Il 9 gennaio un sito di informazione dell’area Torinese, Lo Spiffero, dava notizia del trasferimento di fr. Enzo Bianchi ad Albiano, in provincia di Torino.
La notizia dell’acquisto di un cascinale e di un ampio terreno circostante rende credibile una stabilizzazione dell’ex priore e fondatore della comunità di Bose a una quindicina di chilometri dalla sua fondazione. Riprendo in forma di domanda e risposta le osservazioni e i quesiti che sono stati scritti nei media più interessati alla vicenda.
La pacificazione è lontana?
Gianni Bacci, uno dei primi ospiti di Bose, in un’accorata lettera del 17 gennaio 2022 pubblicata su Lo Spiffero (disponibile qui), ricordando la rotazione degli incarichi nella vita consacrata e monastica, si stupisce del mancato ritorno di Bianchi «ad essere un semplice fratello». «Fr. Enzo, che cosa è accaduto per cambiare così? Non vorrei che fosse il frutto di trent’anni di sovraesposizione mediatica…
Fino ad oggi ho ritenuto opportuno esimermi dal prendere posizione nei social per una parte o per l’altra nella vicenda fra te e la comunità di Bose. Però, se dalla Santa Sede si è giunti a un decreto singolare di tale durezza, penso che non sia stato fatto a cuor leggero ma che, prima, sia stata verificata ogni possibile alternativa. Com’è nell’esperienza di tutti, le colpe non sono mai da una parte sola e ciascuna è chiamata a farsi carico della sua porzione, cosa che, purtroppo, mi pare in questo caso non sia proprio avvenuta.
Senza questo, difficile pensare di “sanare i contrasti” (o gli “equivoci” come li hai definiti tu nell’intervista a Porta a Porta). Al contrario, da te ho letto fin dall’inizio solo parole di accusa che acuivano e ampliavano e non gettavano ponti sul fossato che si stava formando e che ha radici profonde nel tempo».
Nessuna polemica
In un articolo su La Stampa (13 gennaio), Andrea Bucci racconta dell’acquisto della casa e di un supposto dialogo con mons. Luigi Bettazzi: «Al di là delle supposizioni, quel che conta oggi è il progetto di padre Bianchi. È quello che – impropriamente – qualcuno già chiama la nuova Bose.
La casa dell’uomo del dialogo che ha abbandonato la sua creatura di gioventù senza mai lasciarsi andare a polemiche e sbuffi. E pure pronto a frenare gli amici che volevano – pubblicamente – difenderlo. Bianchi ha taciuto e si è mosso. Qui nascerà – forse – una nuova comunità. O uno scampolo di quella vecchia continuerà in modo autonomo il suo cammino».
Da dove arrivano i soldi?
Gianni Bacci: «In questi giorni è apparsa sui giornali la notizia che hai acquistato e stai restaurando un casolare a poco più di una quindicina di chilometri da Bose. Non hai mai nascosto di cercare una soluzione simile e sono felice per te di aver avuto le possibilità economiche di un simile investimento. Il tema però è il rispetto della Regola di Bose che tu stesso hai scritto: tu, fratello e sorella, sei tenuto “innanzitutto a mettere i tuoi beni e il guadagno del tuo lavoro in comunione con gli altri. Consegnerai il tuo salario al fratello incaricato dal consiglio, e così esso non sarà più tuo, ma di tutti” (p. 22 della Regola).
Principio contenuto anche nell’incipit dell’articolo tre dello statuto di Bose. Fr. Enzo non credi opportuno fare chiarezza sulle fonti di questo rilevante impegno finanziario che hai avuto la possibilità di effettuare? Come monaco non potevi averlo, quindi? Questo interroga non solo me ma anche molti altri e capisci che può essere motivo di ulteriore scandalo, delusione, sofferenza?
Ti chiedo il favore di fare chiarezza con quella parresia che da sempre invochi, insegni e hai praticato, con verità. Mi domando anche se, questa tua iniziativa, rispetta il punto 13 del decreto singolare che ti fa “divieto a fondare comunità, associazioni o altre aggregazioni ecclesiali”».
Eusebio Episcopo (uno pseudonimo) annota su Lo Spiffero (16 gennaio): «La segretezza che avvolgeva l’operazione è stata quindi repentinamente abbandonata e sono emersi particolari davvero interessanti… Fonti locali hanno messo in luce che egli (Bianchi) fin dal luglio scorso, pochi giorni dopo il suo trasferimento sulla collina torinese, abbia acquistato un cascinale di notevoli dimensioni e – a giudicare dalla rendita catastale – di notevole valore.
Si tratta di 18 vani con tanto di cortile e sette ettari di terreno, ma soprattutto – particolare non trascurabile – collocati non lontano dal casello autostradale e quindi facilmente raggiungibili senza la necessità, come avveniva per Bose, di inerpicarsi lungo i tornanti della Serra. In paese non si parla d’altro e qualcuno sostiene che nel cascinale, dove la coppia dei precedenti inquilini ha già traslocato, siano avviati lavori di ristrutturazione».
Massimo Faggioli sul suo profilo Twitter: «Vorrei sapere come si fa a farsi punire dal papa con decreto singolare, firmato dal Segretario di Stato, e poi comprare un immobile di 18 vani, con giardino e sette ettari di terreno».
Ci hanno pensato gli amici
Riccardo Larini sul blog Riprendere altrimenti (14 gennaio, disponibile qui). «Grazie all’aiuto dei molti amici che si è fatto seminando bene e aiutando a sua volta migliaia di persone per oltre cinquant’anni, il fondatore di Bose ha infatti comprato un cascinale ad Albiano di Ivrea, individuando dopo una lunga ricerca il luogo ideale in cui proseguire il proprio servizio alle Chiese e agli uomini e le donne che vorranno incontrarsi con lui e compiere insieme a lui un pezzo di strada alla ricerca di senso e di una vita umana e cristiana più autentiche.
Non si tratta di una nuova fondazione religiosa, né di un “anti-Bose” o di altro desiderio di rivincita ma di un luogo in cui continuare a servire tutte e tutti coloro che lo vorranno, nella condivisione e mediante un’ospitalità molto semplice ed essenziale. Non vi è attorno, a quanto mi risulta, alcun progetto ben preciso e predeterminato. Della sua ricerca di un luogo idoneo a continuare il proprio itinerario personale da qualche parte nel Piemonte, Bianchi ha informato da subito sia il priore di Bose, Luciano Manicardi, sia Amedeo Cencini, il delegato pontificio incaricato dal papa di attuare il decreto singolare del Segretario di Stato».
E rispondendo direttamente a Faggioli: «Caro Faggioli, se in vita tua, invece di continuare a seminare veleno a destra e manca, darai agli altri almeno un millesimo di quello che ha dato Enzo Bianchi al suo prossimo (compreso te, te lo ricordo en passant…), forse potrai sperare – qualora dovessi mai cadere in disgrazia e non ottenere quella cattedra in facoltà pontificie a cui tanto aneli con le tue generose e reiterate stilettate al fondatore di Bose ma non solo – di avere qualcuno che aiuti sia te sia il tuo eventuale ministero».
Non doveva praticare il silenzio?
Marco Grieco sul Domani (13 gennaio) si interroga su un esilio che sembra già finito. Quale valore riconoscere al decreto singolare tanto severo «se a Bianchi stesso viene tuttora concesso di muoversi non solo in ambiti accademici e culturali, ma anche da una diocesi all’altra, ospite dei vescovi italiani?
Il Festival delle religioni a San Miniato, la tavola rotonda alla Fondazione per le scienze religiose di Bologna, l’apertura dell’assemblea diocesana di Pescara – dove pure sarà presente quest’anno –, il convegno ecclesiale diocesano di Ariano Arpino, sono solo alcuni dei numerosi eventi ai quali l’ex priore ha partecipato nel 2021, stando alla fittissima agenda reperibile sul suo blog». Ad Ariano si è presentato assieme a Goffredo Boselli che, secondo il decreto singolare, non dovrebbe più incontrare.
Ha e hanno obbedito
Riccardo Larini sul blog Riprendere altrimenti (14 gennaio): «Contrariamente a quanto scritto a sproposito da alcuni, i quattro membri della comunità raggiunti direttamente dalle ingiunzioni personali del decreto hanno tutti obbedito all’ordine di lasciare Bose e di rinunciare ad alcuni loro fondamentali diritti civili, peraltro di per sé inalienabili. Detto questo, come ribadito anche nella Lettera agli amici pubblicata dalla stessa comunità di Bose il 19 giugno 2020, non vigendo alcuna imputazione di natura morale o dottrinale nei confronti di Bianchi, Boselli, Breda e Casiraghi, a nessuno di loro è stato proibito di “esercitare il ministero monastico di ascolto, di accompagnamento, di predicazione, di studio, di insegnamento, di pubblicazione, di ricerca biblica, teologica, patristica, spirituale”.
Sono rimasto perciò allibito delle elucubrazioni di Marco Grieco, che nella stessa giornata dell’articolo di Bucci ha, ancora una volta, inondato con un’abile miscela di falsità maliziose (molte) e precisi dettagli corrispondenti al vero (una manciata) i lettori di Domani. Secondo Grieco, infatti, Bianchi continuerebbe a disobbedire al decreto vaticano in quanto un vero esilio dovrebbe anche comportare una totale cessazione di qualsiasi attività di predicazione da parte del fondatore di Bose».
Sia il Signore a guidarci
Gianni Bacci: «Fr. Enzo, non credi opportuno chiarire? Capisco che a girarla può essere semplice e che la vita cenobitica è la tua vocazione ma, piuttosto, perché proprio solo a pochi chilometri da Bose? Spero che la location scelta non sia solo un “dispetto” che sarebbe un ulteriore motivo di scandalo. Oggi la comunità di Bose sta con decisione guardando avanti rimarginando la ferita sanguinante e io spero che nessuno, nessuno pensi di poter continuare ad affondare e a far girare il coltello nella piaga».
Lo sbaglio di Bose è stato quello di ricercare un riconoscimento da parte della struttura cattolica romana! La libertà non ha prezzo, neanche quello di essere riconosciuti da un potentato come la chiesa cattolica romana.
Quando parlate della quesrikne Bose vi dimostraste quello che siete: invidiosi di quello che è stata Bose. Voi state dalla parte dei mandanti, quelli che hanno mandato il peggiore dei sicari ad uccidere Bose e quel sogno di vivere il Vangelo. Proprio così, quello che fa paura a vescovi e cardinali è il Vangelo e chi lo vive.
Cari fratelli e carissime sorelle di Bose,
abbiamo appreso che il Consiglio generale della vostra comunità ha eletto oggi come Priore Sabino Chialà. Ne siamo davvero felici e speriamo vivamente che questa vostra decisione contribuisca a rasserenare ulteriormente gli animi e a proseguire con fiducia il cammino verso il superamento delle dolorose recenti fratture. Vi vogliamo bene. Ringraziamo Dio per averci dato l’opportunità di frequentarvi da molti anni. Ringraziamo voi per tutto ciò che anche in questo periodo difficile non avete cessato di donarci.
Andrea Lebra e Margherita Bonanate
Novara, 30 gennaio 2022
Chi conosce veramente Bose e prova affetto e gratitudine per tutti coloro che hanno contribuito a dare testimonianza della ricerca di vivere i valori evangelici, non può non rammaricarsi per i toni usati da tanti nei confronti delle parti in causa. Falsità, calunnie, rancori per denigrare Enzo Bianchi, i più, ma anche chi a Bose è rimasto. Prese di posizioni poco fraterne ed evangeliche, che non aiutano né chi è fuori da Bose né chi è rimasto. Al di là di colpe ed errori che certamente ci sono, sarebbe più utile contribuire ad una pacificazione e rasserenamento degli animi in modo che ognuno di loro possa riprendere la sua strada e la sua vocazione nel rispetto reciproco.
Non creo sia questo il punto tanto più se una persona che doveva allontanarsi da Bose, di sua iniziativa, ci ritorna, trovando casa a due passi. Mi pare che Bianchi non voglia rasserenare gli animi o se lo vuole, agendo così, non fa altro che inasprire il conflitto. Comunque in gioco per me è la testimonianza…mi auguro che Bianchi se ne renda conto e si corregga!!!
Fratel Enzo Bianchi continua a compiere un servizio preziosissimo alla Chiesa. Predicare il Vangelo è forse diventato un crimine? Che il Signore gli ci conceda ancora numerosi anni per accompagnare i credenti e per presentare ai non credenti un volto bello della Chiesa. Tutte le polemiche sono opera del maligno. Lodiamo il Signore per il bene che compie nei fratelli e sappiamo evitare il chiacchiericcio di chi vuole condurre i ragionamenti secondo il mondo.
Il punto non è predicare solo il Vangelo, ma è testimoniarlo!!!
secondo me brutto è chi scrive cattiverie senza aver letto gli atti e i documenti, che dice che Bianchi ha parlato male quando La cricca dominante a Bose ha scritto sul sito e nelle omelie cose indegne di un cristiano. leggo commenti che denotano un pensare, pieno di livore e di invidia, pronto a farsi raggirare da uno come bacci che fa solo violenza psicologica in chi legge instillando dubbi e giudizi anziché pensieri di bene, Dio la perdoni per la sua malvagità, perché il suo è peccato grande di odio nei confronti di fratelli che il Signore ha ricolmato di doni
Da bravi fratelli a Bose, volendo una parte prendere strade diverse, avrebbero dovuto dividersi i beni che avevano. Invece si é preferito mettere alla porta alcuni. Ora questi alcuni cercano uno spazio per esercitare la propria vocazione. Mi sembra tutto normale. Bianchi é quel che é e se non compie reati é libero di essere se stesso, come sono liberi ormai quelli di Bose. Se questi ultimi non riescono a farsi capire o hanno altri problemi non é che possono sempre dare la colpa a Bianchi
Infatti il grande equivoco e’ che Bianchi viene sempre visto come un “monaco” . Invece e’ un laico, non ho fatto nessun voto ne’ poverta’ be’ di obbedienza. E’ un laico che ha scimmiottato il modo di vivere dei monaci. Ma essendo comunque un laico puo’ benissimo avere dei beni immobiliari ,regalatigli dai suoi seguaci e ammiratori, e non deve alcuna obbedienza all’ autorita’ ecclesiastica. Se possiede una cascina di 18 stanze a pochi km da Bose puo’ farci quello che gli pare, anche rifare una Bose bis. Ripeto Bianchi e’ un guru laico che ha solo scimmiottato la vita dei veri monaci , ma quando i nodi vengono al pettine la vera natura di un uomo si vede ,al di la’ della maschera.
Inutile dire che in un vero Monaco l’ obbedienza e l’ umilta’ e’ la prima virtu’
Mi pare che la cascina che ha posseduto in passato Bianchi ora se la stanno godendo altri. Quindi quella che possiede ora non é detto sia per lui. L’obbedienza di un monaco dovrebbe essere innanzitutto verso il vangelo, almeno per un monaco cristiano, poi verso la propria coscienza e in ultimo verso il superiore. La comunità dovrebbe essere il sostegno per il cammino singolare di ogni monaco, non puó sostituirsi ad esso.
Cara Greta ti rinvio a ciò che Bianchi ha scritto sull’obbedienza. In questo caso il proverbio “tra dire e il fare c’è di mezzo il mare” è corretto!!
Scusi ma cosa significa che “la cascina che ha posseduto in passato Bianchi ora se la stanno godendo altri”? cosa vuole insinuare? Perché secondo lei la nuova cascina di 18 vani e quant’altro sarà stata acquistata con del denaro piovuto dalle nuvole? anche un bambino appena un minimo malizioso può immaginare da dove, però questo è un altro tema sotto silenzio. Poi se lei conosce come il patrimonio in Serra viene goduto, ci illumini per favore, senza stare a ripetere il ritornello ormai noto dell’economo che aggiusta i documenti all’insaputa. Grazie.
Benedetto da Norcia era un semplice laico: non era ne diacono, ne presbitero, ne vescovo. I voti monastici sono solo due. Conversione e Stabilità. I voti di povertà, ubbienza e castità sono voti di asceti religiosi ma non sono voti monastici. I monaci possono anche essere sposati o cmunwque vivere una loro vita sessuale. Il oriente i monaci tibetani preriformati prevalenti in Bhutan e Sikkin e gli sciamani non ignorano una vita sessuale. Come del resto i monaci buddhisti zen in Giappone. Il monaco e un uomo o una donna che non si caratterizza per essere casto povero o ubbidiente a una qual si voglia autorità religiosa, non si caratterizza neppure per la fede in un dio, quanto piuttosto per essere un ricercatore della divinità. “Non se crede in dio, quanto se cerca dio”.
Padre Enzo Bianchi resta una persona alla quale tantissimi uomini e donne, me compresa, continuano a volergli bene e ad avere grande stima. Bisogna lasciare a Bianchi di compiere le sue libere e rispettabilissime scelte. Del resto il decreto chiedeva a lui e agli altri tre fratelli di allontanarsi da Bose per un certo tempo e tutti hanno obbedito. Il comunicato da parte di Bose, citato in questo articolo, conferma che nei confronti quattro allontanati non vi è “alcuna imputazione di natura morale o dottrinale”, sono infatti persone rispettabilissime e a nessuno di loro è stato proibito di “esercitare il ministero monastico di ascolto, di accompagnamento, di predicazione, di studio, di insegnamento, di pubblicazione …” e dunque Bianchi e gli altri sono liberi di predicare e fare qualsiasi attività.
Circa i soldi Riccardo Larini precisa che gli amici hanno aiutato e aiuteranno Bianchi come è normale che sia, infatti Bianchi ha tanti amici. Piuttosto, in fatto di soldi è il comportamento della Comunità di Bose, a causa del suo economo, che lascia stupiti: di recente ha dovuto restituire una somma ingente alla Regione Piemonte some si legge qui https://silerenonpossum.it/regione-piemontea-bose/
Mi sembra che alcune persone rosichino perché Enzo Bianchi continua avere la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica nazionale dalla sua parte e anche una buona fetta di quella cattolica, come merita.
Intanto da Bose continuano ad andare via monaci a monache, quasi quaranta in due anni, in disaccordo con il priore Manicardi. Ho saputo che in questi giorni ha sbattuto la porta l’attuale capo della fraternità di Bose ad Assisi, fratel Rupert.
Nessuno rosica: è la coerenza che difetta a Bianchi!. Spero che prima o poi se ne renda conto anche lei. Con simpatia.
Nota di chiarificazione da parte di Rupert:
Non ho il piacere di conoscere la sig.ra Silvia Camaiori, ma lei sembra avere il piacere di conoscere me, visto che mi cita alla fine del suo commento all’articolo di Lorenzo Prezzi del 23 gennaio 2022. Non ho neanche il piacere di conoscere chi le ha passato le informazioni che mi riguardano, informazioni false e create solo allo scopo di gettare fango e discredito sul priore Luciano Manicardi e sulla Comunità di Bose. Io ho chiesto al priore e alla comunità un anno extra claustra per motivi del tutto personali, e ho vissuto l’anno appena concluso, anno per me di discernimento e di verifica, in totale sintonia con Luciano, che mi è stato sempre vicino e mi ha accompagnato in maniera discreta e attenta. Per Luciano ho solo sentimenti di affetto e di stima. Ne sia riprova quanto ho scritto nella lettera alla Comunità con cui formalizzavo questa mia richiesta il 18 gennaio c.a.: “Scrivo infine per dire la mia gratitudine a Luciano, non solo per come mi ha sempre accompagnato, ma anche per non essere venuto meno nonostante le ostilità e gli attacchi di cui è stato oggetto in questi ultimi anni”. Penso che questa frase sia sufficiente a mostrare che non ho sbattuto nessuna porta e che non sono in disaccordo con l’attuale priore. Forse è la sig.ra Camaiori che d’ora in poi dovrebbe sbattere la porta davanti a chi le fornisce informazioni che deformano completamente la realtà.
Che dire?
Tutta la querelle su Bose ha un vizio di fondo: non sappiamo nulla sulle “reali” motivazioni del Decreto Singolare, che dubito sia stato emesso solo per antipatie ecclesiali verso Bianchi (che sicuramente avranno contribuito). Nessuno ha potuto o voluto (come spesso in certi ambienti) essere trasparente e, di conseguenza, tutti parlano sul nulla: i vari fans di Bianchi (come Larini) come i suoi detrattori (Faggioli e Co).
Forse è tempo di tacere e lasciare che ognuno faccia la sua strada, i posteri, poi, forse capiranno cosa è veramente successo.
Il fatto che Bianchi abbia trovato ingenti fondi per la nuova cascina/monastero non è nulla di nuovo nell’ambito cattolico, quindi non vedo lo scandalo, anche se sicuramente non è un gran esempio di povertà.
Se qualcuno sa cosa è veramente successo a Bose lo dica oppure si taccia, e ognuno segua chi preferisce oppure nessuno…
Grazie per il suo:
Forse è tempo di tacere e lasciare che ognuno faccia la sua strada, i posteri, poi, forse capiranno cosa è veramente successo. Speriamo che tanti la seguano!
Grazie a Lorenzo Prezzi che ha riepilogato questa serie di ultime notizie e considerazioni sull’argomento. Lo scritto di Gianni Bacci esprime chiaramente le questioni, gli interrogativi che ci poniamo in molti. Ormai più che interrogativi sono la consapevolezza che abbiamo seguito qualcosa che non è più un esempio. Il tempo evidentemente ha deteriorato tutto quello che è stato costruito, la sovraesposizione ha dato il risultato di come travalicare tutto e tutti. Dispiace assistere a certi “modi” comportamentali e letterali, anche se proposti a volte da spalleggiatori insospettabili, il suggerimento più semplice oggi sarebbe quello di lasciar perdere colui che con evidenza ha abusato della sua influenza, della sua capacità persuasiva per fini che sembravano evangelici ma che si rivelano molto diversi. La “cella nella semplice dimora di un monaco, di una vita cenobitica, la misericordia”, un modo di dire affascinante che pare ormai solo un paravento e quel che è ancora peggio un alibi per perseguire invece vendette, minacce, millantazioni, insomma tutta una serie di atteggiamenti, scritti, dichiarazioni, da parte di dotti signori che oggi vengono definiti influencer. Sembra essere in atto una sorta di campagna riabilitativa divulgata da personaggi che dicono di essere neutrali ma evidentemente si pongono dall’alto della loro autostima in una chiara opera di presa in giro di coloro che forse ancora vedono in quel personaggio un miraggio. Non so più come chiamarlo, monaco proprio no, teologo men che meno, biblista di gruppo anche se è sempre lui in primo piano, titoli accademici meglio lascia perdere, ragioniere senza dubbio. Non vorrei nemmeno citare il nome di Bose in questa faccenda, proprio la comunità tutti è la più colpita dai colpi feroci che i “riabilitatori” hanno messo in atto fin dal primo momento, per concludere con questa trovata della cosiddetta cascina di Albiano, mi sembra non una sfida ma dopo tutto quello che si è letto e sentito in quasi due anni direi una vera …. “bruttura” con tutti i sinonimi del caso a disposizione.
Francamente non si comprende cosa pensi della vicenda Lorenzo Prezzi che fa un collage di pezzi di articoli. Credo comunque che Enzo Bianchi stia dando prova di come NON essere monaco. Per tanti anni egli avrà chiesto obbedienza ai suoi fratelli …ora che viene chiesta a lui obbedienza che fa? Fa di testa sua! Beh complimenti!!! Alla faccia di tutto ciò che Enzo Bianchi ha scritto sull’obbedienza. Davvero una grande prova di coerenza!!!
La viceda Bose è per lo meno poco edificante ed onorevole tanto per l’istituazione quanto per le persone coinvolte. Ormai ciò che suscita questo conflitto sono soltanto tristezza e dispiacere. Saranno in futuro gli storici ad analizzare origini e motivazioni dello scontro “bosiano” sul quale sarebbe forse opportuno stendere al momento un velo di silenzio, anche per rispetto di chi a Bose ha deciso di rimanere.
Io voglio bene al fratello Bianchi, verità e falsità messe in giro non potranno scalzare questo mio affetto, continuerò a volergli bene comunque agisca, qualunque cosa dicano su di lui, qualunque decreto lo raggiunga e qualunque “rassegna stampa” venga riportata su questo sito. Voglio bene a mio fratello Bianchi.
Voglio bene a mio fratello Luciano, ieri ho sentito una sua relazione densa, rigorosa, approfondita in
cui ha parlato proprio dell’ascolto e del vero e del falso davanti a un’assemblea di giornalisti e comunicatori.
Il nostro problema è grave: vogliamo giustamente discernere, ma quando andiamo a misurare, usiamo
misure, tutto sommato, arbitrarie. Ci manca l’Unità di Misura, non che non ci sia, semplicemente ne facciamo a meno. Quando arriva il momento di usarla la scartiamo. Sono 2000 anni di cristianesimo, siamo con Cristo, ma non siamo ancora convertiti a Lui. Il nostro cuore ha bisogno di battere, finalmente, all’unisono col suo…
misure inadeguate
Misure inadeguate, direi meglio mancanza di misure adeguate, come è possibile dire ……. comunque agisca!