In un’improvvisa conferenza stampa, prima della chiusura dell’assemblea generale dei vescovi (3-8 novembre), il presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Eric de Moulin-Beaufort, ha reso noto che 11 vescovi sono sottoposti a indagine o a condanne in ragione di abusi propri o copertura di quelli altrui. Fra questi, il card. Jean-Pierre Ricard. L’ambiente cattolico francese, già provato dal caso Santier (cf. Settimana News), è stato ancora una volta travolto dallo scoraggiamento e dal disgusto.
Cosa sta succedendo alla nostra Chiesa?
«Ma cosa sta succedendo? Cosa capita alla nostra Chiesa? (…) Ho la percezione di essere travolta da uno tsunami che riduce i nostri sforzi al nulla» (sr. Véronique Margron). «L’anno scorso (alla presentazione del rapporto della CIASE, la commissione abusi; cf. Settimana News) alcuni nicchiavano ancora sull’aspetto sistemico della crisi. Oggi posso dire che non è un problema per nessuno» (Marie-Jo Thiel). «Desolazione? Tristezza? No. Piuttosto collera, un’immensa collera» (Isabelle De Gaulmyn). La prima è presidente dei religiosi e religiose francesi che, assieme a mons. Eric de Moulin-Beaufort, ha formalmente ricevuto e accolto il rapporto CIASE. La seconda è una celebre teologa e terapeuta, fra le prime ad occuparsi degli abusi. La terza è caporedattrice del giornale cattolico La Croix. Lo scoraggiamento e l’ira delle donne sono fra i segnali più preoccupanti.
«Ad oggi – ha specificato mons. Eric de Moulin-Beaufort – sei vescovi sono portati in giudizio civile o canonico nel nostro paese. Voi li conoscete. Ad essi si aggiungono mons. Santier e il card. Ricard. Altri due, già emeriti, sono sottoposti a inchiesta da parte della giustizia civile (dopo una segnalazione fatta da un vescovo) e di una procedura canonica; un terzo è oggetto di una segnalazione alla procura che non ha dato al momento risposta e ha ricevuto dalla Santa Sede misure di restrizione del suo ministero».
Del tutto inatteso è il nome del card. Ricard che, il 7 novembre, ha scritto ai confratelli ammettendo un abuso di 35 anni prima: «Mi sono comportato in maniera censurabile con una giovane fanciulla di 14 anni. (…) Ho chiesto perdono e rinnovo in questa occasione la richiesta di perdono a lei e alla sua famiglia». Ricard, vescovo dal 1993 (Grenoble, Montpellier, Bordeaux), è stato presidente della Conferenza episcopale francese fra il 2001 e il 2007, ed è cardinale dal 2006.
Sconvolti e risoluti
L’attuale presidente dei vescovi di Francia ha ricostruito con accuratezza la scansione del caso Santier, senza scivolare sui punti di fragilità: rispetto e insufficienza delle normative, reticenza dell’interessato, non conoscenza dei fatti da parte del suo successore e dei confratelli vescovi, incapacità dei vescovi nell’affrontare crimini e delitti, incertezza in alcuni passaggi delle procedure e delle responsabilità, seri dubbi sulla pertinenza della riservatezza, difficoltà a rendersi credibili alle vittime.
Nel lungo discorso di chiusura ha ricapitolato i molti temi che hanno occupato l’assemblea. Fra questi, l’avvio di un lavoro di complessivo ridisegno delle attività della Conferenza, la verifica del lavoro dei nove gruppi avviati dopo il rapporto della Commissione CIASE, l’applicazione del motu proprio Traditionis custodes, l’attenzione alle richieste per la cura dell’ambiente (COP 27, Egitto) e una lettera pastorale sul «fine vita», tema che attraversa l’intera società politica del paese (O morte, dov’è la tua vittoria?).
Ma la tonalità complessiva è quella espressa dal titolo del messaggio ai fedeli: Sconvolti e risoluti. La gravità delle ferite venute alla luce ha suggerito di avviare un Consiglio di accompagnamento per le denunce contro i vescovi. La pesantezza del clima non impedisce ai responsabili ecclesiali di riaffermare la coscienza di poter contribuire a una rinnovata fedeltà al Vangelo.
Vorrei vedere, in Francia come in Spagna, in Italia e ovunque, che si vada ad agire all’origine operativamente… la scelta e la formazione dei sacerdoti, le forme di accompagnamento nel ministero, la cura e la comprensione dei problemi… fino alla domanda se il celibato sia ancora la migliore condizione e naturalmente la trasparenza della condanna nella consapevolezza che il singolo è da giudicare per il male che ha causato alla vittima e all’istituzione di cui è membro mentre l’Istituzione è da giudicare per la sua incapacità di porre argine, per le ipocrisie e la vergogna che il popolo di Dio non può non sentire.
La Chiesa francese, come la chiesa intera, è sconvolta negli scandali. La crisi di credibilità pone l’idea di un serio rinnovamento, ma c’è una forte opposizione. La chiesa si sta avvitando su se stessa. Il sinodo prossimo venturo sarà un serio banco di prova sulla volontà o meno di rinnovamento.