Dopo mons. Bernard Tissier de Mallerais (8 ottobre 2024; cf. qui su SettimanaNews), lo scorso 29 gennaio è morto anche mons. Richard Williamson (8.3.1940-29.1.2025). Dei quattro vescovi illecitamente ordinati da mons. Marcel Lefebvre nel 1988 ne sono rimasti due: Alfonso de Galarreta e Bernard Fellay.
Sia prima che dopo l’ordinazione la vita di Williamson è stata complessa. Nato a Londra da genitori anglicani si laurea a Cambridge in letteratura. Si trasferisce come missionario insegnante in Ghana e in Gabon. Lì conosce Albert Schweitzer e Marcel Lefebvre. Si converte al cattolicesimo ed entra nella congregazione dell’Oratorio (filippini). Da lì passa alla Fraternità san Pio X di Lefebvre.
Prete nel 1976 è ordinato vescovo con gli altri tre nel 1988. Ma l’inquietudine per una «tradizione» sempre più rigida lo porta ad essere espulso dalla Fraternità per «disobbedienza» nel 2012.
Nel 2014 fonda l’Unione sacerdotale Marcel Lefebvre (nota come «Resistenza») e l’anno successiva inizia a ordinare vescovi (sono attualmente sei) per garantire un futuro alla «vera Chiesa». Instancabile animatore e viaggiatore alimenta non un gruppo definito quanto una rete di gruppi e istituzioni intransigenti in aperta polemica non solo con Roma, ma anche con la Fraternità san Pio X.
Zibaldone
Il suo «caso» esplode nel 2009 quando, in una intervista a una televisione svedese, nega l’esistenza delle camere a gas e della Shoah, piegando l’interpretazione della coeva remissione delle scomuniche ai quattro vescovi eletti decisa da Benedetto XVI nel senso di un gesto conservatore e anti-conciliare con venature antisemite. Per quelle affermazioni subisce una doppia condanna civile in Germania nel 2013 e dal consiglio d’Europa nel 2019.
Affida i suoi pensieri a una sorta di diario i cui testi sono pubblicati su Eleison Comments. Uno zibaldone con oltre 900 interventi raccolti in due volumi dal 2007 al 2019 e poi continuati in rete fino a pochi giorni prima della morte. L’ultimo porta la data del 18 gennaio 2025.
Lì si possono trovare tutti i suoi interessi e le sue valutazioni: dalle polemiche con la Chiesa alla vita interna delle sue comunità, dalle condanne verso la fraternità san Pio X ai dibattiti teologici. Fino ad elementi di cultura civile, di politica e di costume: globalismo, Covid, inflazione, guerra, elezioni, apparizioni, recensioni, sostegno per Trump, per Putin e per autocrati vari, antieuropeismo, antimassoneria e anticomunismo ecc.
La Chiesa? Un caos
Nei due ultimi interventi si registra una puntuta critica alla Fraternità san Pio X ormai occupata da «liberali» alla ricerca affannosa di una soluzione con Roma. Torna con insistenza la giustificazione delle ordinazioni episcopali del 1988 per dar ragione delle proprie: le scomuniche sono «intrinsecamente non valide» (3 giugno 2023) perché le ordinazioni furono compiute per «necessità».
Si ripete la condanna della liturgia conciliare: «È ancora il campo di battaglia centrale, come dimostrato dalla pertinacia di papa Francesco nei suoi insani sforzi per cancellare del tutto la messa in latino» (4 gennaio 2025).
La crisi della Chiesa cattolica è radicale per il collasso dell’autorità: «Cosa succede quanto l’essere umano fallibile in cima alla piramide (della gerarchia) perde il suo senso di verità e giustizia e persino la buona volontà? Ci può essere solo il caos» (23 novembre 2024). Carlo Maria Viganò è un eroe, un uomo di chiarezza e di coraggio: affermazioni che convalidano la credibile voce di una ri-ordinazione episcopale chiesta dallo stesso Viganò (17 agosto 2024).
Antisemita e molto altro
Quanto al popolo ebraico non ci sono dubbi sulla sua responsabilità in ordine alla morte di Gesù e sulla sua qualifica di popolo deicida. «Nell’anno 33 d.C., il popolo ebraico riunito davanti al pretorio di Pilato e sollecitato dai loro sacerdoti chiese la morte del messia. Quindi gli ebrei, in nome della loro legge e per servire gli interessi materiali della loro nazione e della loro razza, hanno crocifisso colui a cui era stato legata la loro benedizione, ma che stava sostituendo la loro sinagoga con la Chiesa. Il popolo ebraico un tempo mistero di bontà si trasformò allora in un mistero di iniquità, mentre le benedizioni della promessa furono concesse ad altri. Questi altri ora costituiscono la Chiesa di Gesù Cristo» (26 ottobre 2024).
«I Protocolli dei savi di Sion sono un libro che merita di essere meglio conosciuto prima che diventi un reato da pena capitale il possederne una copia sotto un rinnovato regime comunista» (19 febbraio 2022).
Il tenore paradossale, settario e scombinato di molti dei suoi giudizi può essere ripreso per due casi: la relazione uomo-donna e il razzismo. «L’uomo e la donna hanno un destino uguale in cielo e una pari dignità spirituale. Ma per la nostra breve vita sulla terra Dio non ha invocato l’uguaglianza fra uomo e donna, ma ruoli complementari, finalizzati a creare famiglie. Esse non richiedono uguaglianza ma un capo con l’autorità di guida e decisione su tutta la famiglia. I doni del comando sono in generale per gli uomini, mentre Dio compensa le donne con i doni del cuore con cui diffondere amore e felicità in tutta la famiglia. Quindi una disuguaglianza terrena e temporanea per le donne con lo scopo di portare un’uguaglianza eterna in cielo» (2 settembre 2023).
«Gli ebrei posso risentirsi del fatto che i bianchi abbiano guidato il mondo. I neri possono risentirsi del fatto che molte persone li guardano dall’alto in basso. Le donne possono risentirsi del fatto che l’uomo sia capo della famiglia. Ma di chi è la colpa? Principalmente dei bianchi che furono dotati da Dio per insegnare agli ebrei il Nuovo Testamento, ai neri la loro dignità davanti a Dio, alle donne il loro vero ruolo in famiglia. Ma invece hanno abbandonato Dio e così i bianchi si stanno giustiziando e impiccando da soli. La vera soluzione a questi problemi e a innumerevoli altri è chiara: i bianchi devono tornare a Dio» (7 maggio 2022).
Vescovi in vista?
La scelta di Williamson di ordinare vescovi, giustificando ordinazioni anche di altri «vescovi» scismatici, lo ha posto in contrasto con la prudenza della Fraternità san Pio X. Ma ora che i vescovi lefebvriani sono ridotti a due e stanno diventando anziani si apre la domanda come si comporterà la Fraternità e se vi sia la possibilità che Roma conceda loro un permesso negato nel 1988.
Paradossalmente Williamson ha vinto: molte delle sue idee sono percolate nel mondo cattolico e sono diventate accettabili.
Basti vedere il successo mediatico del suo successore spirituale e materiale, mons Viganò.
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