COMECE: appello urgente per Goma

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congo

English (original) version below

In qualità di Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), desidero esprimere il mio profondo dolore e la mia urgente preoccupazione per la situazione catastrofica a Goma e nelle zone circostanti nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Profondamente commosso dalle terribili circostanze che S.E. mons. Willy Ngumbi Ngengele M. Afr., vescovo di Goma, ha raccontato durante una recente visita alla segreteria della COMECE, esorto l’Unione Europea e la comunità internazionale ad agire immediatamente per garantire la cessazione delle ostilità e il rispetto assoluto della dignità umana e del diritto internazionale.

La città di Goma, un centro vitale dal punto di vista umanitario, economico e dei trasporti nella RDC orientale, confinante con il Ruanda, si è trovata nel caos dopo essere stata presa dai ribelli dell’M23 e dai loro alleati. Secondo recenti dati delle Nazioni Unite, nelle ultime settimane sono morte quasi 3000 persone e più di un milione sono state sfollate, con migliaia di persone che si sono rifugiate in chiese, scuole e campi di fortuna, in una situazione di carenza di cibo, acqua e forniture mediche. Gli ospedali, compresi quelli gestiti dalla Chiesa come il Charité Maternelle General Hospital, sono stati bombardati, causando la morte di neonati e ferendo gravemente i civili. Le agenzie cattoliche riferiscono di condizioni disastrose, ospedali sovraffollati e violenze sessuali dilaganti.

Unendosi all’appello di Papa Francesco alle «autorità locali e alla comunità internazionale affinché facciano tutto il possibile per risolvere il conflitto con mezzi pacifici», la COMECE elogia il recente stanziamento di 60 milioni di euro da parte dell’Unione Europea per gli aiuti umanitari e sollecita maggiori sforzi per garantire che gli aiuti raggiungano i più vulnerabili. L’accesso umanitario senza restrizioni alle zone di conflitto e la protezione dei civili, in particolare donne e bambini, dalla violenza e dallo sfruttamento dovrebbe essere garantito. Così come dovrebbe continuare il sostegno all’istruzione, alla salute e all’alloggio attraverso la collaborazione con le reti ecclesiastiche locali, che rimangono un’ancora di salvezza per gli sfollati.

Le cause profonde di questa crisi, decenni di sfruttamento delle risorse, ingerenze straniere e violenza ricorrente, richiedono coraggio politico e dialogo diplomatico. Accogliamo con favore l’appello per un «Patto sociale per la pace e la convivenza nella Repubblica Democratica del Congo e nella regione dei Grandi Laghi», una roadmap delle Chiese cattolica e protestante per porre fine alla violenza e promuovere convivenza pacifica e coesione sociale.

Volendo promuovere un processo di pace inclusivo con il coinvolgimento delle Chiese e della società civile, la COMECE incoraggia l’UE a sostenere gli sforzi di mediazione internazionali e regionali, comprese le misure di stabilizzazione recentemente concordate al vertice congiunto tra la Comunità dell’Africa orientale e la Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe.

Il coinvolgimento di eserciti e milizie straniere, in particolare il presunto sostegno del Ruanda al movimento M23, costituisce una grave violazione del diritto internazionale. L’annuncio da parte dei ribelli del movimento M23 di voler estendere il conflitto fino alla capitale e controllare il Paese rappresenta una grave sfida per la RDC e per la regione. L’UE e la comunità internazionale devono fare pressione su queste parti per far cessare il loro sostegno all’M23, per negoziare in buona fede, per rispettare l’integrità territoriale e la sovranità della RDC, ponendo fine allo sfruttamento delle sue risorse naturali.

Le considerazioni economiche non devono compromettere l’impegno dell’UE nei confronti dei suoi valori e principi fondamentali. Chiediamo al Parlamento europeo di sostenere gli appelli per l’adozione di sanzioni mirate e per la rivalutazione dei termini della cooperazione economica, incluso il «Memorandum d’intesa sulle catene di valore sostenibili per le materie prime» con i responsabili dei diritti umani e delle violazioni del diritto internazionale.

Oltre a condannare fermamente il saccheggio delle risorse naturali, chiediamo una maggiore trasparenza nelle pratiche di estrazione mineraria che alimentano il conflitto, compresa l’adozione di criteri per il processo di due diligence nelle catene di approvvigionamento legate ai minerali congolesi (ad esempio, cobalto, coltan e oro).

Desidero assicurare ai vescovi della RDC che continueremo a pregare per la popolazione che soffre e in vista di una pace giusta e duratura. La COMECE continuerà a seguire da vicino la situazione sul campo e rimarrà a disposizione per trasmettere alle istituzioni dell’UE preoccupazioni, prospettive e iniziative della Chiesa locale.


English version (original)

As President of the Commission of the Bishops’ Conferences of the European Union (COMECE), I want to express my deep sorrow and urgent concern at the catastrophic situation in Goma and the surrounding areas in the Democratic Republic of the Congo (DRC). Deeply moved by the horrific circumstances H.E. Mgr. Willy Ngumbi Ngengele M. Afr., the Bishop of Goma, shared during a recent visit to the COMECE Secretariat, I urge the European Union and the international community to take immediate action to ensure the cessation of hostilities as well an absolute respect for human dignity and international law.

The city of Goma, a vital humanitarian, economic and transport hub in eastern DRC neighbouring Rwanda, has been plunged into chaos after being seized by the M23 rebels and their allies. According to recent UN figures, nearly 3000 people have died and more than one million have been displaced in recent weeks, with thousands sheltering in churches, schools and makeshift camps amid shortages of food, water and medical supplies. Hospitals, including Church-run facilities such as the Charité Maternelle General Hospital, have been bombed, tragically killing newborn babies and seriously injuring civilians. Catholic agencies report dire conditions, with hospitals overwhelmed and sexual violence rampant.

Joining Pope Francis’ appeal on “local authorities and the international community to do everything possible to resolve the conflict by peaceful means”, COMECE commends the European Union’s recent allocation of €60 million in humanitarian aid and urges greater efforts to ensure that aid reaches the most vulnerable. Unrestricted humanitarian access to conflict zones and the protection of civilians, especially women and children, from violence and exploitation should be ensured. Support for education, health and shelter through partnerships with local church networks, which remain a lifeline for displaced people, should continue.

The root causes of this crisis – decades of resource exploitation, foreign interference and cyclical violence – call for political courage and diplomatic dialogue. We welcome the call for a “Social Pact for Peace and Coexistence in the Democratic Republic of the Congo (DRC) and the Great Lakes Region”, a roadmap by the Catholic and Protestant Churches to end violence and promote peaceful coexistence and social cohesion.

While promoting an inclusive peace process with the involvement of Churches and civil society, COMECE encourages the EU to also support international and regional mediation efforts, including the stabilisation measures recently agreed at the Joint Summit between the East African Community and the Southern African Development Community.

The involvement of foreign armies and militias, in particular Rwanda’s alleged support for the M23, constitutes a serious violation of international law. The announcement by the M23 rebels that they plan to extend the conflict to reach the capital and control the country represents a major challenge for the DRC and the region. The EU and the international community must put pressure on these actors to cease their support for the M23, to negotiate in good faith, to respect the territorial integrity and sovereignty of the DRC, halting the exploitation of its natural resources.

The involvement of foreign armies and militias, in particular Rwanda’s alleged support for the M23, constitutes a serious violation of international law. The announcement by the M23 rebels that they plan to extend the conflict to reach the capital and control the country represents a major challenge for the DRC and the region. The EU and the international community must put pressure on these actors to cease their support for the M23, to negotiate in good faith, to respect the territorial integrity and sovereignty of the DRC, halting the exploitation of its natural resources.

Economic considerations must not compromise the EU’s commitment to its core values and principles. We call on the European Parliament to endorse the appeals for the adoption of targeted sanctions and for the reassessment of the terms of economic cooperation, including the ‘Memorandum of Understanding on Sustainable Raw Materials Value Chains’, with those responsible for the human rights and international law violations.

Moreover, while condemning the looting of natural resources, we call for greater transparency in mining practices that fuel conflict, including the enforcement of due diligence frameworks on supply chains linked to Congolese minerals (e.g. cobalt, coltan, and gold).

I wish to assure the Bishops of DRC of our continued prayers for the suffering population in view of a just and lasting peace. COMECE will closely follow the situation on the ground and remain available to transmit to the EU institutions any concerns, perspectives and initiatives of the local Church.

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