La Presidenza dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM) ha appreso che i competenti Dicasteri della Santa Sede hanno negato il «nulla osta» per la nomina del suo socio, prof. dott. Martin Lintner, come preside dello Studio Teologico Accademico di Bressanone. La Presidenza ATISM, pur riconoscendo di non aver a disposizione per intero gli elementi che hanno portato a questa decisione, al di là di quanto ufficialmente comunicato, ritiene opportuno, con questo breve scritto, esprimere un attestato di stima e di solidarietà nei confronti del suo socio.
Il prof. Lintner è membro effettivo dell’ATISM da molti anni e ha accompagnato costantemente il percorso di ricerca promosso dall’Associazione per lo sviluppo della riflessione teologico-morale in Italia con riferimento ai postulati di riforma espressi dal concilio Vaticano II (cf. Optatam totius, n. 16) e in costante dialogo con il magistero della Chiesa cattolica. In differenti circostanze, e su temi che toccano l’intero spettro delle questioni etiche, abbiamo apprezzato le lucide analisi e le preziose indicazioni operative che il prof. Lintner ha offerto in occasione di seminari e congressi promossi dall’ATISM.
Nei suoi interventi abbiamo sempre percepito l’ineccepibile preparazione culturale e conoscenza degli elementi caratterizzanti l’etica cristiana, anche nella disamina critica e ricostruttiva della sua tradizione in rapporto ai tempi e alle culture. Accanto alla perspicace lettura, in grado di evidenziare i nodi teorici e pratici che si impongono all’attuale riflessione per sollecitare ulteriormente la ricerca teologica, la maturazione del sensus fidei fidelium e l’opportuno discernimento che si impone al magistero, abbiamo apprezzato la trasparente franchezza (parresia) insita nel lavoro di ricerca prodotta dal prof. Lintner in molteplici pubblicazioni di livello internazionale e nella comunicazione all’interno della comunità scientifica.
Il lavoro di ricerca teologica che ha contrassegnato l’impegno del prof. Lintner, prendendo atto della complessità delle tematiche affrontate, si è sviluppato, fin dal suo inizio, nel solco successivamente indicato da papa Francesco in Amoris laetitia là dove si invitano espressamente i teologi e i pastori, come operazione necessaria per la stessa vita ecclesiale, a «continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali» secondo trasparenti criteri di «onestà», «realismo» e «creatività» (Amoris laetitia, n. 2).
Tale operazione, riconosce lo stesso papa Francesco, comporta piena avvertenza sulla sua modalità di conduzione, per non risolversi in una sorta di palingenesi, cui soggiace il «desiderio di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento», o di rinserrarsi, per quanto concerne l’ambito teologico-morale, nella pura applicazione di un sapere che cristallizza la tradizione ecclesiale in formulazioni generali, non esenti, talvolta, da «conclusioni eccessive» desunte da «alcune riflessioni teologiche» (Amoris laetitia, n. 2). Questo equilibrio di valutazione, unito alla lucida lungimiranza di analisi e di proposte per far progredire la ricerca teologica nell’ambito morale, è riscontrabile in modo globale e trasversale nei lavori scientifici di Lintner e traspare anche nella sua attività di divulgatore.
La Presidenza ATISM alla luce di queste sommarie, ma decisive considerazioni, ritiene prioritario tutelare, con questo atto di solidarietà, la persona del prof. Martin Lintner, attestando la qualità del suo lavoro teologico e la trasparenza delle motivazioni che continuano a sostenerlo e guidarlo.
Comprendiamo anche che la situazione generata dall’atto predisposto dai competenti Dicasteri della Santa Sede abbia suscitato, accanto alla sofferenza personale, un delicato problema istituzionale legato alla prassi in questione, ma anche da raccordare a questioni più ampie concernenti la funzione e la modalità di esercizio all’interno della Chiesa cattolica dello specifico munus riconosciuto ai teologi.
A riguardo si sono registrate reazioni che, a partire dal caso personale, hanno sollevato riserve più ampie rispetto alla trasparenza dei processi di validazione delle candidature a specifici ruoli accademici. Con l’intento di offrire una parola per rilanciare la riflessione, senza sterili polarizzazioni, ci permettiamo di richiamare, nello spirito di Evangelii gaudium di papa Francesco (cf. n. 32), la necessità di esprimere non solo la cura per la dimensione «misterica» della communio ecclesiale, ma una corrispettiva declinazione di essa in quella «empirica», sperimentabile attraverso più visibili pratiche operative.
Tale dimensione «empirica» non fa qui riferimento solo alla logica fattuale, ma ne assume una semantica complessiva. Essa intende il necessario ampliamento dei confini entro cui esplorare l’essere e l’operare comunionale della Chiesa. Tale estensione dovrebbe raggiungere, attraverso un sensibile, reale, paziente, condiviso e sincero processo di comunicazione, tutti i soggetti ecclesiali, anche in quegli ambiti in cui la procedura istituzionale potrebbe non rendere ragione appieno, negli assetti attuali, della trasparenza dei criteri del suo esercizio.
Sempre nella certezza che tale percorso possa accreditare l’autorevolezza del Magistero e la qualità della sua parola, per garantire la comunicazione e la condivisione inclusiva di tutti i soggetti ecclesiali, secondo i compiti propri di ciascuno, nel dare forma e concretezza alla fede di tutti e nel sostenerla a confronto con le sfide, ma anche le opportunità, che si aprono nelle circostanze della vita degli uomini e delle donne credenti del nostro tempo.
Il Consiglio di Presidenza ATISM
Pier Davide Guenzi, presidente; Salvino Leone, vice-presidente; Alessandro Rovello, segretario; Gaia De Vecchi, Michele Mazzeo, Pietro Cognato, Simone Morandini, delegati.
Entrare in merito alla questione del prof. Martin Lintner, significa guardare dritto negli occhi ciò che la Chiesa stessa nella sua massima espressione (Concilio) ha affermato e cioè la volontà espressa di entrare in dialogo con la “comunità degli uomini” (GS 40), un dialogo che “esige che innanzitutto nella stessa Chiesa promuoviamo la mutua stima, il rispetto e la concordia, riconoscendo ogni legittima diversità, per stabilire un dialogo sempre più fecondo fra tutti coloro che formano l’unico popolo di Dio, che si tratti dei pastori o degli altri fedeli cristiani. Sono più forti infatti le cose che uniscono i fedeli che quelle che li dividono; ci sia unità nelle cose necessarie, libertà nelle cose dubbie e in tutto carità (GS 92). Senza citare altri documenti ricordiamo il cammino sinodale che stiamo percorrendo che nello Strumento di Lavoro nella sezione A, intitolata «Per una Chiesa sinodale» enuclea una serie di caratteristiche fondamentali o segni distintivi di una Chiesa sinodale.
Al confratello Servo di Maria e consocio ATISM P. Martin LINTNER, la mia solidarietà e un grazie per il suo servizio equilibrato alla Chiesa, grazie per la sua testimonianza di persona semplice che non si atteggia a vittima o a eroe ma chiede di considerare altre situazioni di disagio simili all’interno della Chiesa, una chiesa che vogliamo sempre più discepola di Gesù Cristo sulle orme di Maria.
sr Maria Luisa G. smr
Non conosco personalmente il teologo Lintner e neppure i suoi studi ed interventi in materia. Do atto tuttavia che si tratti di studioso molto noto in ambiente accademico e l’intervento della società teologica internazionale dimostra la stima di cui in generale gode la sua persona e il suo lavoro. Il poco che è dato sapere in merito ai fatti dimostra quanta opacità ci sia nella gestione del potere in ambienti di curia ed in particolare di curia romana. Tutto ciò nonostante l’impegno e le raccomandazioni continue di Papa Francesco in tema di trasparenza, collegialità, sinodalità. Purtroppo parole ancora e sempre vuote in certi ambienti ecclesiali. Apprezzo la risposta pacata del teologo, in sintonia col suo vescovo, tesa a non alimentare polemiche forse inutili e dolorose. Tutavia la situazione parla da sé. Mi auguro che il teologo Lintner possa continuare serenamente a svolgere il suo lavoro accademico in favore della ricerca teologica e per la crescita della Chiesa popolo di Dio.
G. Polidori