A distanza di quasi tre mesi dal decreto approvato dal papa (26 maggio) circa la comunità monastica di Bose la situazione è solo parzialmente risolta. Dei quattro membri che avrebbero dovuto trovare una sistemazione altrove due fratelli (Lino Breda e Goffredo Boselli) e la sorella (Antonella Casiraghi) hanno trovato una soluzione concordata con il Delegato pontificio, mentre fr. Enzo Bianchi è ancora a Bose.
La parte del decreto riguardante l’allontanamento di tre fratelli e una sorella rimane pertanto incompiuta. Con la discrezione e il rispetto dovuto a figure di rilievo e a una comunità di irradiazione nazionale e oltre riemergono le domande che SettimanaNews ha già recensito: «abbiamo bisogno di trasparenza per dare testimonianza di unità, di partecipazione piena alla sofferenza di tutte le persone coinvolte, per capire l’ottica della Chiesa, che è intervenuta secondo finalità che non conosciamo e, non informati, non comprendiamo» (Restituzione per Bose). «Penso che sia necessario disperdere la nebbia del non detto che offusca oggi la comunità. Poter guardare in faccia i problemi è sempre meglio che lasciar circolare ipotesi più o meno fantasiose… Avverto fortemente il bisogno di capire dove ci troviamo, quali sono gli ostacoli, quali i rischi, quali le prospettive» (Bose: non riesco a capire).
Dopo la visita fraterna del 2014 e quella che si è sviluppata fra il 6 dicembre 2019 e il 6 gennaio 2020, i visitatori hanno potuto parlare direttamente con tutti gli 86 fratelli e sorelle di Bose e delle quattro fraternità (Ostuni, Cellole-Volterra, Civitella-Civita Castellana, Assisi) delineando un quadro affidabile degli orientamenti della comunità. È ragionevole pensare che il risultato del decreto pontificio ne rappresenti uno specchio fedele e la condizione per una ripartenza.
Per questo rimane difficile da interpretare la perdurante presenza a Bose del fondatore. Pur senza entrare in ragioni personali – magari relative all’impatto di una disposizione avvertita in tutto il suo peso – non è facile coniugare questo atteggiamento con quanto la stessa Regola di Bose recita a proposito dell’obbedienza: «Osserva le decisioni della comunità con amore e con gioia, altrimenti esse, che vogliono essere per te servizio e aiuto, diventano motivo di inciampo e invece di liberarti fanno di te uno schiavo della legge […] Cerca di fare tua, di comprendere dall’interno una decisione presa contro il tuo parere. Solo così la tua obbedienza, soprattutto se amorosa e fiduciosa, libererà le tue facoltà intellettuali per renderle docili allo Spirito santo».
D’altro canto la parte più consistente del decreto pontificio guarda all’insieme della Comunità, esortandola a intraprendere da un lato un cammino di guarigione delle ferite nella vita comune e, d’altro lato, un percorso verso una maggior corrispondenza tra il carisma fondativo di Bose (una comunità di fratelli e sorelle di diverse confessioni cristiane che cercano di vivere radicalmente il Vangelo in una vita comune nel celibato, nel solco della tradizione monastica) e la sua configurazione canonica.
È questo duplice cammino che i fratelli e le sorelle di Bose hanno intrapreso in questi mesi, sotto la guida del loro priore e accompagnati dal delegato pontificio: un percorso lento, non privo di difficoltà, ma destinato a confermare Bose nella sua vocazione originaria.
L’importanza e la delicatezza di questo cammino richiedono anche pazienza e accompagnamento rispettoso da parte di quanti, dentro e fuori la Chiesa, si augurano la permanenza di questa testimonianza di particolare sequela del Signore.
Oggi sul Fatto Quotidiano ecco un altro scudiero, Franco Cardini, scrivere il solito mondo al contrario. Ha veramente dell’incredibile quanto il signor Bianchi riesca ancora a circuire articolisti di ogni genere, e forse ancora peggio trovare testate disponibili alla pubblicazione. Su quest’ultimo articolo poi è semplice evidenziare, capire, il tragicomico messaggio che viene lanciato, dove le risposte sono talmente banali da fare appunto evidenziare come non ci sia altro scopo che calunniare per distruggere tutto e tutti al di fuori del personaggio. Il Papa chiamato per l’ennesima volta in campo ha già parlato, in modo inequivocabile, al termine di una infinita serie di riscontri, eppure il tarlo del protagonismo si eleva ormai verso il parossismo, facendo passare il povero “fratello Enzo” e i suoi spalleggiatori come i più pesanti ‘leoni della tastiera’, come si usa ormai dire oggi. Il Vangelo di Marco di oggi, così chiaro sulla tematica della correzione, evidentemente non è annoverato nella vita di certe persone come il signor Bianchi e il suo piccolo ma potente entourage.
Bello il commento di Melloni. Il quale (ricordo a voi che siete poco attenti e parlate senza sapere) è direttore/segretario (stipendiato) della Fondazione per le scienze religiose “Giovanni XXIII”, che ha goduto e gode finanziamenti milionari pubblici e privati. Il segretario/direttore (M.) è nominato dal CDA in cui Enzo Bianchi non solo siede (accanto a persone come Franco Bassanini, Piero Giarda, Piergaetano Marchetti… il nome di Prodi non c’è più, fino a un po’ di tempo fa Zanda), ma per lo statuto della fondazione è membro a vita (è un errore di chi ha scritto lo statuto, credo Beniamino Andreatta: infatti una personalità da quelle parti venerata come Bianchi avrebbe dovuto essere nominato membro ETERNO, come in Corea del Nord, ove non c’è un presidente in carne e ossa – forse in ossa sì – perché è il nonno defunto dell’attuale ciccio-Kim). Quindi molto disinteressato melloni… Tra l’altro se uno viene fatto membro a vita (eterna?), immaginate, care pecorelle, qual’è la sua influenza in certi ambientini. Quanto al clima che regna (regnava, mi sa…) attorno al monaco (che canonicamente monaco non è, per questo mi sfugge il contorno canonistico della vista, non ho tempo da perdere, non ha importanza), io ho visto personalmente il timore (eufemismo) dal quale era circondato, e l’umiltà da scolaretti di personalità che hanno ruoli e caratteri non trascurabili. Sul suo potere di persuasione in Vaticano e fuori non voglio dire nulla, perché scrivo solo quello che ho visto e conosciuto di persona o per dato certo, e non le informazioni di seconda mano, e nemmeno gli indizi (il mio cestino della carta per il macero è estremamente capiente, per favore è già pieno, basta). Queste caratteristiche basterebbero a spiegare il provvedimento (ve lo immaginate vivere in una comunità così?). Se abbia combinato altro non so, non lo so io e non lo sa Melloni: i difensori alla Melloni tendono a minimizzare tutto con un piccolo litigio normale in una comunità e un provvedimento esagerato e a negare qualunque altra causa. Questa non la saprete, se esiste, non ora. Scismi, no, mica è Milingo, se non si è rimbambito (dai suoi post su twitter mi era venuto il sospetto, ma forse è solo il carattere alfa – ri-eufemismo – umiliato, piuttosto muore per l’affronto ma non si piega). Porcherie nemmeno (dormire in alberghi lussuosi e mangiare in ristoranti stellati non sarà monastico, ma l’ho visto farlo alla luce del sole). Piuttosto: se guardate una foto con lui biancovestito vicino al papa, il capo sembra lui: Porcherie nemmeno. Il papa argentino si sarà stufato (personalmente) che qualcuno comandi a casa sua (tre biancovestiti in Vaticano sono obiettivamente troppi) e avrà fatto come nella Pampa, un bel papagno, colla scusa di liti interne di chi a Bose ha subito per decenni questa personalità non riuscendo a liberarsene (non fisicamente, andando via) e colle dimissioni abbia perso il timore e ora voglia proprio liberarsene. Bose assomiglia a un resort di lusso, senza il capo è un paradiso, in un posto magnifico.
Studiate, fratellini, studiate: i fatti non sono nascosti, ma per trovarli bisogna sapere cosa e come cercare. Se io voglio nascondere un libro lo metto in bella vista sulla mia libreria, tra diecimila altri libri.
Sempre vostro,
don Egizio Salomone
Certo che la poca chiarezza del provvedimento e la totale presa di distanza di Enzo Bianchi dalle disposizioni Vaticane, buone e giuste o meno che siano, fa supporre qualcosa di “losco”, di “indicibile” della vita che si era creata in quella comunità. Alcuni esempi:
– un clima di soggezione e di paura, con totale mancanza di libertà per i monaci;
– una specie di Chiesa ad uso personale dentro la Chiesa cattolica;
– Bianchi stava preparando uno scisma dentro la Chiesa?
– aveva contatti con personaggi della malavita o con politici corrotti…?
Forse i problemi hanno a che fare con la psiche e la personalita’ del Fondatore di Bose.
Esiste quella cosa che succede quando intorno ad un famoso “maestro “ che in oriente si chiama “ guru” si forma una corte di adepti: il culto della personalita’ . Dal punto di vista cristiano e’ nefasto.
Forse Bianchi non vuole andarsene da Bose , ma rimanere dove e’ sempre vissuto circondato dall’ adorazione dei discepoli , perche’ sa che in un altro luogo sarebbe un signor nessuno. E per lo stesso motivo non puo’ smettere di scrivere sui social e sui giornali, se no chi si ricorderebbe di lui? Complementare al culto della personalita’ esiste sempre una personalita’ narcisistica.
Che non si rassegnera’ mai a farsi da parte.
Ma è sufficiente il narcisismo o un pò di tensioni per giustificare questo trattamento? Anche da parte della stessa comunità di Bose?
Non so, può essere che i torti siano da entrambe le parti, può essere che l’intervento del Vaticano sia stato severo, ma a me pare che un monaco ha come primo diovere l’obbedienza e l’umiltà.
a me sembra che Enzo Bianchi faccia un po’ troppo la vittima, si pianga troppo adosso, voglia fare la parte da protagonista .Mi pare , ma sarà una mia impressione, che cerchi di gettare una ombra oscura sulla comunità di Bose, solo perchè lui non può più esserne il capo. Che si faccia da parte, e lasci la sua creazione, Bose, crescere anche senza di lui! E’ un sacrificio certo, ma un monaco non dovrebbe avere spirito di sacrificio?
Se no è come quei genitori egoisti che non vogliono mai veder diventare autonomi i propri figli.
Se si leggono i tweet mandati dal Bianchi in questo periodo grondano di emotivo vittimismo, di oscure accuse di tradimento, e di un atteggiamento che non ci si aspetterebbe da un monaco.
Ma forse Bianchi è un “monaco” come l’eremo dove vive è un “eremo” : diciamo a modo suo, e questo suo stile è francamente imbarazzante.
Io ho praticamente smesso di andare in Chiesa, dopo certe esperienze online. Non è che i cristiani brillino di umanità, di qualsiasi schieramento e grado,
Certo nel caso di Bose, pur non avendolo mai seguito particolarmente, fa ancora più brutto, data la sua posizione apertamente dialogante. Che finisse a litigi e carte bollate non me lo sarei mai aspettato.
Analisi perfetta la sua. Ha dell’incredibile la strenua difesa dell’indifendibile da parte ancora di sidecenti personaggi, un ex teologo ex monaco che si permette si scrivere su un blog compiacente assurde menzogne e commenti indegni, giornalisti che per chissà quali motivi scrivono sotto dettatura, tutto questo non ha niente a che vedere con la cristianità.
Devo però constatare che oltre all’aspetto psichiatrico del personaggio e di chi lo segue ancora quale guru come dice giustamente il signor Gian Piero, c’è una recrudescenza di articolisti che stanno descrivendo delle realtà distorte, false, offensive verso più persone, una manovra nel più bieco stile distruttivo, piuttosto di non salvarsi distruggere tutto e tutti. Una parabola inammaginabile fino a pochi mesi fa, ma ora mi sembra necessario non tanto silenziare alcuni, come qualcuno sottende, ma fare scendere un velo davvero finale su una indegna campagna provocatoria del signor Bianchi e dei suoi cortigiani.
Credo di capire che, se è rimasto nel suo palazzotto, non solo ha preso in giro tutti con il messaggio in cui dice che è fuori dalla comunità, ma di fatto è rimasto in un edificio proprietà di Bose e quindi soggetto alla giurisdizione del Priore. Quindi è rimasto in comunità.
Altrimenti sarebbe come dire che Papa Francesco, rifiutato il suo apartamento papale e scelta Santa Marta come sua dimora è uscito dal Vaticano. Il che appare ridicolo.
Enzo Bianchi è ancora a Bose, nonostante decreti e ammonizioni.
Nel territorio che è giurisdizione del Priore. O il suo palazzetto è “extraterritoriale”?
Ma se non obbedisce neanche al Papa come può obbedire al suo legittimo superiore?
e la situazione diviene sempre più vergognosamente dipinta e strumentalizzata, su Repubblica è apparso un aberrante scritto di Massimo Recalcati, minaccioso contro tutti coloro che non sostengono il signor Bianchi. Come si può fare per porre fine a questa grottesca farsa di vittimismo in cui si offende l’intelligenza di tutti, continuando a prendere in giro gli ignari e infangando tutti coloro che sono stati e continuano ad essere vessati da personaggi solo ossessionati dal loro narcisismo ed ego, “qualità” che proprio il dottor Recalcati avrebbe dovuto riconoscere nelle sue frequentazioni a Bose, ma forse è più conveniente il ruolo del difensore ad ogni costo. Che qualcuno intervenga una volta per tutte a porre fine a questa squallida diatriba e venga eseguita giustizia.
CVD, come volevasi dimostrare! Positivo che il Delegato finalmente abbia battuto un colpo! Per il resto, CVD: il problema serio ha a che fare con potere, rapporti interpersonali, narcisismi e protagonismi. Il Vangelo c’entra poco… che tristezza… e pensare che questi “monaci” hanno pubblicato migliaia di pagine su temi spirituali. Meglio se tacevano, risparmiando prediche e foreste… o no?
Articolo pubblicato stamattina sul notiziario SIR:
Fr. Enzo Bianchi si trova tuttora nel suo “eremo”, cioè “nello stesso edificio composto da più locali e situato a poche decine di metri dal nucleo centrale della Comunità, nel quale vive da oltre quindici anni”. Lo precisa in una nota padre Amedeo Cencini, delegato pontificio per la Comunità monastica di Bose: “Lì, oltre al fratello che provvede alle necessità quotidiane, riceve regolarmente altri membri della Comunità, e da lì si muove, da solo o con altri, in auto, per diverse ragioni, come ha sempre fatto. Non ha pertanto ancora dato seguito alla promessa da lui fatta di accettare, eseguendoli, i provvedimenti notificati con il decreto del 13 maggio 2020, che – osserva padre Cencini -, a conclusione della visita apostolica, è stato consegnato a lui come agli altri tre destinatari”. Il delegato pontificio e la Comunità “sono fiduciosi comunque che la situazione possa sbloccarsi al più presto”.
Domanda: quanti scrivono hanno un sofferto amore a Gesù Cristo e alla Chiesa? Tacere è una virtù che si esercita, non una virtù che si chiede agli altri… Le prove di qualsiasi tipo siano richiedono tempo per produrre frutti… E non sono cristiani né i catastrofismi né i machiavellismi. Chi ama sa attendere….
A volte i cristiani hanno uno stile fuori dal mondo. Si può parlare laicamente di un problema di gestione prima di tutto relazionale e poi di potere di una realtà terrena? Tenendo fuori i discorsi “spirituali” che evidentemente non sono stati sufficienti a tenere unita la comunità?
Perché a volte si usa la fede come una cancellina per far tacere gli altri. Detto ciò passano i mesi ma si capisce sempre di meno, spiace di chiunque siano i torti e le ragioni.
Enzo Bianchi ha fatto ed è stato tanto per la Chiesa e sarebbe bellissimo se potesse continuare a esserlo. Alfredo Bianco non la penserà così ma rimane pur vero che dall articolo di Settimana News e dalla risposta di Enzo sembra che lui sia dove è stato da circa un ventennio. Sembra anche che Enzo stia usando tutta la sua forza ed esperienza per mostrare che nessuno lo può spostare da lì, in altre parole ha deciso di affidarsi alle proprie forze ( e amicizie anche tra i giornalisti) magari ci riesce con il Vaticano che alla fine fa finta di niente. Invece se si abbandonasse con fiducia a Dio sarebbe veramente un grande dono per lui e per tutta la Chiesa… . Forse il problema non è che faccia ombra al priore attuale ma dai comunicati sembra piuttosto che abbia derogato alla vita fraterna e monastica coinvolgendo altri attorno a lui che allo stesso tempo magari si sentono superiori agli altri fratelli perché amici del fondatore e così magari si arrogano anche il diritto di non seguire le scelte della comunità. Questo è irrimediabilmente nocivo e porterebbe alla fine … Nessuno ha notato che ai 4 è stato detto che potevano andare anche in luoghi non monastici. Beato chi non trova consolazione a essere presente su Twitter ma confida in Dio.
Sarebbe bello, sono pienamente d’accordo con lei, e la sua disamina del comportamento di E. Bianchi è di una lucidità e chiarezza totale. Proprio per tutto quello che asserisce mi sembra impossibile che la Chiesa possa continuare ad annoverarlo fra i suoi fautori. Ma le sembra normale “derogare” come lei precisa in modo così plateale, temerario, insinuando tramite le sue varie amicizie e Twitter di essere lui la vittima? No signor Albert, non è più tollerabile spendere parole e tempo a riguardo, mi stupisco tra l’altro come certe testate giornalistiche possano ancora ospitare riflessioni a sua firma, tutto questo è irrimediabilmente nocivo come lei dice, e ormai fastidioso.
Mi stupisce che un Fondatore si faccia costruire o permetta che lo si faccia, un palazzetto privato dentro una comunità da lui fondata. Ma non dovrebbe stare con gli altri e tra gli altri?
Sembra di rileggere la storia della Monaca di Monza di manzoniana memoria, con la differenza che sono passati secoli da quel famoso manoscritto e dal romanzo…qualche Concilio e tanta acqua nuova è scorsa nella vita della Chiesa.
Nel ‘suo’ eremo? Con fratelli al suo servizio?
Non capisco. Non voglio capire…
Penso che dovrebbe parlare il Delegato. Mi sembra l’ unica cosa sensata di fronte a tutte queste chiacchiere. E comunque il centro della questione e’ l’incapacita’ di affrontare/risolvere/gestire i conflitti. Il resto – complotti, questioni canoniche, bla bla bla – sono solo tentativi di sviare. Chi sa parli. O no?
Basta leggere qualsiasi blog cattolico per vedere come regni l’amore, senza bisogno di delegati apostolici.
Oggi padre Enzo Bianchi scrive questo sulla pagina “alzogliocchiversoilcielo”:
Non ascoltate notizie fantasiose su di me. Mi sono allontanato dalla comunità da tre mesi,senza aver avuto più contatti con essa .Vivo in radicale solitudine in un eremo fuori comunità e date le mie condizioni di salute (non sono più autonomo)ho un fratello che mi visita. Amen (15 agosto 2020).
Quindi?
tweet di Enzo Bianchi del 15 agosto alle ore 13:49
Non ascoltate notizie fantasiose su di me. Mi sono allontanato dalla comunità da tre mesi,senza aver avuto più contatti con essa. Vivo in radicale solitudine in un eremo fuori comunità e date le mie condizioni di salute (non sono più autonomo) ho un fratello che mi visita. Amen
ecco un’altro scudiero, che sa benissimo chi è il signor Bianchi ma che evidentemente deve qualcosa al personaggio tanta è l’attenzione partecipata. Ai lettori ignari suggerisco solo di andare a vedere cosa è e dove si trova l’eremo sempre menzionato, ovviamente il termine si confà con il monaco, peccato che qui mancano i basilari presupposti sia del monaco che di un eremo. Poi con la fantasia si può dire di tutto ovviamente! Ora però più che dire ci vuole solo silenzio.
Dov’è che si va a vedere cosa è e dove si trova l’eremo menzionato?
l’allontamento di cui qualcuno menziona, fuori comunità come dice il signor Gregorio, corrisponde guarda caso sempre a cascina Bose di Magnano. Fate un po’ voi l’uso che preferite dei termini, la serietà delle affermazioni però sono, diciamo, libere!
Benissimo signor Bianco: se “ora più che dire ci vuole solo silenzio” il primo a tacere sia proprio lei! È veramente indegno il suo “tiro al piccione” contro il “signor” Enzo Bianchi che non é certamente un Alfredo Bianco qualsiasi, ma qualcuno che, lo si voglia o no, ha lasciato un segno importante nella storia della Chiesa, malgrado la sua vituperata opinione su di lui.
Ci dica, per favore, amabile Alfredo: lei è lo”scudiero” di chi?
amabile signor Ruberto non qualsiasi, mi sento “scudiero” di chi non vuole essere preso in giro, dopo aver assaporato “il segno lasciato nella storia della Chiesa” fino ad un certo punto, poi da un certo momento quel segno deve aver lasciato il posto a qualche disordine da novello profeta, troppo.
“NEMO PROPHETA IN PATRIA”, signor Alfredo Bianco!
Però per fare lo “scudiero”, ancorché di chi non vuole essere preso in giro, non pensa che sia necessario sapere strigliare almeno un po’?
Se si mettono in fila i suoi compulsivi interventi sul “signor Enzo Bianchi” degli ultimi due mesi, sembra che ella sia l’unico a conoscere la vera verità sull’intera vicenda di Bose e del suo fondatore.
Ce la dica finalmente, per favore, questa verità, così dopo potrà bersi in pace una buona camomilla, senza affibbiare epiteti a chi non la pensa
come lei.
una buona camomilla.
L’affaire Bose è grave proprio perché dà ansa alla chiacchiera e alla insinuazione. Niente di ciò che è stato fatto (il ricorso alla Suprema Autorità, il provvedimento amministrativo senza procedura, l’uso della approvazione in forma specifica) era necessario per una colpa che a detta della comunità riguardava l’esercizio del governo interno. Ma è stato fatto questo proprio perché nella sproporzione fra condanna e colpa si potesse insinuare che c’era un “ben altro” che non poteva essere taciuto né all’accusato né ai quattro esiliati. Sulla appropriatezza dell’unica condanna perpetua, quella di Enzo Bianchi, ci sono esitazioni e perplessità tali per cui da una condanna a “separarsi” si è passati ad un allontanarsi e poi alla richiesta di una sistemazione “distinta” dal cuore e dal coro: che è grosso modo quella che qui si fa passare come una quasi evasione da un provvedimento amministrativo usato come clava. Non per colpire (solo) Enzo, ma la comunità che il delegato Cencini ha potere e mandato di rifondare sostituendo una altra Bose a Bose, in un confusionismo canonico non nuovo. I provvedimenti sui memores di CL, sull’abate di san Paolo, su Bose dicono che c’è una azione non nuova (è il vecchio sogno della congregazione dei religiosi contro il quale Pio XII fece Provida Mater) ma insidiosa che pensa xhe ci sia qualcuno – l’istituzione o in subordine la psicobanalisi – che deve “oggettivare” il carisma attraverso metodi spicci nei quali l’equilibriodel diritto viene compromesso: dire che quella misura è stata violata nella rivalsa è “irrispettoso” se si dice il falso; è solo vero se si dice il vero.
ecco il fido scudiero che interviene con la solita e nota faziosità. Non c’è una parola che sia una che corrisponda alla vera situazione, una difesa d’ufficio grottesca come ormai da mesi possiamo leggere qua e là da parte di chi orchestra questa intollerabile linea, cercando di toccare i cuori ancora di qualche ignaro lettore che vedeva nel signor Bianchi quello che non c’è.
Melloni è direttore/segretario (stipendiato) della Fondazione per le scienze religiose “Giovanni XXIII”, che ha goduto e gode finanziamenti milionari (sic). Il segretario/direttore è nominato dal CDA in cui Enzo Bianchi non solo siede (accanto a Bassanini, Giarda, P.G. Marchetti… tempo fa Zanda), ma per lo statuto della è membro a vita (ma una personalità da quelle parti venerata come Bianchi avrebbe dovuto essere nominato membro ETERNO, come in Corea del Nord, ove non c’è un presidente in carne e ossa – in ossa sì – perché è il nonno defunto dell’attuale Kim). . Questo è documentato. Peraltro, se uno viene fatto membro a vita, immaginiamo qual’è la sua influenza in. Quanto al clima che regna (regnava, mi sa…) attorno al monaco (che canonicamente monaco non sarebbe), ho visto il timore (eufemismo) dal quale era circondato, e l’umiltà da scolaretti di certe personalità. Sul suo potere di persuasione in Vaticano e fuori non voglio dire nulla, non sono di casa e parlo solo per fatti certi. Questo clima basterebbe a spiegare il provvedimento. Se abbia combinato altro non so, e non lo sa Melloni: lui tende a minimizzare con un litigio normale in una comunità e un provvedimento esagerato e a negare qualunque altra causa. Scismi, no, mica è Milingo, se non si è rimbambito. Porcherie nemmeno (dormire in alberghi a 4 stelle e mangiare in ristoranti stellati non sarà monastico, ma l’ho visto farlo alla luce del sole). Piuttosto: se guardate una foto con lui biancovestito vicino al papa, il capo sembra lui: Il papa si sarà stufato che qualcuno comandi a casa sua (tre biancovestiti in Vaticano sono obiettivamente troppi) e avrà fatto come nella Pampa, un bel papagno, colla scusa di liti interne. Bose assomiglia a un resort di lusso, senza il capo è un paradiso.
don Egizio Salomone
Mi risulta che fr. Enzo Bianchi da più di vent’anni non abita in comunità a Bose ma da solo in un eremo e dall’inizio di questa insensata vicenda non ha nessun contatto con i fratelli le sorelle di Bose. Bianchi lo conosciamo come una persona sapiente e se non ha ancora lasciato il suo eremo non sarà certo per disubbidire al decreto ma per reali difficoltà logistiche. A lui va la mia solidarietà come so quella di tantissime persone soprattutto abituali frequentatori della comunità di Bose. Sono un assiduo lettore di Settimana News, ma anch’io come molti sono stupito di questo articolo che non rispecchia l’abituale serietà del sito. La vicenda di Bose è molto più complessa di come viene presentata e questo richiede molta responsabilità soprattutto da parte dalla stampa cattolica.
Il fatto che il fondatore continui a restare a Bose fa il paio con l’altro del protrarsi della sua collaborazione con alcune testate. Mi permetto di suggerire, a chi ha insegnato a tanti come leggere la Bibbia, di meditare il passo “c’è un tempo per tace e uno per parlare”
Non capisco nemmeno io il senso di questo articolo. Dire che il percorso fatto è esaustivo e quindi bisogna obbedire mi sembra una forzatura. Un percorso è esaustivo quando è chiaro e coinvolge tutti gli attori, divenendo trasparente. Questo processo invece mi sembra tutto tranne che trasparente. Processo inquisitorio ed oscuro nella migliore tradizione della congregazione per la dottrina della fede. Vedere testimonianza del processo ad Ivan Illich di cinquanta anni fa. Nulla e cambiato purtroppo. Sono sempre più convinto delle ragioni di Lutero
Che senso ha questo articolo! È una difesa, un racconto, una comunicazione.. .cosa? Secondo me è molto di parte, difensivo della comunità? Volete proprio distruggere le persone! Integralisti: prima la regola vero, poi Bianchi! Ipocriti secondo il Vangelo di Gesù Cristo!
mi ero già espresso nei mesi scorsi, l’illusione che il personaggio aveva destato era già evaporata nel tempo, per concretizzarsi sempre di più in una povera esibizione grottesca fino ad arrivare ad un altro tipo di esibizione ora temeraria e a dispetto di tutto e di tutti. La conferma dei fratelli e delle sorelle di Bose è la migliore risposta concreta alla radicale vocazione monastica di vivere il Vangelo. Ancora per quanto riguarda il fondatore mi sembra che non è questione di trovare soluzioni concordate con il Delegato Pontificio, non c’è nulla da pattuire o da accordarsi, dovrebbe solo essere eseguita la decisione presa ormai da tempo, eseguita o assicurarne l’esecuzione.