L’assemblea annuale degli azionisti di Microsoft è stata caratterizzata da un inedito intervento di suor Susan Francois, che appartiene alla congregazione di San Giuseppe della Pace.
Suor Francois ha preso la parola in nome di un gruppo di azionisti di minoranza impegnati nell’ambito della giustizia sociale, avanzando due proposte di voto: la prima a riguardo del modo in cui i valori fondamentali affermati dai colossi delle tecnologie siano compatibili con le loro attività di lobbysmo politico e finanziario; la seconda chiedeva invece a Microsoft di proibire la vendita delle sue tecnologie di riconoscimento facciale, e i dati già raccolti attraverso di esse, a qualsiasi istanza statale.
Diversi studi hanno mostrato problemi di discriminazione razziale legati ai sistemi di riconoscimento facciale, per cui la vendita dei dati o delle tecnologie agli stati per procedure penali o politiche di immigrazione basate su questo tipo di profilazione risulta estremamente problematico rispetto ai diritti fondamentali della persona.
Le due proposte di voto presentate da suor Francois si originano a motivo del fatto che Microsoft, nonostante affermi di non passare dati o tecnologie di riconoscimento facciale a organizzazioni che operano nell’ambito di questo tipo di profilazione razziale, sostiene dei sistemi lobbistici che si oppongono a questo tipo di regolamentazione nell’uso pubblico dei dati.
Le richieste presentate da suor Francois sono state respinte con forza da Microsoft. Uno dei rappresentanti legali dell’azienda ha affermato, infatti, che le procedure attualmente in corso sono più che sufficienti per rendere ragione dell’operato di Microsoft rispetto alla normativa attualmente vigente. Nonostante questo, ha affermato che nel prossimo report annuale Microsoft si impegnerà a rendere più trasparenti le uscite finanziarie in ambito di sostegno politico e anche l’agenda politica dell’azienda.
Entrambe le proposte sono state respinte dall’assemblea degli azionisti di Microsoft, ma suor Francois ha valutato la votazione come un successo: infatti, la proposta riguardante le attività lobbistiche di Microsoft ha raggiunto il 38% di voti favorevoli – una percentuale notevole per questo tipo di proposte di voto nell’ambito delle aziende che producono tecnologie. Inoltre, il fatto ha ottenuto una rilievo notevole sia sui media classici sia nella sfera della comunicazione digitale.