiesa in uscita, è solo pura ipocrisia. Dagli uffici scuola delle curie diocesane, agli studi teologici, alle grandi facoltà di teologia, la logica è sempre la stessa decide uno solo che delega poi ad un fedelissimo l’incarico di scegliere i candidati. Senza la firma di un vescovo nessun prete può accedere come studente in una facoltà di teologia. Non esistono concorsi a cattedra. Non servono , la chiesa è una famiglia non una democrazia. Sceglie sempre un padre che elargisce la primogenitura a un figlio prediletto. Quante menti eccellenti sono state escluse! Ne abbiamo perso il numero. Anche quando esiste un concorso imposto dallo Stato agli insegnanti di religione nella scuola pubblica, non si rispettano i risultati ottenuti, poiché le cattedre continuano ad essere assegnate non in base al punteggio ottenuto e ai titoli accademici conseguiti, ma a scelta del segretario di curia d’accordo col vescovo, appellandosi in molti casi alla continuità didattica, e conservando il posto ai soliti raccomandati, malattia mortale della chiesa. C’è molta strada da fare ancora, e credo sia giusto alzare la voce nella chiesa, poiché non sono più accettabili questi comportamenti di Dicasteri Kafkiani, e non è giusto lasciare le persone sole a sopportare ingiustizie che feriscono tutta la Chiesa. Parlo per esperienza personale. Anche il professore Lintner mi pare un saggio che saprà reagire e continuare le sue ricerche teologiche come tanti altri grandi espulsi dalle facoltà di teologia, ma questo non può più essere accettato dai Teologi italiani che da anni ormai sanno che è necessaria una grande riforma delle facoltà di Teologia, e non solo per la questione sempre più spinosa della sessualità, che per chi ha la mia età è questione mai affrontata con serenità nella Chiesa, da Haring a Drewermann. I Teologi/e italiani, mi limito ai miei connazionali, è tempo che non nascondano più che non solo i dicasteri romani, sono pieni di incompetenti. di cortigiani servili, (ripeto ciò che scrissi al mio Vescovo e alla mia Curia, e ne sono sempre più convinto), di Vescovi incapaci, paurosi, anaffettivi, che si rifugiano nella bolla protettiva della dottrina, e dei loro faraonici paramenti sacri, quindi lontani, intoccabili, non profanabili dal puzzo delle pecore. E quanto puzza la sessualità, soprattutto quella dei caproni. Finiamola di abbassare la guardia cari teologi. –..Anche io pastore della chiesa, figlio di un pastore sardo, non romano.
Nessuno e nessun teologo può abolire la costituzione divina della Chiesa perché l’autorità del Magistero è stata voluta da Cristo per liberare gli uomini mediante l’annuncio della verità (Lc 10, 16); (Giovanni 8,32). Fa bene la Santa Sede a contenere il teologo che ha abusato della libertà teologica. Agendo in tal modo, la Santa Sede annuncia a tutti che la libertà è inseparabile dalla verità.
Altro che Chiesa Sinodale. Chiesa sempre più chiusa e sempre meno evangelica; chiesa che ha paura della verità a meno che non sia solo quella che dice lei. Chiesa sempre più autoritaria e per questo lontana dal Vangelo e dalla gente. Forse si dovrebbero prendere scelte di posizione forte e chiare di fronte a tutto ciò, per mostrare che il popolo di Dio non è sempre succube e tanto meno infantile.
D’accordo su tutto quanto da lei espresso, siamo in un’epoca in cui le restrizioni curiali danneggiano, soprattutto la Chiesa, chi ha intrapreso un cammino di fede “adulta” non torna indietro, ma sta incontrando tanti compagni di strada, la Chiesa “predicherà sempre più nel deserto”
Complimenti a Marcello Neri per la tempestività e la chiarezza di questo testo. P. Martin Lintner merita non solo solidarietà, ma è necessario anche alzare la voce contro questi umilianti interventi della Congregazione romana. Non fanno bene né alla Chiesa cattolica né alla Teologia morale. Possibile che questa Congregazione per l’educazione cattolica si preoccupi tanto della morale sessuale? E la morale dell’ambiente? La morale animale? La morale informatica? ecc.