Il 19-20 aprile 270 responsabili della vita religiosa maschile e femminile di Francia (Corref) si sono trovati in assemblea on-line per affrontare di nuovo il tema degli abusi e prendere orientamenti in vista della pubblicazione del rapporto nazionale atteso per l’autunno.
In preparazione dell’assemblea generale del prossimo novembre, chiamata a riflettere sui risultati della commissione indipendente voluta dai vescovi e presieduta J.-M. Sauvé (Ciase), i religiosi hanno approvato due risoluzioni sulla «giustizia riparativa » e sulla «responsabilità degli istituti».
La presidente della Corref, sr. Véronique Margron, avviando la riunione ha detto: abbiamo scoperto con sgomento che gli abusi «mettevano in causa, oltre agli autori, anche i nostri funzionamenti istituzionali, le loro fragilità, prigrizie, vigliaccherie e persino compiacenze. Tutto ciò ci mette alla prova toccando fino in fondo la nostra anima, di tutti e tutte che amiamo la vita che abbiamo scelto, la vita religiosa e comunitaria. La sperimentiamo bella! Auspichiamo di uscire (dall’incubo). E con noi quante vittime e i loro congiunti!».
E, avviando la riflessione sulla giustizia riparativa affermava: «Essa inverte la scena della giustizia dei tribunali: al centro non vi è l’autore del delitto, ma è la sua vittima al cuore delle attenzioni. Un processo riparativo dell’irreparabile. Affinché l’irreparabile, che resta e resterà, sia meno pesante da portare».
Ed ecco le due risoluzioni.
La giustizia riparativa
«Impegnarsi con maggior forza sulla via della giustizia riparativa che mette al centro delle attenzioni le persone vittime. Gli abusi e le violenze sessuali sono indissolubilmente sia individuali che collettivi e istituzionali. Se sono stati commessi dai singoli, troppo spesso non sono stati segnalati, perseguiti e fermati.
Anzi, talora sono stati nascosti o resi possibili da un sistema istituzionale e di rapporto con l’autorità che prevedeva il segreto, l’idealizzazione, una “teologia” e una “spiritualità” a strapiombo. Il rapporto della Ciase segnerà l’avvio concreto del processo. Riconoscendo i fatti e le loro cause, la vita religiosa in Francia avrà a cuore di manifestare vergogna per questi fatti e per il tradimento dei più fragili e dello stesso vangelo.
Continuerà a prendere tutte le misure necessarie perché tali delitti – troppo spesso restati impuniti – non si ripetano. Abbiamo la responsabilità del futuro della vita consacrata. Inoltre assumerà l’obbligo di prendersi a carico una partecipazione finanziaria per riparare ciò che può essere riparabile dell’irreparabile».
La responsabilità degli istituti e della vita religiosa
«La Corref riconosce la responsabilità collegiale e spirituale dell’insieme della vita religiosa. In qualche maniera abbiamo mancato, forse anche per misconoscimento, alla solidarietà che ci lega a tutte le persone abusate, violentate, ridotte a oggetti, annullate nella loro dignità. I nostri istituti maschili e femminili non portano tutti la stessa responsabilità negli abusi commessi, né nelle falle o deviazioni del sistema. Ma noi tutti ci impegniamo a portare la responsabilità sostanziale della solidarietà, che non toglie nulla agli errori che alcuni devono assumersi.
I responsabili degli istituti che hanno conosciuto abusi o violenze sessuali fra i loro membri lo riconosceranno secondo verità. I danni subiti avvieranno – secondo modalità da prevedere nell’assemblea del prossimo novembre – una presa in carico delle cure per le persone vittime e una riparazione finanziaria. Da qui all’autunno ci impegniamo a coscientizzare di più i membri delle nostre congregazioni e comunità perché sia implicato l’intero corpo della vita religiosa. In parallelo al lavoro avviato dalla Conferenza dei vescovi di Francia è tutta la Chiesa ad esserne coinvolta».
Il 25 marzo scorso i vescovi hanno approvato una Lettera ai cattolici sulla lotta alla pedofilia in cui si dice: «Esprimiamo la nostra vergogna e tristezza che quanti avrebbero dovuto essere dei pastori per condurvi alle sorgenti vive della fede siano diventati un pericolo e una distruzione per i “piccoli” a loro affidati da Gesù. Rinnoviamo la richiesta di perdono.
Se non siete stati toccati da tali eventi, vi preghiamo di porre attenzione assieme a noi a quanti (uomini e donne) ne sono rimasti vittime. Affermiamo la condivisa desolazione davanti ai crimini commessi e subiti e una profonda umiliazione davanti a membri del corpo di Cristo cosi poco attenti e poco pronti ad ascoltare e ad accompagnare.
Ci affidiamo al Signore che giudica e guarisce accettando da subito la crudezza dei dati che saranno resi pubblici sulla nostra Chiesa. Siamo anche pieni di speranza, perché crediamo che la verità possa servire al rinnovamento che Dio ci chiede».