In merito alla vicenda della lettera del papa emerito Benedetto XVI all’allora Prefetto della Segreteria Vaticana per le comunicazioni, Dario Edoardo Viganò, si registra la presa di posizione di Sigrid Müller (decano della facoltà teologica di Vienna) e di Martin M. Lintner (Bressanone/Brixen), in qualità di ex presidenti dell’Associazione europea di teologia cattolica (AETC, ora guidata dalla collega francese Marie-Jo Thiel).
La dichiarazione dei due ex presidenti Müller e Lintner …
Nella breve comunicazione, inviata mercoledì scorso all’agenzia di stampa austriaca Kathpress e intitolata “Riconoscere la pluralità degli approcci teologici”, i due teologi, riferendosi alla risposta alla richiesta di presentazione degli 11 saggi sulla teologia di papa Francesco nel 5° anniversario dell’inizio del suo pontificato, si esprimono così: «Siamo lieti che Benedetto XVI nella sua lettera, riguardo al lavoro e alla teologia di papa Francesco, in linea di principio, esprima un sostanziale apprezzamento positivo, tuttavia con rammarico e stupore dobbiamo registrare che uno degli autori, Peter Hünermann, sarebbe accusato di un atteggiamento di scarso sentire ecclesiale. Hünermann è uno dei fondatori e primo presidente (ora presidente onorario) della European Society of Catholic Theology. Quanti conoscono lui e la sua ampia opera teologica, riconosciuta a livello mondiale, sanno bene che l’accusa di essere contro la Chiesa e antipapale è tutt’altro che fondata. La fondazione nel 1989 dell’Associazione europea per la teologia cattolica era finalizzata non certo ad un’opposizione al magistero pontificio, bensì, fin dall’inizio, era intesa come una piattaforma pan-europea per avviare un dialogo fra teologi di tutte le discipline teologiche e fra teologi di tutta Europa, nel contesto degli eventi politici in quell’anno, in particolare fra i teologi dei paesi dell’Europa centrale e orientale».
Chiarita la motivazione, ampia e storicamente considerata quasi necessaria (il 1989 ha segnato la caduta del Muro di Berlino), che ha indotto la nascita dell’AETC, i due teologi continuano: «Le parole della lettera di Benedetto XVI sembrano testimoniare le passate tensioni fra teologi e fra teologia e magistero, tensioni che hanno lasciato ferite profonde anche a livello personale. Auspichiamo vivamente che queste tensioni possano lasciare il posto ad un reciproco apprezzamento nel riconoscimento dell’esistenza di diverse linee teologiche di pensiero. Oltre al riconoscimento dell’esistenza di un legittimo pluralismo degli approcci teologici, in base alle rispettive esigenze che derivano dai diversi uffici e responsabilità nell’ambito della Chiesa, i teologi sono coscienti di essere uniti in un comune impegno di fedeltà nei confronti della fede, della teologia e della Chiesa stessa».
… e quella dell’attuale presidente Thiel
Nei giorni successivi, sul sito dell’AETC è stata pubblicata anche la dichiarazione ufficiale dell’attuale presidentessa Thiel a nome dell’intera associazione. Nel testo, che riprende in gran parte quanto scritto da Lintner e Müller, si aggiunge: «Riteniamo che la fedeltà ecclesiale del prof. Hünermann sia assolutamente irreprensibile. Il suo impegno è sempre stato nella direzione di una fedeltà genuinamente ecclesiale, ma, allo stesso tempo, nel riconoscimento e nella promozione di una pluralità di validi approcci teologici cattolici che hanno portato alla creazione della Società europea di teologia cattolica (ESCT) nel 1989. Il 1989 è stato anche l’anno di grandi eventi politici che hanno modificato l’Europa centrale e orientale che, da quel momento, hanno garantito nuova libertà e nuove opportunità per la cooperazione teologica ed ecclesiale».
Ribadita la finalità iniziale che ha portato alla nascita dell’AETC, la dichiarazione conclude così: «Crediamo che il leale servizio dell’Associazione alla missione della Chiesa abbia superato la prova del tempo e che continui ancora oggi a contribuire alla promozione di una pluralità, autenticamente cattolica, di approcci teologici per rispondere alle numerose e urgenti sfide alla nostra Chiesa in Europa».
Il commento e la speranza di Martin M. Lintner
Per contribuire ad un ulteriore chiarimento su questa vicenda – subito ripresa anche nell’ultimo numero della rivista cattolica inglese The Tablet – abbiamo rivolto alcune domande a padre Lintner, religioso sudtirolese dell’Ordine dei Servi di Maria, docente di teologia morale a Bressanone, e già presidente dell’INSeCT (International Network of Societies for Catholic Theology).
– Padre Lintner, quale importanza dare alla lettera di papa Benedetto?
Visto che la lettera non era destinata ad essere pubblicata, ma era strettamente privata, sono molto dispiaciuto che sia stata divulgata. Credo che i collaboratori più stretti dovrebbero proteggere con più attenzione il papa emerito. Io interpreto la lettera, in modo particolare il paragrafo su Hünermann e la AETC come un’espressione dello stato d’animo di Benedetto XVI. Si vede che, da una parte, i ricordi di alcune situazioni per lui sono ancora molto dolorosi, dall’altra parte, nella sua memoria si mescolano anche vari eventi, ad esempio scrive che la Dichiarazione di Colonia del 1989 sia stata una reazione all’enciclica Veritatis splendor che fu pubblicata solo nel 1993.
– Quali effetti avrà questa lettera?
È vero che Peter Hünermann era anche critico nei confronti dei papati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Nei confronti di quest’ultimo, per fare un esempio, criticò fortemente la remissione della scomunica ai quattro vescovi consacrati dall’arcivescovo Lefebvre. Ma per questo non può essere giudicato antipapale. È anche noto che Hünermann e Ratzinger come teologi rappresentano diverse ermeneutiche teologiche del concilio Vaticano II. Io mi auguro che le discussioni a riguardo di questa lettera contribuiscano ad aiutare il riconoscimento che esiste una legittima pluralità di approcci teologici, ma che non si possa negare il sentire ecclesiale a coloro che magari si esprimono in modo critico. La riflessione critica fa parte della teologia, anzi, ne è parte integrale. Anche «il Magistero ha bisogno della teologia per dare prova nei propri interventi non solo di autorità dottrinale, ma anche di competenza teologica e di capacità di valutazione critica», come scrisse la Commissione teologica internazionale nel documento La teologia oggi (2012). Tra teologia e Magistero c’è bisogno di un dialogo intenso e aperto che sappia non solo sopportare, ma accettare positivamente tensioni e differenze che possono sorgere.
Mi auguro vivamente che la lettera non venga usata per polemiche contro nessuno, né contro Hünermann e l’AETC, ma neanche contro il papa emerito.
Se Viganò voleva trasmettere un’immagine di continuità avrebbe dovuto scegliere teologi più rappresentativi di questa continuità, senza bisogno di sfuocare frasi per la stampa.