Le notizie diffuse negli ultimi giorni dalla stampa nazionale, con ampio rilancio sui social e sulla stampa locale, riguardanti donazioni che le diocesi italiane erogano alla ONG «Mediterranea Saving Humans», toccano anche l’arcidiocesi di Modena-Nonantola e alcune mie scelte. Contro ogni garanzia costituzionale, è stata diffusa parte della mia corrispondenza privata con Luca Casarini, totalmente estranea alle indagini in corso su «Mediterranea». Senza entrare negli ambiti di competenza della Magistratura, nella quale ripongo la massima fiducia, mi sembra opportuno diffondere questa Nota per offrire alcune informazioni relative alla sola arcidiocesi di Modena-Nonantola.
Nella fedeltà al Vangelo
A partire dall’autunno 2020 ho deciso di aiutare «Mediterranea», elargendo periodicamente delle somme attinte alla «carità del vescovo», alimentata da diversi contributi (tra i quali una percentuale dell’otto per mille affidata al vescovo per interventi assistenziali), offerte liberali ed eredità o lasciti ricevuti in diverse occasioni e per diversi motivi, destinati a progetti da me scelti o concordati con i donatori, secondo le loro intenzioni.
La Chiesa, nella fedeltà al Vangelo, è sempre prossima, specialmente là dove la vita e la dignità umana sono minacciate: aiuta i bambini non ancora nati e le loro famiglie, opera per l’educazione, soccorre chi si trova in situazioni di povertà in Italia e nel mondo; difende chi è perseguitato a causa della fede in Gesù e assiste i fragili e i malati. Sono situazioni che richiedono quelle che il Catechismo chiama «opere di misericordia corporali e spirituali», dedotte dal Vangelo, là dove Gesù considera fatto a sé stesso il soccorso prestato agli affamati, assetati, poveri, malati, stranieri, carcerati (cf. Mt 25,31-46).
Esistono una fame di pane e una fame di fede, una sete di acqua e una sete di senso, una povertà fisica e una culturale, una prigione del corpo e una del cuore, un’estraneità fisica e una spirituale, malattie che investono il fisico e altre che arrivano all’anima. L’intreccio tra necessità materiali e spirituali è l’orizzonte di intervento della Chiesa, da sempre.
Trasparenza
Si possono certo commettere degli errori nella destinazione degli aiuti, ma la Chiesa non può rinunciare a quella «storia della carità» tratteggiata da papa Benedetto XVI nella sua prima enciclica. Con questo animo – lo dico molto umilmente – ho cercato negli anni di ministero a Modena di valutare anche la destinazione delle somme affidatemi; come parte di quel servizio ai poveri per il quale, nel giorno dell’ordinazione episcopale, ho promesso di impegnarmi: «Vuoi essere sempre accogliente e misericordioso, nel nome del Signore, verso i poveri e tutti i bisognosi di conforto e aiuto?».
Quando mi è stato chiesto aiuto per soccorrere persone in pericolo di vita nel Mediterraneo, ho perciò deciso di impiegare alcune somme dalla «carità del vescovo», tra le quali non pochi contributi finalizzati dagli offerenti stessi. E le ho indirizzate a «Mediterranea», che per quanto potevo constatare stava intervenendo efficacemente. Queste somme, “scoperte” dagli organi di stampa – peraltro maggiori rispetto a quelle divulgate dagli stessi – in realtà erano state regolarmente contabilizzate dentro al bilancio della diocesi, come le altre offerte liberali che partono dalla «carità del vescovo», tutte tracciabili attraverso i movimenti bancari. Le ho definite “una goccia nel mare”, e lo confermo, nonostante il sarcasmo di qualcuno: una goccia che è stata però utile per salvare la vita a qualche fratello e sorella in pericolo di vita.
Con la «carità del vescovo» in questi anni non sono stati aiutati solamente i migranti. A titolo esemplificativo, tra gli interventi con un contributo superiori ai diecimila euro, leggo dall’estratto conto degli ultimi due anni: un reparto maternità di un ospedale in Tanzania; diverse esperienze di formazione della pastorale giovanile e universitaria dell’arcidiocesi; la sistemazione di alcune canoniche ed edifici parrocchiali per i quali non erano sufficienti le offerte dei fedeli; la pubblicazione di libretti della collana «Figurae» sul Duomo di Modena e l’Abbazia di Nonantola; il sostegno economico ai presbiteri che conseguono titoli accademici fuori diocesi; l’aiuto alla popolazione di Boa Vista, nell’Isola di Capo Verde, ridotta alla fame dalla pandemia; l’adozione a distanza di seminaristi nella diocesi di Leopoli in Ucraina; il contributo alla ristrutturazione di una residenza parrocchiale per anziani a Modena; e una somma consistente, in questo caso totalmente finalizzata dagli offerenti, per il progetto di avvio di due laboratori per detenuti nel carcere Sant’Anna di Modena.
Ritengo, in conclusione, che il fine principale di questo attacco mediatico, portato avanti con quel tono sprezzante che nasconde sempre carenza di ragioni, sia di condizionare la libertà della Chiesa, per impedire il suo aiuto ai migranti naufraghi. La Chiesa però continuerà ad annunciare il Vangelo, celebrare i sacramenti e aiutare i poveri, compresi quelli che si imbarcano nel Mediterraneo per fuggire dalla fame e dalle guerre.
Modena, 7 dicembre 2023
+ Erio Castellucci,
arcivescovo di Modena-Nonantola
Il problema non è il fatto che la Diocesi dia soldi per la carità, ma, in questo caso, A CHI li dia. Ciò che è stato pubblicato da La Verità non avrà rilevanza penale, ma morale sì. Sono stati dati soldi all’organizzazione di un personaggio dubbio, molto dubbio, che pare li abbia usati anche per scopi personali e che, oltretutto, si è burlato dei Vescovi. Caro mons. Castellucci, la sua replica non convince proprio.
Caro fratello vescovo Erio,grazie del tuo intervento nel quale difendi il diritto e il dovere che come seguace di Gesù di Nazareth, di essere chiesa solidale con chi soffre,con i poveri gli esclusi, in questo caso specifico,con i migranti in cerca della “terra promessa” che purtroppo molti ,troppi di loro,non vedranno mai.La tua coerenza ,permettimi di dire,fa bene a tutti noi,poveri cristi,ma fa bene anche all’istituzione Chiesa che ha tanto bisogno di convertirsi , Ancora grazie
Grazie al vescovo Erio per la sua testimonianza. Fa bene al cuore sentirla e fa bene vedere che altri si associano in solidarietà. Dove alcuni vedono nemici di cui diffidare ci sono invece poveri da amare
Grazie della coerenza, della chiarezza, e della forza testimonianza.
Eccellenza , che dire ? La Chiesa ormai finanzia l importazione di musulmani che disprezzano i cristiani, mi dica lo fate per soldi ? Voi e le cooperative rosse ? Lo sanno tutti il colossale business che c’è dietro ai migranti… perché non aiutate la fede dei nostri giovani? Dove è finita la spiritualità della Santa Romana Chiesa ?? Con questo pontefice relativista siamo alla nemesi avete trasformato la Santa messa in concerti con chitarre e batterie …. Che vergogna….
Sarà un decennio ormai dall’ultima volta che ho sentito una Messa accompagnata dalla batteria (e concordo che non sia uno strumento adatto)
Per il resto dubito che una qualsiasi delle nostre Messe accompagnata dalle chitarre sia un concerto più di una qualsiasi Liturgia accompagnata dalla polifonia
Comunque di iniziative rivolte ai giovani ve ne sono tante, nomino per esempio ‘L’ora X’ della Diocesi di Treviso, che era veramente stimolante e ben curata, e molto partecipata
I farisei invocavano la fedeltà alle tradizioni, come fa lei. Gesù invoca la fedeltà ai poveri…. Come papa Francesco. O li lasciamo morire? Per lei la vita è vita o la vita di un cattolico vale di più?
Tutto quello che e’ stato pubblicato su LA VERITA’ e che riguarda la CEI e le diocesi non ha alcuna rilevanza penale .IL Vescovo Castellucci ne conferma la veridicita’ e ne sostiene la bonta’ ,per quanto concerne la sua diocesi. D’ altra parte, ancora nessuno ha smentito le trascrizioni delle intercettazioni pubblicate. Si tratta del consueto modo di elargire le elemosine, di operare la giustizia, cose che nel linguaggio slang la Chiesa ama chiamare Carita’ .Non capisco pero’ perche’ il Vescovo evochi Benedetto XVI , quando in questo campo Papa Francesco non e’ secondo a nessuno e questo e’ risaputo
Perché le persone che stanno lanciando fango sono quelle che nel gergo vengono chiamate ‘vedove ratzingeriane’, e che vogliono ad ogni costo contrapporre il pontificato attuale e quello precedente
Beh, allora, se questo fosse il motivo, non si raccoglie la sfida. Spero che non sia questo il motivo.
“le vedove ratzingeriane”, caro sig. Anima errante, lo poteva risparmiare… per rispetto al predecessore del Pontefice se non altro.
Mi scuso se il mio commento è stato interpretato come un insulto verso Benedetto XVI, di cui ho stima e prego per la sua anima e perché venga almeno beatificato.
Ma quello che ho detto è vero: quelli che ora stanno attaccandosi a questa storia sono persone che avevano proiettato le loro idee politiche sul defunto pontefice, attribuendogli cose mai da lui dette
Con Francesco questo non riesce più, e sono diventati ribelli a lui e ai vescovi, appellandosi falsamente al pontificato precedente