Come da noi annunciato a suo tempo, in seguito a serie preoccupazioni pervenute da più parti alla Santa Sede che segnalavano una situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del Fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno, il Santo Padre Francesco ha disposto una Visita Apostolica, affidata al rev.do p. Abate Guillermo León Arboleda Tamayo, OSB, al rev.do p. Amedeo Cencini, FDCC, e alla rev.da m. Anne-Emmanuelle Devéche, OCSO, abbadessa di Blauvac.
Tenendo conto della rilevanza ecclesiale ed ecumenica della Comunità di Bose e dell’importanza che essa continui a svolgere il ruolo che le è riconosciuto, superando gravi disagi e incomprensioni che potrebbero indebolirlo o addirittura annullarlo, con la Visita Apostolica il Santo Padre ha inteso offrire alla medesima Comunità un aiuto sotto forma di un tempo di ascolto da parte di alcune persone di provata fiducia e saggezza.
La Visita Apostolica si è svolta dal 6 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 e, al termine di essa, i Visitatori hanno consegnato alla Santa Sede la loro relazione, elaborata sulla base del contributo delle testimonianze liberamente rese da ciascun membro della Comunità.
Dopo prolungato e attento discernimento e preghiera, la Santa Sede è giunta a delle conclusioni — sotto forma di un decreto singolare del 13 maggio 2020, a firma del card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità e approvato in forma specifica dal Papa — che sono state comunicate agli interessati alcuni giorni fa dal rev.do p. Amedeo Cencini, nominato Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis, con pieni poteri, accompagnato da S.E. Mons. José Rodriguez Carballo, OFM, Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, e da S.E. Mons. Marco Arnolfo, arcivescovo metropolita di Vercelli.
Tale comunicazione è avvenuta nel massimo rispetto possibile del diritto alla riservatezza degli interessati. Poiché, tuttavia, a partire dalla notifica del decreto, l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari ha determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori, si ritiene necessario precisare che i provvedimenti di cui sopra riguardano fr. Enzo Bianchi, fr. Goffredo Boselli, fr. Lino Breda e sr. Antonella Casiraghi, i quali dovranno separarsi dalla Comunità Monastica di Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti.
Con lettera del Segretario di Stato al Priore e alla Comunità, inoltre, la Santa Sede ha tracciato un cammino di avvenire e di speranza, indicando le linee portanti di un processo di rinnovamento, che confidiamo infonderà rinnovato slancio alla nostra vita monastica ed ecumenica.
In questo tempo che ci prepara alla Pentecoste invochiamo una rinnovata effusione dello Spirito su ogni cuore, perché pieghi ciò che è rigido, scaldi ciò che è gelido, raddrizzi ciò che è sviato e aiuti tutti a far prevalere la carità che non viene mai meno.
Io lascerei decantare la vicenda prima di fare valutazioni teologiche, ecclesiali, psicologiche e più ampiamente umane. Sarà il futuro che ci aiuterà a valutare gli eventi. Io esprimo da parte mia, per quel che può valere, stima per fr. Enzo. Una cosa mi auguro e cioè che anche questa vicenda non sia da addebitare ad una specie di sfogo, vinto ancora una volta dall’ala clericale della chiesa. Vorrei proprio che il monachesimo non perdesse la sua caratteristica profetica come sempre ha avuto nella storia. E si sa la profezia è sempre stata destabilizzante. Ho bisogno di un cristianesimo che si propone in modo modesto anche se audace ma per chi lo vive non come imposizione per gli altri.
Nel caso di un fondatore (cioè uno che ha vissuto la paternità così da generare nuove vite, nuove chiamate, nuovi percorsi di sequela… non di sé, ma del Signore) è importante che abbia dato tutta la cura e l’amore necessario alle sue creature. Ma poi, quando i figli crescono, bisogna accettare che vivano anche senza di noi, salvo aspettarsi la loro (auspicabile ma non dovuta) riconoscenza. Quello che conta è la strada che i figli – diventati a loro volta padri – sapranno aprite davanti a sé, fedeli all’intuizione originaria ma liberamente responsabili e protagonisti di un futuro che adesso è nelle loro mani.
Io penso a Enzo Bianchi.
Ha dedicato la sua vita a Bose.
Ora ne è stato allontanato bruscamente.
Io credo che viva uno stato di prostrazione assoluta.
Sono veramente dispiaciuto.
Che delusione da un lato, niente di nuovo dall’altro. Evidentemente abbiamo a che fare con persone non padrone di loro stesse, non padrone dei sentimenti, dei loro vissuti. Invidie, gelosie, rivalità, primogeniture, rancori… sentimenti umani che diventano disumani quando non si affrontano, tracimano…e allora invece di risolvere ci si deve affidare a ‘papà’ (qui alla Santa Sede, all’Autorità). I bambini non sono capaci di giocare con ordine, servono i genitori. Per i bambini passi; qui si tratta di adulti che evidentemente lo sono dal punto di vista anagrafico mentre da quello emotivo sono analfabeti. Ecco il lato oscuro delle persone: grande spiritualità, grande intelletto, pochezza umana impressionante che distrugge tutto. E naturalmente la ‘psicologia’ viene chiamata in azione (ma quale psicologia?) quando il danno è compiuto. E poi predicano. Mah…
Ragazzi è quello che volevo denunciare nei giorni scorsi, stiamo attenti tutti quanti, non è solo Bose e non è nemmeno questione di un Papa rispetto all’altro o della destra ecclesiale rispetto alla sinistra, non siamo più in grado di parlarci, dialogare, incontrarci veramente.