Come in Germania e in Francia, ora anche in Austria i religiosi e le religiose del paese si ritrovano in una stessa organizzazione, sotto uno stesso tetto. Da gennaio 2020 l’Ordenkonferenz Österreich (Conferenza degli istituti religiosi d’Austria) raccoglie la rappresentanza delle 3.250 suore/monache e dei 1.660 religiosi/monaci, appartenenti a 195 istituti e famiglie religiose (109 femminili, 86 maschili). La decisione è stata formalizzata con il voto di un’assemblea congiunta dei superiori/e maggiori il 25 novembre 2019.
Il dicastero vaticano per la vita consacrata ha dato via libera con un documento datato 8 dicembre 2019.
Presiedono l’organismo l’abate Korbinian Birnbacher dell’abbazia S. Pietro di Salisburgo, il più antico monastero del paese, e suor Franziska Bruckner, madre generale della Fraternità delle francescane di Amstetten. In consiglio sono stati votati: la domenicana Fransizka Madl, la francescana Sonja Dolesch, il gesuita Bernhard Bürgler e l’abate Reinhold Dessl di Wilhering.
Conferenza austriaca dei religiosi e delle religiose
L’unificazione delle rappresentanze dei religiosi e delle religiose è finalizzata a facilitare i rapporti e le comunicazioni, a dare maggior profilo ecclesiale e pubblico alla vita consacrata e a completare un cammino di avvicinamento reciproco in atto da molti anni.
La ricerca di una voce comune parte dal primo dopoguerra. Il crollo della monarchia ausburgica e la restrizione dei territori nazionali consigliarono, nel 1918, la costituzione di un organismo centrale che affrontasse la situazione economicamente grave dei monasteri e delle comunità. Vi partecipavano in particolare gli economi.
Nel 1932 nasce la Conferenza degli abati. Alla sua prima assemblea partecipò anche il cancelliere Engelbert Dollfuss e il rapporto con il governo permise di uscire dall’emergenza economica.
Un periodo difficile e di grandi pressioni fu quello sotto il regime nazista che, nel 1938, occupò il paese.
Dopo la guerra
Con la fine della seconda guerra mondiale terminarono anche gli espropri, i saccheggi, le distruzioni e gli allontanamenti dei religiosi.
Nel 1948 l’arcivescovo di Salisburgo, Andreas Rohracher, ricevette da Roma il compito di ripristinare la disciplina negli istituti dopo le devastazioni anche morali della guerra. Vi erano allora 500 conventi, 170 maschili e 340 femminili. Particolarmente efficace l’opera di riforma sui monasteri, molto attivi nella pastorale ma meno identificabili come comunità di preghiera.
Nel 1950, alla Conferenza dei superiori maggiori partecipano anche i religiosi di vita attiva. Dal 1954 si avviano le giornate di confronto fra i maestri dei novizi e i superiori maggiori. Nel 1959 è istituita ufficialmente la Conferenza dei superiori maggiori.
Avvicinamento progressivo
Le donne partono nel 1948 attorno alla Caritas organizzando una rappresentanza delle suore operanti negli ospedali.
Nel 1956 si apre una Conferenza delle superiore maggiori attive negli ospedali, nelle scuole e negli interventi caritativi. Tre anni dopo viene fondata la Conferenza rappresentativa di tutte le famiglie religiose femminili.
Di unificazione delle due Conferenze si parlava dal 1970, ma le suore temevano un eccessivo perso dei maschi e non si concluse nulla. Ma si aprì una stagione di collaborazione fattiva. Per esempio, sul versante delle scuole. Dal 2010 vi è un ufficio condiviso fra le due Conferenze a Vienna, indirizzato alla collaborazione delle attività ospedaliere, nelle missioni e nell’educazione.
Nel 2018 le due Conferenze votano a larga maggioranza per un progetto di unificazione che arriva a maturazione l’anno successivo. Fra le iniziative condivise vi è un lavoro comune sui casi di abuso di potere e sessuali e sull’opportunità di affrontare le sfide comuni in un tempo di riduzione delle forze.
Il monachesimo e la vita consacrata sono realtà vitali e molto apprezzate sia nella Chiesa che nella società austriaca.
In Italia stanno maturando i tempi per una scelta similare. Le forme di collocazione reciproca sono molte. Significativa la decisione di USMI (Unione superiore maggiori d’Italia), CISM (Conferenza italiana superiori maggiori) e Istituti secolari di unificare gli uffici nello stesso stabile a Roma (via Zanardelli, 32).