Nel corso dell’Assemblea generale autunnale della Conferenza episcopale statunitense, in corso a Baltimora (14-17 novembre), i vescovi hanno eletto ieri il nuovo presidente. Si tratta di mons. T. Broglio, dal 2008 ordinario castrense cattolico dell’esercito americano – che ha ricevuto 138 voti a favore su 237.
Broglio proviene dalla diplomazia vaticana. Negli anni ’90 era stato segretario particolare del card. Sodano, diventando poi nel 2001 nunzio nella Repubblica Dominicana e delegato apostolico per Porto Rico.
Fu quello il periodo di forte frizione fra la Segreteria di stato guidata da Sodano e i vescovi latino-americani, che vide il tentativo di commissariare il CELAM da parte del Vaticano.
Alla vice-presidenza è stato eletto il vescovo di Baltimora, W. Lori, che ricopre anche la carica di cappellano dei Cavalieri di Colombo – potente lobby conservatrice del cattolicesimo americano – e quella di presidente del Comitato pro-life dal 2021.
Se Lory, nel corso degli ultimi tempi, ha preso posizioni più moderate, volte a cercare di ricostruire un minimo di unità e di coesione tra i vescovi americani, Broglio rimane una figura caratterizzata da una forte e polemica distanza da papa Francesco. Si confermano così sia la divisione interna al corpo episcopale statunitense, sia una maggioranza di vescovi non sintonici con la visione di Chiesa dell’attuale pontefice.
Eletto per un quadriennio, si potrebbe dire che questa scelta guarda al dopo Francesco e sarà chiamata a gestire la posizione della Conferenza episcopale statunitense alle prossime elezioni presidenziali (nella stessa giornata di ieri D. Trump ha annunciato la sua volontà di candidarsi nel 2024).
Povera Chiesa……ma dove sta andando?